Italian Trumpet Forum
Didattica => Jazz ed oltre => : Rubino June 15, 2015, 12:59:09 AM
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Ciao a tutti ragazzi, volevo segnalare un mio articolo e ricevere le vostre impressioni. Si tratta di un esercizio di spelling armonico che ho messo su un po' di tempo fa per alcuni studenti in un corso di Ear Training. L'articolo lo trovate qui (http://jazzpaths.com/blog/spelling-di-un-intervallo-armonico/).
Alessandro
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Grazie di questo contributo! E' una tematica molto importante, perché molto spesso ci si affanna ad imparare l'armonia a livello teorico, ma si sottovaluta l'importanza dell'ear training. Le sigle, le scale e tutti i concetti teorici servono per capire come funziona la musica, ma poi quando la musica si deve farla, non la si fa con quei concetti, ma con dei suoni, e si deve pensare in termini di suoni, non di nomi, sigle e compagnia bella.
Su questo tema c'è un interessante libro intitolato "Hearin' the changes", di Jerry Coker, Bob Knapp e Larry Vincent, che tratta proprio questo aspetto in relazione alle principali progressioni di accordi usate nel jazz.
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Ciao Norman e grazie a te per aver dedicato del tempo alla lettura per la veloce risposta! Il testo che hai citato non lo conosco, ma considerando uno degli autori, Coker, di cui ho tradotto "Patterns for Jazz" gli darò sicuramente un'occhiata.
Sono curioso di sapere, se ovviamente qualcuno ne avrà il tempo e la voglia, se l'esercizio proposto nell'articolo è efficace e in che misura e in quanto tempo. Un po' troppo vero? felicissim
Ad ogni modo ringrazio fin da ora chi vorrà contribuire, purtroppo la sezione dei commenti sul sito e chiusa ma leggerò qui e con piacere qualunque commento in merito!
Alessandro
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molto interessante e utile, ci provo di sicuro! grazie! pollices
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Grazie fabiodb,
aspetto con ansia riscontri e buon esercizio!
Alessandro
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Ciao questo lavoro sull'armonia è interessante, di solito lavoro sulle linee melodiche, creando delle frasi, anche semplici , suonandole e cantandole nelle 12 tonalità, ho iniziato anni fa quando andavo a lezione da Morgera. La struttura armonica la suono al piano cercando di memorizzarla e imparando il giro a memoria, non ho mai fatto un lavoro cantato sugli accordi, ci proverò, grazie del suggerimento .
Stefano Massari
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Ciao Stefano, grazie a te per la risposta.
L'esercizio che descrivi è ottimo e il lavoro in tutte le tonalità è d'obbligo, ciò detto credo però che molti degli esercizi che facciamo siano in qualche modo "theory dependent", cioè nascono per un continuo rafforzamento della teoria e delle strutture. Generalmente in questo tipo d'esercizi indirizziamo la nostra creatività attraverso i vincoli concettuali della teoria. Tutto questo va benissimo, utilissimo e bisogna continuare a farlo ma penso cha dobbiamo affiancare a questi esercizi anche qualcosa che ci dia la possibilità di sperimentare col "suono" nudo e crudo, svincolandolo dai concetti e dalle strutture. Dobbiamo sempre ricordarci che il materiale grezzo che usiamo, alla fine, è quello, il suono.
Il tipo di approccio alla base dell'esercizio nell'articolo è quello di, in qualche modo, destrutturare i suoni che arrivano al nostro orecchio per coglierne la struttura sottostante. E' quello che solitamente e inconsapevolmente facciamo quando si improvvisa. Ci arriva l'accordo e pensiamo una frase, che nel 99% dei casi è basata sui suoni costituenti l'accordo stesso. Il nostro cervello effettua quindi già in automatico questa separazione, ma come ho detto questo processo avviene sotto la nostra coscienza. Anni fa pensai che rendere cosciente questo fatto con un esercizio mirato potesse aiutare a sviluppare ulteriormente la capacità melodica e misi su quest'esercizio per alcuni miei studenti con buoni risultati.
Se hai altre idee a riguardo o in generale sull'improvvisazione ti invito a scrivere info@jazzpaths.com, per il nuovo anno il sito conta di ampliarsi con nuovi autori e naturalmente saresti il benvenuto!
Aspetto tuoi commenti e ti ringrazio,
Alessandro
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Io sono assolutamente convinto che sia un esercizio utile. Il libro a cui mi riferisco parla proprio di questo "rendere cosciente" il riconoscimento dei suoni, e mi sembra che sia esattamente quello di cui parli ti. Il libro nella prefazione fa l'esempio della memoria per i volti delle persone: se incontri una persona, e questa ti viene presentata, tenderai a fissare il suo volto nella tua memoria collegandolo ad un nome, "fissando" in maniera cosciente nella tua memoria una corrispondenza tra volto e nome. Invece ti potrà senz'altro capitare di vedere una persona, renderti conto di averla già vista, ma di faticare a riconoscerla, perché magari è il cassiere del supermercato che hai visto, ma che non hai "fissato" coscientemente perché non ne avevi un interesse specifico e perché anzi eri impegnato ad insacchettare la spesa e controllare il resto. Certo, ci sono persone particolarmente dotate, che riconoscono i volti anche degli estranei visti una sola volta, ne ho conosciute, ma per la maggior parte delle persone questo processo di "presa di coscienza" dell'esperienza sensoriale è fondamentale. Una volta che un volto è fissato nella tua memoria, tendenzialmente lo riconoscerai ogni volta che lo vedrai, e lo saluterai senza bisogno di pensarci.
Il problema per noi trombettisti è che suoniamo uno strumento melodico, e spesso trascuriamo il lavoro con uno strumento armonico per poter approfondire quello che va oltre i limiti del nostro strumento, ma che è comunque indispensabile. Quindi penso che questo genere di esercizio sia assolutamente fondamentale.
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Io sono assolutamente convinto che sia un esercizio utile. Il libro a cui mi riferisco parla proprio di questo "rendere cosciente" il riconoscimento dei suoni, e mi sembra che sia esattamente quello di cui parli ti. Il libro nella prefazione fa l'esempio della memoria per i volti delle persone: se incontri una persona, e questa ti viene presentata, tenderai a fissare il suo volto nella tua memoria collegandolo ad un nome, "fissando" in maniera cosciente nella tua memoria una corrispondenza tra volto e nome. Invece ti potrà senz'altro capitare di vedere una persona, renderti conto di averla già vista, ma di faticare a riconoscerla, perché magari è il cassiere del supermercato che hai visto, ma che non hai "fissato" coscientemente perché non ne avevi un interesse specifico e perché anzi eri impegnato ad insacchettare la spesa e controllare il resto. Certo, ci sono persone particolarmente dotate, che riconoscono i volti anche degli estranei visti una sola volta, ne ho conosciute, ma per la maggior parte delle persone questo processo di "presa di coscienza" dell'esperienza sensoriale è fondamentale. Una volta che un volto è fissato nella tua memoria, tendenzialmente lo riconoscerai ogni volta che lo vedrai, e lo saluterai senza bisogno di pensarci.
Il problema per noi trombettisti è che suoniamo uno strumento melodico, e spesso trascuriamo il lavoro con uno strumento armonico per poter approfondire quello che va oltre i limiti del nostro strumento, ma che è comunque indispensabile. Quindi penso che questo genere di esercizio sia assolutamente fondamentale.
Che dire, hai espresso mirabilmente il concetto e sono pienamente d'accordo con quanto hai scritto. Quello che dici sulla tromba è vero, ma permettimi di aggiungere che siete anche fortunatissimi. Uno strumento che prolunga il vostro corpo direttamente, la vostra voce che vi costringe a "cantare" per esprimervi. Una gran bella cosa. :)
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ciao Alessandro, molto interessante il link, ma se al posto di un intervallo armonico prendiamo un vero accordo, oppure una settima ad esempio? consigli lo stesso procedimento?
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ciao Alessandro, molto interessante il link, ma se al posto di un intervallo armonico prendiamo un vero accordo, oppure una settima ad esempio? consigli lo stesso procedimento?
Ciao Danzy, parto dall'ultima tua domanda. L'intervallo di settima è già compreso in questo tipo d'esercizio, puoi scegliere un qualsiasi intervallo semplice (dalla seconda all'ottava) o composto (dalla nona in poi) ed esercitarti a cantare le sue note. Per quanto riguarda invece gli accordi, siamo ad uno stadio successivo dell'esercizio che ovviamente è basato sullo spelling degli intervalli armonici (un accordo in questo senso è un gruppo di intervalli armonici). Nel caso dell'accordo bisogna allenare l'orecchio a riconoscere innanzitutto la parte bassa del voicing.
Alessandro
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Ciao, Alessandro.
Ho letto con molta attenzione il tuo articolo e devo dire che, sia pure con le dovute proporzioni, mi ha rimandato a quello che mi fece studiare il mio caro Maestro quando stavo preparando gli esami per la licenza di solfeggio e si parlava di dettato musicale...
In particolare, dovetti digerire tutti i 4 volumi dei dettati manoscritti di Pedron...
Quindi, almeno per la mia esperienza, è senz'altro una pratica indispensabile... tant'è che poi mi sono ritrovato a fare queste cose spontaneamente.
Ora non dico che riconosco "al volo" tutte le armonie, ma una buona parte sì... eccezion fatta per la quarta aumentata (o quinta diminuita) che proprio non riesco ancora (nonostante siano più di 40 anni che traffico con la musica) a prendere al volo...
Comunque, sinceri complimenti per l'articolo e speriamo di vederne altri a breve...
Ad majora!
Mauro
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Mariiiiiiiaaaaaaaaa ;)
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Mariiiiiiiaaaaaaaaa ;)
Tritono ascendente (diabolus)
Consiglio, per riconoscere gli intervalli, affiancarli a melodie conosciute, come quella portata ad esempio da Tony per il riconoscimento della quarta eccedente.
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Ciao, Alessandro.
Ho letto con molta attenzione il tuo articolo e devo dire che, sia pure con le dovute proporzioni, mi ha rimandato a quello che mi fece studiare il mio caro Maestro quando stavo preparando gli esami per la licenza di solfeggio e si parlava di dettato musicale...
In particolare, dovetti digerire tutti i 4 volumi dei dettati manoscritti di Pedron...
Quindi, almeno per la mia esperienza, è senz'altro una pratica indispensabile... tant'è che poi mi sono ritrovato a fare queste cose spontaneamente.
Ora non dico che riconosco "al volo" tutte le armonie, ma una buona parte sì... eccezion fatta per la quarta aumentata (o quinta diminuita) che proprio non riesco ancora (nonostante siano più di 40 anni che traffico con la musica) a prendere al volo...
Comunque, sinceri complimenti per l'articolo e speriamo di vederne altri a breve...
Ad majora!
Mauro
Grazie Mauro, comunque per la #4 (b5) la risposta è sempre "Mariiiiiii-a!" come dicono anrapa e Enzo Antonio D Avanzo, ahahaha felicissim
Sul riconoscimento degli intervalli semplici c'è anche questo vecchio articolo se può interessare a qualcuno Ear Training con gli Intervalli Melodici (http://jazzpaths.com/blog/ear-training-sugli-intervalli-melodici/)
Io vado a crollare a letto ragazzi, sogni d'oro a tutti,
Alessandro
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Bellissimo articolo, complimentissimi!!!
Può essere davvero di grande aiuto!! pollices pollices
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Bellissimo articolo, complimentissimi!!!
Può essere davvero di grande aiuto!! pollices pollices
Felice che abbia apprezzato e spero ti sia d'aiuto! grazi pollices
Alessandro
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Mariiiiiiiaaaaaaaaa ;)
ieri me la sono rivenduta con una amica che mi chiedeva come riconoscere gli intervalli che le risultavano ostici felicissim
(eravamo al concerto di Rava e ad un certo punto sbraaaanng l'intervallo di quarta eccedente (e poi pezzi di scala blues)
interessante articolo è un altro aspetto che dovrei curare.
ps: per essere precisi Mariiiiiiiiiiiiii .
se ci metto la a snto più il movimento verso la quinta :)
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ieri me la sono rivenduta con una amica che mi chiedeva come riconoscere gli intervalli che le risultavano ostici felicissim
(eravamo al concerto di Rava e ad un certo punto sbraaaanng l'intervallo di quarta eccedente (e poi pezzi di scala blues)
interessante articolo è un altro aspetto che dovrei curare.
ps: per essere precisi Mariiiiiiiiiiiiii .
se ci metto la a snto più il movimento verso la quinta :)
Con un'amicA...? Attenzione a dirlo in giro, si potrebbe configurare il reato di sfruttamento d'articolo a fini sessuali. :)
Scherzi a parte, mi fa piacere e spero ti sia di qualche utilità (non parlo dell'amica).
Si, in effetti la 'aaaaa' è proprio la quinta :)