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Mi piacerebbe che qualcun altro, che prova a cercare di esprimere la "sua" musica , intervenisse in questo dibattito....
Ad es. E' indubbio che per esprimere qualcosa devi avere esperienza di ascolti, per cogliere le sfumature di suono , utilizzate da un'artista, nella sua esposizione, come le ha usate , perchè le ha usate, per rimarcare cosa e come, come suonano in relazione alla melodia, all'armonia, come anche  il poter padroneggiare decentemente lo strumento, è un percorso di apprendimento che secondo me non avrà mai fine e non terminerà mai, ...e poi quando inizi a capirlo negli altri , inizi/imparari a cercarlo, a scoprirlo per te , dentro di te, e  piano piano poco per volta, scopri e ti si apre un mondo dentro di te...
ad es. Certe frasi, o un certo pezzo ( anche tuoi ), non è detto che nascano o abbiano bisogno già degli accordi. Magari definisci l'esposizione (musicale emotiva) senza neanche gli  accordi, poi inizi ad avvertire/immaginarti/ a cercare  i suoni dell'accordo/sequenza di accordi che pensi siano adatti (e qui è importante avere immagazzinato i suoni che certi accordi hanno....), o anche / oppure..., consideriamo un'interpretazione di un brano che ti piace, inizi prima a riarrangiartelo melodicamente, secondo il tuo sentire, e poi una volta che lo hai inquadrato ed esposto in questo ottica, inizia a inquadrarlo e memorizzarlo secondo  lo sviluppo dell'armonia , (anche qui eventualmente cambiando degli accordi dove ritieni essa debba essere adattata al tuo sentire ), poi quando senti che il pezzo è inquadrato anche armonicamente, come vuoi tu ( come senti che ti "appartiene") , inizi finalmente a sentirti libero di inziare a cercare un'interpretazione più profonda dentro te stesso , che a volte ti lascia stupito per le pieghe musicali che prende , per  le pieghe che  si aprono e che senti  ti appartengono,  sono lì, e chiedono solo di essere esplorate, ascoltate,  come una scatola che si apre per farti vedere cosa c'è, dentro te stesso.
Perchè certi passaggi di un altro artista ci piacciono, ci colpiscono ? eppure l'artista sta' solo esprimendo se stesso !
..Ma in fondo, a ben guardare,  ha dato luce solo ad una cosa che è già dentro di noi , è del nostro "sentire"....
Secondo me, ognuno di noi , ha un "tesoro" dentro di sè, ed è la nostra individualità , ...e mettersi il " cuore in pace " secondo me significa tenere " la scatola chiusa  " , non permettere che tutte le cose belle che abbiamo in noi, dentro di noi  ( comprese le sofferenze) , vedano la luce... e possano esprimersi ...anche musicalmente...
E' una visione un po' romantica, ma è quello che vedo e che sento quando ascolto un Grande artista che ha saputo mettre in luce se stesso.. :)   ;)
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E' non facile ed è un campo vasto rispondere a tutte le implicazioni del suonare in maniera "propria"( intesa più "come suonare la musica che  ti appartiene" che suonarla in maniera "appropriata" :) .
Ad es. nell'intervento precedente mi riferivo specificatamente al Be Bop, dove penso che sia indubbio che per suonarlo "bene" devi possedere tecnica da vendere (che sicuramente non l'acquisisci così dall'oggi al domani, credo che ci vogliano ragionevolmente anni,..... poi saperci pure improvvisare sopra esprimendoci qualcosa  ( ...non sciorinando tecnica e fraseggi ).... è un ulteriore (GRAN ) passo da fare.
Da ascoltatore mi verrebbe da dire che spesso ascolto delle improvvisazioni decenti Be Bop , ma l'impressione che spesso ne ho è che appena uno riesce a destreggiarsi nella tecnica , poi non si "sforzi " più di tanto nello scendere a guardare se stesso, per produrre e sviluppare (anche nel tempo) un qualcosa che poi (se si fa caso/ si guarda ai Grandi ) finisce proprio coll'identificare lo "stile", il "modo di parlare musicale", "l'intimo musicale" dell'individuo. Un po' ingenerosamente ,( tenuto presente invece la difficoltà reale (di cui parlavo )  di tirare giù qualcosa di bello, di caratteristico ,di profondo )  (ed in questo momento non mi riferisco a chi vuole iniziare ) , dicevo sembra , in genere che dopo aver raggiunto i primi (e concreti ) traguardi, si " galleggi "....
Tolto il Be Bop per le sue oggettive difficoltà tecniche poco raggiungibili (realisticamente ) per chi non ha sufficente tempo per affrontare uno stile così impegnativo, rimangono le interpretazioni, (intese sia come esposizione "studiata" che come improvvisazione "più riflessiva" .(prendendo spunto da questa bella osservazione che hai presentato).
In tutto questo trovo che un ruolo un po'"castrante " sia costituito anche dalle basi, perchè , secondo me , non sempre le basi vanno nella direzione del "tuo" sentire musicale, di chi vuole ricercare un "proprio" modo di sentire la musica.
E' per questo che tanto tempo fa avevo iniziato a mettere sotto la lente di ingrandimento l'armonia, il mettere nelle orecchie i suoni che un accordo produce. Esempio banale un accordo m7 o diminuito settima o a volte a un b9 od un m6 hanno suoni simili, ma non sono uguali, se tu hai in mente una frase musicale che ha delle specifiche  note che rappresentano un tuo stato d'animo, quelle note hanno bisogno di quello specifico suono che è individuato proprio e solamente da uno di quegli accordi , e non da quello simile.... e  spesso, nelle basi, si trova un accordo che differisce da quello che tu senti sia adatto alla tua frase....
....La moglie chiama..... riprendo pù tardi..... :)   :D
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a ben guardare tutti i metodi che si trovano in commercio di introduzione all'improvvisazione, a come improvvisare , come suonare be bop, ecc. ecc, ovviamente di vario livello come qualità e difficoltà, "vendono" l'idea che con quei libri si possa "fare " improvvisazione. Sarebbe più corretto dire che sono metodi che ti "introducono" (anche tecnicamente ) all'improvvisazione, ma nessuno ti dice ( e se ne guardano bene ?) che l'idea musicale, il "sentire musicale" ce lo devi mettere tu . Coloro vendono tali metodi potrebbero obiettare che è ovvio che sia così, quello che non è ovvio a chi si avvicina all'improvvisazione invece è che imparare a esprimere/tirare  fuori il tuo sentire musicale non è dietro l'angolo, ed inoltre c'è una grossa differenza fra essere ascoltatore (anche esperto ) e pronto a dire :" mah , si bravo ...., ma non tanto quanto ....(ed in questo gruppo, mi ci metto anch'io...) e "fare musica" (nel senso migliore del termine)....
Essere musicista ti fa comprendere meglio quanta e quale distanza c'è  tra l'essere ascoltatore (come detto,anche esperto ( per chi lo è) ed essere invece . "...capace di ..."

Capisco questo tipo di problema, ma credo che occorra mettersi il cuore in pace e spostare le proprie aspettative, anche perché penso sia un problema che riguarda tutte le attività dell'uomo che hanno poi nel prodotto finale una componente artistica e di vocazione.

Anche un libro di architettura, di scultura, pittura, ti analizza e ti insegna degli aspetti tecnici, ma non può guidare la tua mano cambiandole il tocco.   :)

Fare delle pubblicazioni che insegnino a coltivare il proprio lato artistico è molto difficile perché si tratta di una questione estremamente personale, non credo sia possibile semplificare e indicare dei percorsi uguali per tutti.

Da un lato questo potrebbe essere un aspetto scoraggiante, come a dire che allora l'improvvisazione possa e debba essere studiata solo da chi ha da una certa quantità di talento in sù, o che addirittura sia una pratica sconsigliabile per il musicista amatoriale, ma io credo si tratti invece solo di trovare un giusto equilibrio tra 1) la comprensione della reale complessità di ciò che si vorrebbe imparare, e 2) definire delle ragionevoli aspettative e obiettivi che ognuno possa raggiungere nella propria condizione di vita, tempo a disposizione, livello complessivo di confidenza con lo strumento, sensibilità personale e percentuale di talento.   :)
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....Ma chi suona be bop, suona un'idea musicale ?, oppure un pattern, o riempe con un fluire di scale, di note  ?

Io penso che faccia un po' tutte e due le cose, e che parallelamente il be bop, come (sotto)genere, come periodo storico del jazz, come approccio all'improvvisazione sia forse quello meno riflessivo e quello che offre meno spazi in cui l'ascoltatore può cogliere una comunicazione emotiva diretta da parte del solista, perché quest'ultimo molto spesso è impegnato in un serrato interplay con gli altri musicisti.   :)

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Lascio un link a questo attinente ragionamento

Why do modern Jazz musicians all sound the same?    O0
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@iMaurizio, sottoscrivo pienamente ogni cosa che hai evidenziato. :)
In particolare l'osservazione relativa allo sciorinare pattern e frasi jazzistiche con velocità e padronanza tecnica che esercitano fascino sugli ascoltatori.  ;) e l'altra , quella  che tanti musicisti contemporanei, anche di successo, basino la loro cifra stilistica sulle loro abilità tecniche unite alla conoscenza e uso frequente della grammatica e dei fraseggi più tipici del jazz e del proprio strumento.

Ma tornando a Noi (comuni musicisti mortali ), a ben guardare tutti i metodi che si trovano in commercio di introduzione all'improvvisazione, a come improvvisare , come suonare be bop, ecc. ecc, ovviamente di vario livello come qualità e difficoltà, "vendono" l'idea che con quei libri si possa "fare " improvvisazione. Sarebbe più corretto dire che sono metodi che ti "introducono" (anche tecnicamente ) all'improvvisazione, ma nessuno ti dice ( e se ne guardano bene ?) che l'idea musicale, il "sentire musicale" ce lo devi mettere tu . Coloro vendono tali metodi potrebbero obiettare che è ovvio che sia così, quello che non è ovvio a chi si avvicina all'improvvisazione invece è che imparare a esprimere/tirare  fuori il tuo sentire musicale non è dietro l'angolo, ed inoltre c'è una grossa differenza fra essere ascoltatore (anche esperto ) e pronto a dire :" mah , si bravo ...., ma non tanto quanto ....(ed in questo gruppo, mi ci metto anch'io...) e "fare musica" (nel senso migliore del termine)....
Essere musicista ti fa comprendere meglio quanta e quale distanza c'è  tra l'essere ascoltatore (come detto,anche esperto ( per chi lo è) ed essere invece . "...capace di ..."
Perchè  poi, quando ci provi in prima persona, tocchi con mano quanto sia difficile tirare giù un idea che sia valida, che funzioni , che trasmetta qualcosa.
Io sto' provando, da qualche mese, a fare un esperimento : vedere se sono capace , su un brano che mi piace ( lento tipo The Nearness of you) , a tirare fuori una interpretazione che sia accettabile e che possa sostenere il "giudizio", (ovvero che l'interpretazione "dica" qualcosa) , con un giudizio utilizzante lo stesso metro giudizio che ho usato  ascoltando altri interpreti.....(prendendomi tutto il tempo per migliorarla di volta in volta )..... Risultato (.. e working in progress ): ...Come è difficile tirare fuori qualcosa di tuo che sia accettabile ! Eppure ...so riconoscere ascoltando altre interpretazioni, la qualità dell'interpretazione , le idee , la tecnica , il trasmettere con le note delle emozioni... ma.... riconoscerle è una cosa, essere su un livello valido di comunicazione, avere delle cose, delle note, da "trasmettere come emozioni" (musicalmente parlando), è un viaggio dentro te stesso, non facile, (semprechè dentro te stesso trovi qualcosa di interessante  da comunicare , a te stesso o agli altri....) , per imparare a tirare fuori qualcosa , devi imparare ad ascoltarti... ad ascoltare cosa produci, a migliorarti , imparare a distinguere se la frase che hai tirato fuori è banale o se ha un pezzettino che è buono, che funziona,...perchè è buona in quel punto e continuare a lavorarci su , in quella direzione... piano piano scopri te stesso...e cosa devi tirare fuori.. cosa cercare.
Sicuramente ci sono persone più dotate, come in altre parti del thread hai detto tu, che non hanno bisogno di fare tutto sto' lavoro, ...Certo è così....ma tu,alla fine devi fare i conti con te stesso, per come sei tu , non per come sono gli altri, e da sta' cosa non scappi, accettare i tuoi limiti e (continuare a)  lavorarci sù , se vuoi provare a dire qualcosa di tuo e non essere ... solo "ascoltatore ".
Mohhh! Che PALLE ! Che pillola ! ! !  :D  Pardon ! :D !
Prendendola con più leggerezza...   Ma a Voi viene tutto così naturale ?    ;)
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Questo thread sfuma nell'altro ( Suonare cercando l'Atmosfera  The Vibe ) e viceversa !  :)
Man mano che procedeva e si sviluppava il thread ad un certo punto mi sono chiesto se avessi capito bene / avessi la percezione di una corretta valutazione all'ascolto /(o a saper suonare (assai improbabilmente)/ o a saper cogliere la personalità musicale di un' artista che suona brani be bop !  Attimo di panico !
Un passo indietro !
Ad una scuola jazz ho avuto la possibilità di ascoltare i pareri di più insegnanti su come sviluppare un brano  (anche in maniera personale) in relazione alle proprie capacità.
Partendo dalla acclarata manifesta incapacità del livello degli allievi a "non " saper suonare alla velocità del be bop , (figurarsi ad esprimere un'interpretazione ), gli insegnanti vollero comunque presentare i pro ed i contro sia del suonare lento che velocemente.
Partiamo dal suonare/ provare a cercare comunque una interpretazione personale ad una velocità medio/lenta (intesa sopratutto anche come l'usare  meno note ).
Paradossalmente, dal loro punto di vista , questa condizione sembra che sia solo apparentemente la più facile ,( ma lo è solo apparentemente), perchè è vero che utilizzi meno note ( perchè non possiedi ancora la capacità di gestire / suonare più note e più velocemente) , ma proprio perchè sono più "spaziate" (rispetto al be bop), sono "comunque più intellegibili", e se il tuo sentire musicale non ha niente da dire, la banalità delle note che suoni diventa subito evidente, e quindi paradossalmente riuscire ad esprimersi (raccontare una storia, creare un'atmosfera) con delle note che "arrivino",  richiede un impegno creativo forse anche più difficile .
E' stato interessante ascoltare il parere / punto di vista di un pianista be bop sul suonare velocemente a livello  be bop.
Lui diceva che con il be bop tu cavalchi l'onda del fluire di note, e nell'esprimere un'idea, accentando alcune note , ( fra quelle del fluire di note suonate ) , l'ascoltatore di be bop "esperto" (o  comunque chi lo suoni bene ), riesce comunque  a cogliere e  distinguere l'idea musicale presentata  dall'artista, differenziandola dai cromatismi utilizzati (o dalla scala riempitiva utilzzata) per arrivare alle note utilizzate per esprimere l'idea.
La cosa singolare è che diceva che spesso non è importante centrare la nota di arrivo dall'idea ma è importante che sia contenuta nel cromatismo di arrivo che si esegue, perchè, chi ascolta, ha già colto l'idea, e alla velocità a cui si suona il be bop , riesce comunque a riconosccerla / distinguerla all'interno del cromatismo, questo perchè l'orecchio dell'ascoltatore ( esperto) ha percepito l'idea musicale.
....Ma chi suona be bop, suona un'idea musicale ?, oppure un pattern, o riempe con un fluire di scale, di note  ?
Alla velocità a cui sono suonati i brani be bop non è facile distinguere.
Ed ancora esprime un' idea  , l'ha già fermata e la sta esprimendo/esponendo, o sta improvvisando inseguendo un'idea (Si spera qualitativamente valida ) ?
Francamente se l'idea è valida e mi comunica un'emozione , (al momento ) poco mi importa che sia una esposizione od il risultato di ina improvvisazione..( sopratutto perchè parlare di "improvvisazione" che comunichi qualcosa penso che sia veramente appannaggio di pochi ....

Quest'ultima pensiero credo che sia materia  solo dei "Grandi"...... per il mio livello mi accontento ( e ci sto provando con tutti i miei limiti) a provare a crescere nel tirare giù delle idee che comunichino quanto meno uno stato emotivo.
(...e parliamo di esposizione e non di improvvisazione).

....Tornando a Trent Austin ed alle lunghe  frasi be bop da Lui utilizzate nella prova comparativa di cui ho  parlato....., erano comunque belle , esprimevano qualcosa e non erano  banali .  ;D
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Marche e Modelli / Re: 1990 Chicago Monette Model MB-374
« Last post by iMaurizio on November 05, 2024, 06:11:47 PM »
La tua domanda la trovo molto attinente con l'altro thread
http://www.italiantrumpetforum.it//index.php?topic=14056.msg140395#msg140395
ed è là che ti ho risposto.  :)
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..... Trent Austin suonava e ripeteva esattamente le stesse frasi (lunghe stile Be bop) su entrambe le trombe. e presentava  tante frasi , ( oserei dire tante , lunghe e complicate). Le ripeteva esattamente uguali su entrambi gli strumenti.
A parte la validità del test in sè, questa cosa mi ha fatto soffermare a riflettere sul fatto che queste frasi, se le avesse suonate una dietro l'altra, avrebbero potuto benissimo essere  considerate come un solo di improvvisazione.
Da qui la considerazione, (in generale) : ma non è che una volta che diventi bravo tecnicamente e ti fai un bel bagaglio di frasi, poi prendi tutti per il c...o passando per "improvvisatore " ? ::)

La tua domanda sembra ironica e provocatoria, ma credo che offra spunti di riflessione interessanti e attinenti a questo thread.  :)

Io non voglio pensare che qualcuno intenzionalmente si spacci per un grande improvvisatore solo perché è in grado di sciorinare pattern e frasi jazzistiche con velocità e padronanza tecnica, ma certamente queste due abilità messe insieme esercitano un certo fascino sull'ascoltatore (in genere).

La letteratura improvvisativa del jazz negli ultimi decenni è stata ampiamente studiata, trascritta, analizzata, e oggi è un materiale didattico a disposizione di tutti, per cui è molto più vasta la platea di musicisti che possono studiarla ed apprenderla.

Andando più nelle opinioni soggettive io sono convinto che tanti musicisti contemporanei anche di successo basino la loro cifra stilistica sulle loro abilità tecniche unite alla conoscenza e uso frequente della grammatica e dei fraseggi più tipici del jazz e del proprio strumento.

Che poi questo si traduca sempre in arte e creatività, e in "Vibe", per ricollegarsi all'altro thread, è tutt'altro che scontato  :)
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Annunci Importanti / Re: Quincy Jones
« Last post by dirtysound on November 04, 2024, 08:05:09 PM »
Quincy Jones l'ho scoperto e apprezzato tantissimo di più come arrangiatore ed autore. Ha lasciato veramente un un'impronta nella musica moderna. Credo che il riuscire a lasciare qualcosa di sè, che venga apprezzato dalla gente, sia una delle soddisfazioni più grandi che un artista possa ricevere. Quando un artista , che ti ha lasciato qualcosa di sè  dentro di te e  scompare , rimane il ricordo bello che ti lega alla sua musica, alla sua persona, e la malinconia che non potrai più ascoltarlo...e ti rimane anche un senso di gratitudine nei suoi confronti ..
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