In moltissime occasioni, specialmente in festival molto grossi e con molti gruppi, il soundcheck non viene fatto se non per le ultime band headliner. Viene fatto un line-check, vengono settate delle spie di massima si sale sul palco e si parte: palco ed esterno vengono regolati sui primi brani, ma solitamente non c'è molto tempo ne possibilità di distrarsi per correggere i volumi sul palco nonostante il fonico dedicato.
In ambito professionale esiste anche questa possibilità.
Suonare con spie o in-ear è una questione di abitudine e di tanta pratica. Più lo fai, più capisci quali frequenze del tuo suono puoi sfruttare e/o farti enfatizzare in spia e cosa inserire come altri ascolti: non c'è una regola fissa, diciamo che la cosa buona è sempre avere te stesso, un riferimento ritmico e uno armonico e spesso, nel nostro caso, la sezione fiati intera. Varia poi in base al palco e alle dimensioni, ma nel caso di casse spia meno cose fai mettere, meglio è.
Con gli in-ear, lasciando il palco pulito da spie, hai più possibilità di azione ma anche in questo caso si tratta di abitudine e di capire cosa veramente ti serve sentire oltre allo stretto necessario.
Poi capitano anche i fonici pessimi, ovvio, ma non è sempre colpa loro
Un consiglio, spassionato:
Non inimicarti mai il fonico di sala, il fonico di palco o il service....... il controller dei volumi è pur sempre in mano loro
e in ogni caso, sono quelli che potrebbero salvarti sotto tanti aspetti durante il concerto.