Author Topic: Studiare con un buon insegnante .....? alcuni concetti sono universali?  (Read 378 times)

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Offline fcoltrane

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Studiare con  un buon insegnante è utile ?
Come si fa a capire se un insegnante è davvero bravo ?
Quale è l'insegnante che  può velocizzare il tuo apprendimento se esiste?
Esistono elementi che accomunano tutti i grandi musicisti?  e tutti gli insegnanti?

La risposta alla prima domanda credo che sia scontata.
Per la seconda e la terza domanda vi dico quello che è il mio pensiero : il primo aspetto che considero è se rispetto ai miei standard l'insegnante sa suonare , perché se non sa suonare difficilmente saprà insegnare , ma purtroppo non è sufficiente che sappia suonare ma che riesca a trasmettere la sua conoscenza e abbia una idea di prospettiva ossia sia in grado di comprendere i limiti dell'allievo e sappia come superarli e sia sincero sui tempi e modi.

Mi sono chiesto  altresì se se possano identificarsi elementi comuni ai grandi musicisti e ai grandi insegnanti ed il mio punto di vista è che esistano.
Faccio un esempio concreto recentemente ho ascoltato online diverse  lezioni di uno straordinario musicista e credo didatta Marco Pierobon ed ogni volta ad ogni lezione è stato in grado di dare una serie di informazioni utilissime per l'apprendimento . Alcune di queste informazioni le formalizzava , altre le suonava (cosa non da poco ) .
Faccio un esempio concreto che ha rimandato la mia memoria ad una lezione che ho ascoltato con il sax diversi  anni fa da altro straordinario musicista . Prendete una nota del registro centrale quindi suonatela con il più bel suono che potete  (e la suona )quindi spostatevi di un tono e fate lo stesso (mantenendo omogeneità di suono ecc...).
Le vostre orecchie sono il migliore alleato. ....... 
L'attenzione al proprio suono dal mio punto di vista distingue un grande musicista da un medio musicista. Ed utilizzo lil termine musicista non a caso perché a mio modo di vedere questo aspetto lo troviamo non soltanto dove è evidente tromba flicorno ma anche sax clarinetto o violino viola basso pianoforte.
Diffido da sempre dell'opinione di chi ritiene che il pianista sia facilitato perché deve semplicemente pigiare un tasto  o il chitarrista una corda  ed il sassofonista o il trombettista sia invece più in difficoltà perché deve emettere un suono con tutto ciò che sapete.   voi che ne pensate individuate altri elementi che si possano riferire  ad altri strumenti?

Offline Norman

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Concordo su tutto quello che hai scritto, ma aggiungo un fattore che per me distingue la tromba da molti altri strumenti (sicuramente da piano e chitarra): per me la tromba è uno strumento difficilissimo da insegnare, più che da imparare. È difficile perché la stragrande maggioranza di quello che serve per suonare è complesso da spiegare e da percepire. Banalmente, le cose importanti non si vedono ad occhio nudo. Se a questo aggiungiamo che ogni insegnante ed ogni allievo sono unici ed irripetibili, il quadro è veramente complesso.

Per me un bravo insegnante ovviamente deve saper suonare bene, ma soprattutto deve essere bravo a capire come comunicare con ogni singolo allievo in modo tale da dargli solo le informazioni che gli servono in quel particolare momento, e niente di più, per non creare confusione ed ottenere i risultati migliori possibili. Non è assolutamente facile.

Ma a mio parere per la tromba è anche particolarmente importante l’attitudine dell’allievo, perché proprio la difficoltà di questa comunicazione esige massima attenzione, concentrazione ed apertura mentale. Spesso mi è capitato di vedere gente presentarsi ad insegnanti bravissimi quasi volendo dire a loro come dovevano insegnare... Insomma, con uno strumento con il quale è difficile dimostrare chiaramente cosa sia giusto e cosa no la predisposizione dell’allievo ad ascoltare e “fidarsi” è importantissima.

Entrando un po’ più nel tecnico, come molti per anni sono andato alla ricerca del “sacro graal” dell’impostazione, per poi convincermi alla fine che le vere fondamenta di tutto consistano nel respirare bene, il che è molto meno scontato di quanto si pensi.
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Offline fcoltrane

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Anche io credo che negli strumenti a fiato respirare bene sia fondamentale, anche a basso livello, nel senso che se non sai respirare difficilmente sai emettere.   
 ritengo però che ad altissimo livello la respirazione sia importante anche in strumenti come il piano così come concetti di postura impostazione rilassatezza,  tecnica di produzione del suono che sono comuni a tutti i musicisti. (e sono questi aspetti che rappresentano un comune denominatore )
ma quello che è veramente importante è l'attitudine del musicista o dell'allievo all'ascolto.
Un po di anni fa ho partecipato ad un seminario con un bravo flicornista bopper che fece un esempio di come fosse possibile per un batterista amplificare-evidenziare o stroncare-ovattare il suono del flicorno.
Il flicornista suonava sempre alla stessa maniera ed in un caso faceva suonare il piatto in un certo punto , in altro esempio spostava il punto in cui le bacchette dovevano toccare il piatto . L' effetto era straordinario era come un effetto deley, e mi ha fatto venire in mente cosa significhi interplay.
Io posso dire con certezza che di tecnica trombettista o del flicorno non ne so nulla ma gli esempi che faceva Pierobon sono talmente chiari che anche con le orecchie foderate di prosciutto si riesce a capire....

Offline Norman

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Hai ragione, alla fin fine in tutti gli strumenti il primo obiettivo è saper produrre il suono giusto per quello che si deve suonare, e non è per niente banale neanche con strumenti che a prima vista sembrerebbero meno sensibili al “tocco” di chi suona.

Ed è anche assolutamente vero che da quelli bravi si impara anche solo ad ascoltare.
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