Author Topic: Come studiare il suono e l improvvisazione  (Read 297 times)

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Offline fcoltrane

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Come studiare il suono e l improvvisazione
« on: October 11, 2020, 09:59:30 AM »
Lo ripeto sempre per me esiste un legame molto forte tra gli strumenti e le tecniche di apprendimento. Sono convinto che esista tra tutti gli strumenti ma per quelli a fiato è proprio strettissimo. Come si fa imparare ad improvvisare con uno strumento che suona una nota per volta? Come fai a rappresentare un accordo con una frase? Come fai a studiare il suono intendendo non solo il suono della singola nota ma di una frase . Qui la trombettista che a me piace molto e che ha un suono da paura lo spiega e lo fa ascoltare.    Io posso aggiungere quello che è stato insegnato a me . Prendi una tastiera o un qualsiasi generatore di accordo . Metti un singolo accordo come base... io preferisco minore per una serie di ragioni. E comincia a suonare magari prima intervalli semplici e poi vere e proprie frasi . Prima utilizza le note dell’accordo poi della scala e poi qualche cromatismo .......prendi tutto il tempo che vuoi ed il suono più bello di cui sei capace.  Se riesci a suonare per un ora sul singolo accordo riuscirai in breve a costruire il tuo linguaggio con frasi melodiche che ti piacciono.       https://youtu.be/AgU_6Q-9TT4       Chi studia così?

Offline Norman

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Re: Come studiare il suono e l improvvisazione
« Reply #1 on: October 11, 2020, 01:36:43 PM »
Condivido quello che dici sul legame tra strumento e modo di apprendimento, ma più in senso “negativo” che altro, nel senso che a mio parere le caratteristiche, e soprattutto le difficoltà dello strumento influenzano il modo in cui suoni e possono portarti a trascurare aspetti anche importanti.

Quello che dici sullo studio su un singolo accordo è molto vero, è uno dei tanti la oro che, ad avere il tempo, mi piacerebbe fare, perché ti forza a sviluppare la sensibilità per l’armonia, ad imparare a costruire frasi che abbiano un senso musicale, e che non siano semplicemente una sequenza di note “giuste”. Penso che questo valga per tutti gli strumenti, solo che alcuni strumenti ti portano a suonare in maniera più cerebrale: io per esempio con la chitarra ad un certo punto mi ero reso conto che suonavo con le mani, e non con la testa, e questo sentendo le mie poche registrazioni di allora si sente, a risentirmi mi rendo conto che suonavo senza “dire” niente. La tromba invece mi forza a suonare pensando alla melodia, e mi ha educato l’orecchio molto più di quanto abbia fatto la chitarra. Per altro verso però la tromba, per le difficoltà che comporta, a mio parere ha un altro “problema”: spesso chi suona è talmente concentrato sul mero fatto di emettere I suoni che viene a mancare la “vocalità”, quell’insieme di accorgimenti (suono, dinamica, espressione) che danno vita alla melodia. Questo aspetto invece sulla chitarra viene più naturale. Spesso mi capita di sentire strumentisti a fiato che suonano in maniera molto meccanica, quasi “accontentandosi” di far uscire le note giuste, finendo per suonare quasi come dei sequencer.

Tornando all’esercizio, ripeto che per me è molto utile, e lo è particolarmente per chi studia jazz, che spesso è portato a farsi “portare” dalle progressioni di accordi, finendo sostanzialmente per suonare sempre le stesse cose. Invece dandosi il tempo di “esplorare” per bene un accordo si ha la possibilità di sperimentare più alternative.

Mi rammarico di non aver la possibilità di fare questo lavoro, proprio ora che invece dal punto di vista tecnico mi sento più solido che mai, e quando devo improvvisare purtroppo si sente.
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Offline fcoltrane

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Re: Come studiare il suono e l improvvisazione
« Reply #2 on: October 12, 2020, 08:15:44 AM »
questo che dici lo condivido è chiaro che se hai difficoltà tecniche con lo strumento la tua improvvisazione ne risente.
Uno degli studi tecnici col sax è di studiare scale e accordi su tutto il registro (dalla nota più bassa a quella più alta) come nella tromba anche per il sax più ti allontani dal centro più difficoltà hai in relazione a intonazione omogeneità e gestione della dinamica.
Un altro studio che recentemente ho ascoltato anche nella tromba è quello di non essere vincolati dal primo grado dela scala maggiore ma al contrario di creare varietà.
Per fare un esempio con la tromba se sei abituato a suonare scale maggiori sempre dalla tonica  e ti sei spaccato le dita a forza di suonarle poi nella tua improvviszione magari le dita prenderanno il sopravvento. (lo diceva un bravissimo jazzista trombettista  per alcuni allievi ed io mi rivedo esattamente col sax :-X
Questa settimana poi abbiamo suonato in tre piano chitarra e tromba-sax.
il pianista ed il chitarrista non sono malaccio ma senza sezione ritmica hanno diversi problemi di gestione del tempo e nell'accompagnare il solista di contrapposizione degli accordi.(piano chitarra)
Nel solo poi succede spesso esattamente ciò che dicevi dela prevalenza delle dita rispetto a frasi melodiche di lungo respiro. (e con evidenti problemi di tempo della serie si cominciano a suonare crome si velocizza e tutto diventa meccanico)
Perché succede ? perché nessuno di noi è davvero in gamba come improvvisatore.
L'aspetto deleterio è che in questa formazione  riusciamo con difficoltà a suonare il nostro standard medio.
Io che sono un rompicogglioni ho imposto una serie di paletti .
Primo se non riesci a tenere il tempo su uno standard si suona con il metronomo.
Secondo quando suoni e fai un chorus alla fine devi sapere dove hai velocizzato.
Terzo devi sapere dove hai improvvisato meglio e dove hanno prevalso le dita.
Quarto devi sapere lo stesso anche per chi suona con te.
Morale della favola al 2 punto ed alla seconda interruzione stavamo arrivando alle mani  ;D.

Per me non c'è altra strada .(a fine serata tutti e tre suonavamo molto meglio .....)
Penso poi ad un seminario con Bebo Ferra con un nugolo di chitarrista motivati..... e più tardi ve ne parlo ora vado a lavoro.... sono sempre più convinto che le difficoltà sono le stesse il suono o la risonanza  concetto caro ai trombettisti lo ho trovato anche nella chitarra.....

Offline Norman

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Re: Come studiare il suono e l improvvisazione
« Reply #3 on: October 17, 2020, 06:07:38 AM »
Beh, piano e chitarra senza ritmica non è per niente semplice come combinazione, sono strumenti che si “sovrappongono”, e per farli andare d’accordo ci vuole una grande intesa tra i due musicisti ed una grande capacità di ascoltarsi a vicenda.

Quanto a suono e risonanza, certo che sono importanti anche con la chitarra, ed anche col piano. Con la chitarra il modo in cui metti le mani sullo strumento, la tecnica di pennata o pizzicato, ogni cosa influenza il suono, per non parlare dello strumento stesso, le corde... Le poche volte che ho ripreso in mano la chitarra in questi anni l’aspetto che più evidentemente mi rendevo conto di aver perso era proprio la capacità di suonare pulito, senza suoni non desiderati (che soprattutto con la chitarra elettrica sono fastidiosissimi). Il suono è l’aspetto più importante con ogni strumento, è la tua voce, è quello che allo stesso tempo ti caratterizza e cattura l’attenzione di chi ascolta, e se è una bella voce più facilmente la mantiene.

L’altro aspetto è la musicalità: per me per essere bravi improvvisatori prima di tutto bisogna avere delle idee musicali in testa e nelle mani. È per questo che credo che prima di lanciarsi veramente nel mondo dell’improvvisazione bisogna macinare tanto suonando roba altrui. Non è un caso che il principale consiglio che viene dato a chi chiede lumi in merito è di trascrivere e suonare soli altrui. Ed è per questo che secondo me per un musicista dilettante che deve cimentarsi con gli standard non è una bestemmia suonare soli imparati a memoria. È un passaggio secondo me necessario ed utile ad assimilare un vocabolario su cui poi costruire il proprio linguaggio personale, e che nel mentre magari ti evita anche di fare brutte figure cercando di fare il passo più lungo della gamba...
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Re: Come studiare il suono e l improvvisazione
« Reply #4 on: October 18, 2020, 12:56:28 PM »
Questa cosa che dici del suono della chitarra lo condivido e posso raccontare la mia esperienza di ascoltatore Bebo Ferra ha ad esempio un modo di accompagnare il solista che fa la differenza. Ricordo bene Dino Rubino che suonava il Flicorno e si crea quel miracolo musicale che è per me la base della improvvisazione. (Un insieme di suoni che si amalgamano, intesa anche del particolare ecc) Lo stesso Principio  lo ho ascoltato da Parte di Osvaldo Corsaro Pianista siciliano che spiegava Bill Evans e gli accordi che utilizzava o da parte di Barry harris con monk. Che dire questa è la musica Che adoro e che cerco di suonare con risultati modesti .