Certamente la tecnica si apprezza sempre ! Su questo nulla quaestio !
Ad es. a me piacciono molto le big band ed anche le sezioni fiato, che nel loro piccolo, se ben studiate, Possono regalare nell'ascolto o nel suonarci belle soddisfazioni.
Nei contrappunti, nelle dissonanze nell' uso di tensioni in supporto agli accordi base , ecc . anche in esse la capacità di eseguire i brani non è così facile e scontata : devi contare ed entrare quando è il momento, quasi sempre in levare , forse è anche più difficile perchè sei legato agli altri elementi e non puoi permetterti sbavature,( a volte il solista invece può prendersi anche qualche licenza, in sezione no.
Anche in sezione saper/far swingare un brano non è che sia poi così dietro l'angolo ) .
E' ovvio che più hai tecnica , più imiti meglio un artista od il brano, e più hai possibiità di esprimerti anche nel tuo modo di suonare.
Indubbiamente bisogna capire per chi e che cosa ci si sta proponendo .
Se ti stai proponendo come artista in modo personale è indubbio che il pubblico si focalizzi di più sul "tuo" messaggio musicale. ( Poi puoi piacere o non piacere, proporsi è anche una scelta che , per chi decide di farla, deve portare anche chiedersi/interrogarsi , nel caso in cui non si sia " arrivati al pubblico " se ed in cosa, su cosa bisogna lavorare per migliorare. Questi sono aspetti che un professionista valuta ed eventualmente accetta .
Se non sei un professionista, il rischio di quando si interpreta un brano sullo stile di.... è che se esci fuori dalla "copiatura" per imbarcarti in una interpretazione/variazione sul tema/sul solo , il tuo modo di sentire il brano potrebbe risultare distante da come lo sentiva l'esecutore originale , e creare/far percepire una discontinuità agli ascoltatori nello scorrimento dello stile del brano.
Quando si ascolta qualcuno, che padroneggia la sua esposizione/interpretazione, si sente comunque continuità in tutto ciò che esprime/suona, e quantunque introduca variazioni, si sente che quello che suona gli è proprio e gli appartiene: è proprio del suo modo di suonare/comunicare.
Il limite (se c'è) del suonare , sullo stile di ... è proprio appunto quello che chi ti sta ascoltando possa percepire discontinuità nell'esposizione del brano
Creare e comunicare il tuo modo di suonare/interpretare, ( come dice molto bene Mar : comunicare con le note le tue emozioni , far vedere come sei fatto dentro, cosa ha suscitato quel brano in te ) è un cosa propria di ognuno, ed è bello , ascoltando un artista , sentire il suo modo personale di proporsi, (Può piacerti o meno, ma comunque apprezzi ciò che l'artista ti sta' offrendo..)
"Se" ti vuoi proporre, devi imparare a cercare dentro di te ed imparare/provare a comunicarlo.
Tempo fa ad una rassegna Jazz ,ascoltai un gruppo professionista, che oltre a presentare degli standard Jazz presentò dei propri brani musicali, ed erano veramente interessanti , tant'è che alla fine del concerto gli andai a chiedere se avessero un CD da vendermi, dei loro brani.
Lo comprai, e gli chiesi come mai non avessero fatto un concerto tutto incentrato sui loro brani, (devo dire notevoli e che si ascoltavano con interesse nella loro originalità).
La risposta fu un po' scontata (perchè già ascoltata altre volte) e triste , infatti mi spiegarono che loro erano tutti musicisti professionisti e che vivevano con la musica ) purtroppo però gli impresari dei locali non li avrebbero chiamati a lavorare se non avessero suonato brani conosciuti e famosi; per gli impresari presentare/ospitare/pagare un gruppo (seppur bravo) ma poco noto, avrebbe costituito il rischio di trovare poche persone (avventori) poco disposte a venire ad ascoltare persone/brani non conosciuti e questo era un rischio che gli imprenditori non volevano/potevano assumersi.
Morale della favola : Per noi che non siamo professionisti (almeno io), regaliamoci almeno la possibilità di essere noi stessi o quantomeno di provare ad esserlo. (Nei nostri piccoli o grandi limiti )