Author Topic: Tribute band  (Read 458 times)

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Offline dirtysound

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Re: Tribute band
« Reply #15 on: July 30, 2023, 09:11:05 PM »
Certamente la tecnica si apprezza sempre ! Su questo nulla quaestio !
Ad es. a me piacciono molto le big band ed anche le sezioni fiato, che nel loro piccolo, se ben studiate, Possono regalare nell'ascolto o nel suonarci belle soddisfazioni.
Nei contrappunti, nelle dissonanze nell' uso di tensioni in supporto agli accordi  base , ecc . anche in esse la capacità di eseguire i brani non è così facile e scontata : devi contare ed entrare quando è il momento, quasi sempre in levare , forse è anche più difficile perchè sei legato agli altri elementi e non puoi permetterti sbavature,( a volte il solista invece può prendersi anche qualche licenza, in sezione no.
Anche in sezione saper/far swingare un brano non è che sia poi così dietro l'angolo ) .
E' ovvio che più hai tecnica , più imiti meglio un artista od il brano, e più hai possibiità di esprimerti anche nel tuo modo di suonare.
Indubbiamente bisogna capire per chi e che cosa ci si sta proponendo .
Se ti stai proponendo  come artista in modo personale è indubbio che il pubblico si focalizzi di più sul "tuo" messaggio musicale. ( Poi puoi piacere o non piacere, proporsi è anche una scelta che , per chi decide di farla, deve portare anche  chiedersi/interrogarsi , nel caso in cui non si  sia " arrivati al pubblico " se ed in cosa, su cosa bisogna lavorare per migliorare. Questi sono aspetti che un professionista  valuta ed eventualmente accetta .
Se non sei un professionista, il rischio di quando si interpreta un brano sullo stile di.... è che se esci fuori dalla "copiatura" per imbarcarti in una interpretazione/variazione sul tema/sul solo ,    il tuo modo di sentire il brano potrebbe risultare distante da come lo sentiva l'esecutore originale , e  creare/far percepire una discontinuità agli ascoltatori nello scorrimento dello stile  del brano.
Quando si ascolta qualcuno, che padroneggia la sua esposizione/interpretazione, si sente comunque  continuità in tutto ciò che esprime/suona, e quantunque introduca variazioni, si sente che quello che suona gli è proprio e gli appartiene: è proprio del suo modo di suonare/comunicare.
Il limite (se c'è) del suonare , sullo stile di ... è proprio appunto quello  che chi ti sta ascoltando possa percepire  discontinuità nell'esposizione del brano
Creare e comunicare il tuo modo di suonare/interpretare, ( come dice molto bene Mar : comunicare con le note le tue emozioni ,  far vedere come sei fatto dentro, cosa ha suscitato quel brano in te ) è un cosa propria di ognuno, ed è bello , ascoltando un artista , sentire il suo modo personale di proporsi, (Può piacerti o meno, ma comunque apprezzi ciò che l'artista ti sta' offrendo..)
 "Se" ti vuoi proporre, devi imparare a cercare dentro di te ed imparare/provare a comunicarlo.
Tempo fa ad una rassegna Jazz ,ascoltai un gruppo professionista, che oltre a presentare degli standard Jazz presentò dei propri brani musicali, ed erano veramente interessanti , tant'è che alla fine del concerto gli andai a chiedere se avessero un CD da vendermi, dei loro brani.
Lo comprai, e gli chiesi come mai non avessero fatto un concerto tutto incentrato sui loro brani, (devo dire notevoli e che si ascoltavano con interesse nella loro originalità).
La risposta fu un po' scontata (perchè già ascoltata altre volte) e triste , infatti mi spiegarono che loro erano tutti musicisti professionisti e che vivevano con la musica )  purtroppo però gli impresari dei locali non li avrebbero chiamati a lavorare se non avessero suonato brani conosciuti e famosi; per gli impresari presentare/ospitare/pagare un gruppo (seppur bravo) ma poco noto, avrebbe costituito il rischio di trovare poche persone (avventori) poco disposte a venire ad ascoltare persone/brani non conosciuti e questo era un rischio che gli imprenditori non volevano/potevano assumersi.
Morale della favola : Per noi che non siamo professionisti (almeno io), regaliamoci almeno la possibilità di essere noi stessi o quantomeno di provare ad esserlo. (Nei nostri piccoli o grandi limiti )  :)
Bb Conn 38B ; Bb Scodwell standard con  trimmer kit Harrelson - Taylor ; mouthpiece Bruno Tilz Spetial 11F e 10 , Bach 11C , Monette BL2S3 stc1

Offline Mar

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Re: Tribute band
« Reply #16 on: July 31, 2023, 03:58:10 PM »
Tutto giusto quello che leggo, l'unica cosa su cui sono stato frainteso è che io parlavo di idee proprie anche a costo di commettere errori, errori originali. Non parlavo di brani originali.
E' il jazz signori, un linguaggio che è stato sviluppato fino quasi all'esasperazione, e l'unica cosa che si può portare di nuovo è se stessi: le proprie idee, il proprio suono, i propri errori e le proprie emozioni.
Gli standard sono il campo da gioco. Conoscerli e capire come sono stati affrontati da grandi interpreti del passato è più che doveroso.
Affrontarli in modo originale con quel tanto o quel poco che si ha, a livello tecnico e/o creativo, è un atto di coraggio dovuto, altrimenti manca lo spirito del jazz, e credetemi, si sente. Tribute band e cover band nel senso stretto del significato, nel jazz, secondo me, non hanno senso.
Composizioni originali sono poi un salto di livello ulteriore. Per proporre qualcosa di completamente originale a un pubblico che in qualche modo per ascoltarti ha pagato (in tempo, o consumazioni obbligatorie, o ticket di ingresso) presuppone una alta competenza e una buona dose di autostima, meglio se ben motivata e ben riposta.