sono d'accordo, d'accordissimo, a patto che non si chieda agli altri di leggere i nostri testi.
Io insisto a lamentarmi della piaga, tutta italiana, rappresentata dai numerosi scrittori e dagli scarsi lettori.
Gli editori sono sommersi sia da discutibili manoscritti sia da ingiustificati reclami per averne negato la pubblicazione.
Non sono pienamente d'accordo su una cosa:
chiedere il parere - meglio se autorevole - ad altri aiuta costantemente a sviluppare il confronto e a stimolare al miglioramento, a patto che si sappiano riconoscere le critiche costruttive.
Coloro i quali inondano le scrivanie e le case editrici con lavori di pessima fattura ( troppi, su questo hai ragione) molto spesso sono coloro che si sentono "aritsti, poeti o scrittori" già affermati e di innato talento, che non accettano le critiche e che hanno la stupida pretesa che quello che scrivono sia degno di immediata pubblicazione senza essere mai passati sotto la mano di qualche seria penna critica.
Non credo che il nostro Gennarino si senta Moravia, Ungaretti o Nancy ( anche se a quest ultimo è vicno nel modo contorto d'espressione
) però una cosa è certa: al di là della sua grammatica tutta personale, trovo nei sui molteplici e incredibili interessi una non comune genuinità e passione.
Così come trovo nei tuoi intervent, caro barbagianni, sempre molta intelligenza e cultura.
Credo che tra voi due non intercorrano solo molti libri non letti bensì anche molti anni non ancora vissuti
.