Author Topic: la tecnica classica per il jazz  (Read 446 times)

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Offline fcoltrane

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la tecnica classica per il jazz
« on: September 28, 2020, 09:03:48 PM »
Oggi ho assistito ad una lezione di tromba su Youtube. Non vi dirò chi era l’insegnante perché probabilmente lo conoscete e neppure l’allievo. La lezione era di tecnica strumentale e alcuni esercizi prevedevano la velocità nella esecuzione delle scale. Poi altri esercizi sempre sulle scale ed altro ancora. Mi è venuto in mente che In tanti anni  col sax non ho fatto nulla di simile . Anche perché poco utile per suonare jazz .  Lo studente credo studiasse da più di dieci anni e faticava non poco per suonare al livello richiesto dal maestro. Ed ecco la mia domanda :Quando vi è capitato di divertirvi e di godere della musica che studiavate? Ossia andare a lezione è un momento di frustrazione o di godimento e piacere?  Io non sono un musicista professionista e per me la musica è sempre stato un momento di piacere , a volte anche quando venivo fustigato dal mio insegnante 😂😂.       Ed infine la vostra tecnica classica e passata attraverso quegli studi terrificanti prima di suonare jazz.   Per chi lo suona....

Offline toro

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Re: la tecnica classica per il jazz
« Reply #1 on: September 28, 2020, 09:28:51 PM »
 Dipende come uno vede la fustigazione: se come un supplizio oppure come un atto volto al miglioramento.
Io ho sempre suonato solo per divertimento,e le lezioni erano un supplizio esagerato,ma è anche vero che mica lo avrei fatto di mestiere deltrombettista,e quindi dopo i primi anni di rudimenti pallosi ho fatto da me rimanendo ad un livello medio scarso.....ma in fondo forse era quello al quale ambivo: divertimento e niente altro.
Diverso se sei un ambizioso,ti vuoi migliorare,vuoi primeggiare ....devi farti il mazzo,non si scappa.Poi credo,che arrivato la in alto,  la goduria sarà immensa,e dall’alto vedrai tutte quelle mezze pippe alle prese con gli acuti che tirano di quei fischioni inascoltabili.
Studia che è meglio ;)
La bicicletta somiglia, più che ad ogni altra macchina, all’aeroplano, essa riduce al minimo il contatto con la terra e soltanto la sua umiltà le impedisce di volare....

Offline Norman

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Re: la tecnica classica per il jazz
« Reply #2 on: October 01, 2020, 08:03:56 AM »
Anche per me andare a lezione è stato sempre un grande piacere ed uno stimolo, qualsiasi cosa che si facesse, ed anche quando pure io mi sono preso la mia buona dose di "bastonate". Io ho sempre trovato motivazione nella parte "noiosa" dello studio nella consapevolezza del fatto che serve per rendermi un musicista migliore. L'altro fattore importante è che qualsiasi cosa si faccia con lo strumento deve sempre essere affrontata con l'idea che in ogni caso si sta facendo musica, e quindi anche la più banale delle scale deve essere suonata come se si stesse eseguendo un concerto, curando musicalità, suono e via dicendo (en passant, è uno dei motivi per cui sono molto perplesso sull'utilità di un metodo come il Caruso...).

Su quello che hai visto è difficile fare commenti, non sapendo di cosa si tratti, ma una cosa la posso dire: ogni volta che a lezione avevo difficoltà con un esercizio, la prima cosa che mi facevano fare (tutti gli insegnanti che ho avuto) era abbassare la velocità fino a trovare quella che mi permetteva di eseguire l'esercizio alla perfezione, per poi aumentarla gradualmente. Tutti gli insegnanti che ho avuto mi hanno insegnato che la cosa più importante è eseguire l'esercizio perfettamente, e che poi la velocità viene da sé piano piano, e che non serve a niente continuare a sbattere la testa ripetendo un esercizio sbagliato, l'unica cosa che può succedere è che invece che a farlo giusto impari a farlo sbagliato... Davvero, in ogni caso in cui sbagliavo, non oltre il secondo tentativo inevitabilmente arrivava un "prova a farlo un po' più lento". Questo vale per qualsiasi esercizio o brano, non solo per le scale, inseguire la velocità a tutti i costi per me è sbagliato, la priorità è suonare giusto, senza scrocchi, col suono giusto ed intonato.
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Offline fcoltrane

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Re: la tecnica classica per il jazz
« Reply #3 on: October 01, 2020, 08:38:02 AM »
La lezione che ho visto mi è servita solo come spunto , non la posto qui perché le mie sono solo elucubrazioni mentali..... (e poi mi sembra irrispettoso commentare pubblicamente lezioni su YouTube non conoscendo nulla del percorso dello studente e senza una sua autorizzazione) . La mia esperienza con gli strumenti musicali è simile a quella di Norman . La velocità per me non è mai stata una priorità. Prediligo altri aspetti ..... certo è che ha un costo questa scelta perché ad esempio brani come Giant steps a velocità standard mi sono preclusi così come  i temi be-bop sostenuti. ( e sto parlando del sax perché con la tromba siamo alla preistoria. Non ho capito il riferimento al metodo Caruso. Nel senso che teoricamente sì può creare musica anche con un singolo suono a dinamica bassissima...   Per Toro sicuramente continuo a studiare anche perché non ho raggiunto il punto zero. Devo essere in grado di suonare almeno due ottave con estrema facilità e controllarne tutti gli intervalli compresi. E ad oggi non ci siamo 😀😀

Online eugeniovi

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Re: la tecnica classica per il jazz
« Reply #4 on: October 01, 2020, 05:24:24 PM »
Forse dipende dal fatto che Caruso non si basa sulla musicalità ma sulla 'ginnastica' dei muscoli che servono all'imboccatura. Lui stesso dice che anche se non esce un suono 'ideale' o prorpio non esce  :) di fare l'esercizio perchè lo scopo non è quello e comunque lo dichiara. Aggiungi poi che sono di una noia mortale ed ecco forse giustificato il riferimento. Ho letto poi che se non fatto nel modo corretto fai anche danni ai muscoli, un po' come quando li forzi. Pero' nel metodo si mettono tempi giornalieri di esecuzione proprio forse per evitare questo. Ha fatto discepoli che hanno continuato il lavoro sui suoi concetti, due o tre di questi (non ricordo esattamente) hanno pubblicato Flexus, per me non male come metodo. Ciao

Offline Norman

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Re: la tecnica classica per il jazz
« Reply #5 on: October 01, 2020, 05:38:45 PM »
Esatto Eugenio, è proprio per quello. Io proprio non credo che suonare la tromba sia una questione di “forza” nel senso in cui la intendeva Caruso (il metodo non per nulla si chiama “calisthenics”). Al contrario credo che questo approccio molto facilmente possa generare fraintendimenti e veri e propri danni, mentre nella migliore delle ipotesi, per me, è sostanzialmente superfluo. I normali esercizi di tecnica di base, se eseguito correttamente, sono più che sufficienti ad “allenare” la muscolatura necessaria, ed allo stesso tempo ti permettono di lavorare sugli aspetti prettamente musicali.
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Offline fcoltrane

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Re: la tecnica classica per il jazz
« Reply #6 on: October 01, 2020, 09:08:01 PM »
Come autodidatta capisco poco dei metodi Ed il Caruso è uno di questi e cerco sempre di prendere da ciascun metodo ciò che posso è che ritengo utile . Il principio guida per me è Sempre produrre suono con il minor sforzo di cui sono capace. Idealmente su quelle sei note io penso ad una unica emissione e poi l’aria fa il suo dovere basta non provare a cambiare nulla a livello di labbro e di emissione ma sostenere le note. Ormai per abitudine quello che cambia avviene non al livello di emissione ma al livello di apparato lingua laringe pomo di Adamo eccc..e tutto avviene a mia insaputa. Meno intervengo è più sento i suoni omogenei . ....quando invece devo salire e sento di non essere in grado di sostenere il suono mi capita di comprimere l’aria e subito il suono prima si strozza e poi si tappa. Per me la chiave è sempre il suono e quindi un metodo che prescinde non mi si addice: oppure lo adatto alle mie esigenze e quindi ad esempio provo a produrre un suono talmente piano da non potersi definire tale Ma sempre omogeneo ma provando ad incrementare l’estensione.   Per il resto studio solo scale ed accordi e qualche intervallo.   

Offline Norman

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Re: la tecnica classica per il jazz
« Reply #7 on: October 02, 2020, 11:16:49 AM »
Ecco, se facendo le sei note pensi al suono... Non stai facendo il Caruso!

In generale, tutta la storia del non staccare il bocchino per respirare ecc ecc... Per me nella migliore delle ipotesi è superflua, nella peggiore ti porta ad avere un approccio troppo muscolare. Per me il Caruso ha dei benefici apparenti per chi ha un’impostazione inefficiente e, allora si, ha bisogno di consolidare una muscolatura che deve lavorare più del necessario. Ma stai certo che prima o poi il conto arriva comunque. Quando facevo quelle cose lì mi capitava di avere un rendimento molto incostante, di andare frequentemente in “overuse”, come gli atleti che si allenano molto intensamente, e comunque suonavo molto peggio di oggi e con molta più fatica. Lavorando invece sull’efficienza e sulla qualità sono arrivato ad avere risultati molto migliori facendo una frazione della fatica e pur studiando in maniera molto più incostante. Io lo ritengo un metodo superato. Mi dispiace perché c’è gente per cui il Caruso è una specie di Bibbia, ma io la penso così.
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Offline fcoltrane

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Re: la tecnica classica per il jazz
« Reply #8 on: October 02, 2020, 12:54:00 PM »
 ;D    e infatti dicevo che non mi si addice.
respirare dal naso non fa per me ( lo facevo quando applicavo la respirazione circolare ma con allergia e setto nasale deviato era una mezza tragedia :) )
poi a torto o a ragione mi sono convinto che l'impostazione è meno importante di altri aspetti (sarà pure perche la mia è del tutto fuori dall'ordinario con tutto il bocchino decentrato verso il basso   :-[)   .
ieri comunque era un momento di felicità ed arpeggiavo l'accordo di  re maggiore ed il suono dell'ottava alta era simile a quello di una tromba  ;D non più gattina ferita. Purtroppo però ancora solo con lo staccato con il legato ancora non ci siamo .

sono uscito un po ot.. comunque leggo le vostre esperienze con interesse...

Online eugeniovi

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Re: la tecnica classica per il jazz
« Reply #9 on: October 02, 2020, 02:40:13 PM »
.......sarà pure perche la mia è del tutto fuori dall'ordinario con tutto il bocchino decentrato verso il basso   :-[)   .


Se intendi che tieni il bocchino piu' sul labbro inferiore neanche lui scherzava ma non mi è poi sembrato un problema. :)

https://www.radioclubcalifornia.it/news/miles-davis-esce-lalbum-inedito-the-lost-septet/

Offline fcoltrane

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Re: la tecnica classica per il jazz
« Reply #10 on: October 02, 2020, 03:17:52 PM »
Yeahhhhhh che foto spettacolare ...ora che ho visto Lui sono in una botte di ferro 😂😂