Author Topic: Quale vibrato ?  (Read 1770 times)

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Offline fcoltrane

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Re: Quale vibrato ?
« Reply #30 on: August 07, 2020, 06:28:49 PM »
 Ehehe se un musicista sa suonare come Parker tanto di cappello , un sassofonista Che riesca a suonare come Trane e sappia replicare le striscie di suono ancora non lo ho sentito.

Offline Norman

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Re: Quale vibrato ?
« Reply #31 on: August 07, 2020, 06:36:44 PM »
È ovvio che si parla di tecnica di base, perché quanto a musicalità ovviamente certa gente ha semplicemente toccato il cielo. Anzi, loro sono il cielo per tutti noi.

Ed è anche ovvio che, se hanno fatto quello che hanno fatto, e soprattutto se non avevano una tecnica di base inappuntabile, è perché comunque anche da quel punto di vista avevano una predisposizione fisica e d’istinto per lo strumento fuori dal comune.

Detto questo, la didattica per fortuna si è evoluta, come tutte le cose, ed è diventata accessibile ad un numero molto maggiore di persone, e questo è solo un bene.

Faccio un altro esempio: Monk è stato un grandissimo pianista, oltre che compositore, ma solo un pazzo imposterebbe un allievo nel modo in cui suonava lui. Un pianista un’idea del genere non la prenderebbe mai in considerazione.
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Offline dirtysound

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Re: Quale vibrato ?
« Reply #32 on: August 07, 2020, 11:50:48 PM »
La considerazione finale relativa al pazzo ,  non l' ho mica capita. Tanti hanno impostato i propri allievi ad un modello da prendere come esempio....Monk no ?  Mi aiuti a capire meglio quello che vuoi dire ?
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Offline fcoltrane

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Re: Quale vibrato ?
« Reply #33 on: August 08, 2020, 09:52:37 AM »
È ovvio che si parla di tecnica di base, perché quanto a musicalità ovviamente certa gente ha semplicemente toccato il cielo. Anzi, loro sono il cielo per tutti noi.

Ed è anche ovvio che, se hanno fatto quello che hanno fatto, e soprattutto se non avevano una tecnica di base inappuntabile, è perché comunque anche da quel punto di vista avevano una predisposizione fisica e d’istinto per lo strumento fuori dal comune.

Detto questo, la didattica per fortuna si è evoluta, come tutte le cose, ed è diventata accessibile ad un numero molto maggiore di persone, e questo è solo un bene.

Faccio un altro esempio: Monk è stato un grandissimo pianista, oltre che compositore, ma solo un pazzo imposterebbe un allievo nel modo in cui suonava lui. Un pianista un’idea del genere non la prenderebbe mai in considerazione.
.    Oggi anche la tecnica pianistica ha fatto passi da gigante ed io intendo la frase di Norman nel senso della postura e del modo di mettere le dita sul piano . Perché esistono invece moltissimi pianisti ed anche insegnanti che sono in grado di suonare ed insegnare lo stile Di Monk. Uno di questi è Barry Harrys che ho avuto Il Piacere di conoscere. Analogamente esistono degli insegnanti che insegnano alcuni aspetti dello stile di Trane. O nella tromba di Clifford ecc..io non sono d’accordo che la musica Jazz sia tendenzialmente “Moribonda” e che non ci siano musicisti del livello dei grandi citati. È solo difficile trovarla perché l’offerta con YouTube È enormemente più ampia ed appare uniforme. Per fare un esempio ricordo un concerto di Brecker a Marsala che dal mio punto di vista non ha nulla da invidiare rispetto ai grandi citati ,

Offline Norman

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Re: Quale vibrato ?
« Reply #34 on: August 08, 2020, 10:44:31 AM »
Certo, parliamo di tecnica, non di stile!!!
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Re: Quale vibrato ?
« Reply #35 on: August 08, 2020, 07:01:05 PM »
Lo dicevo perché a volte tecnica e stile vanno A braccetto. Sei hai tecnica di emissione come Dave Liebman puoi provare a suonare alcune cose di Trane se invece la hai come il pur bravo Walter smith iii potrai suonare le stesse note ma il suono sarà sempre mancante di qualcosa. Un po’ come bosso che si può permettere di studiare lo stile di clifford o marsalis quello di Armstrong con ottimi risultati . Più è alta la tecnica più è facile esprimersi.

Offline dirtysound

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Re: Quale vibrato ?
« Reply #36 on: August 08, 2020, 09:14:53 PM »
Certo, una volta chiarito il contesto il senso dell'ultima considerazione appare evidente. Per quanto mi riguarda, le informazioni in mio possesso sulle critiche a T.Monk erano centrate sulla particolarita' degli accordi da lui utilizzati, che venivano definiti strani perché poco utilizzati e ancora non bene accettati nelle armonie in uso , non ero a conoscenza e non mi è ancora capitato di aver letto che fosse criticato anche per le impostazioni  pianistiche di tecnica di base. Letto così il post mi sembrava composto di due affermazioni non congrue fra loro. Non sempre è scontato che chi legge sia in possesso delle informazioni che a noi possono apparire "scontate "...Rimane sempre il piacere del dibattito  :)
Concludo dicendo, a riguardo del vibrato,   ascoltato nei brani di cui abbiamo parlato in questo post, che sembra quasi sempre attaccare direttamente all'inizio della nota.
Il post ha preso una piega che secondo me denuncia , in ognuno di noi, l'urgenza di parlare di come si suona oggi. In particolare , secondo me del contenuto espressivo del musicista, che è composto sì dalla tecnica , ma non è la stessa cosa, ne vogliamo parlare in un post apposito ? (E' già stato toccato in vari  post sparsi ma non è stato sviscerato ben bene, dagli interventi si sente che ognuno, vorrebbe dirne di più , che ne dite ?
Come lo intitoliamo ? "Il proprio suono ! Da dove  nasce ? "
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Offline Norman

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Re: Quale vibrato ?
« Reply #37 on: August 09, 2020, 06:40:26 AM »
Se guardi le foto, Monk suonava con le dita molto spesso diritte, invece che ad arco. Come facesse a fare quello che faceva suonando in quella maniera è un mistero, ma ripeto, il talento se c’è trova il modo di uscire. Basti pensare a cosa è riuscito a fare Michel Petrucciani...

Ancora una volta, la tecnica evolve, come gli strumenti. Oggi siamo nel 2020, e sarebbe un errore sclerotizzarsi nella contemplazione del passato in merito a questi aspetti, sarebbe come rifiutarsi di usare il computer per progettare un ponte...

Quanto alla musica oggi, prima di aprire una discussione apposita invito a sgomberare il campo da un equivoco, che già ho visto affiorare: in tanti si domandano perché non si vedano più all’orizzonte dei Miles e dei Clifford. Beh, io credo che sia un problema di aspettative sbagliate, perché con ogni probabilità non ci sono più le condizioni perché nasca quel tipo di artista lì. Come ho già accennato, non esiste più il contesto storico, sociale, culturale e musicale che ha prodotto quella musica in quel momento storico e che ha reso possibile che quella musica e quei musicisti lasciassero una traccia così profonda. I trombettisti che suonano oggi suonano sulla scia di un momento e di maestri che temo siano irripetibili, e credo che lo stesso valga per il jazz come per il rock. Forse vale addirittura per la musica tout court, perché mi sembra che la musica abbia perso la sua posizione di preminenza tra le forme d’arte che ha avuto indiscutibilmente nel secondo dopoguerra. Se penso a grandi artisti che hanno realmente lasciato una traccia negli ultimi 25 anni mi vengono in mente pochissimi musicisti e molti artisti figurativi e videomakers. Forse i nuovi Miles e Clifford li cerchiamo in un posto dove non possono essere, quantomeno qui ed ora.
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Re: Quale vibrato ?
« Reply #38 on: August 09, 2020, 06:08:56 PM »
Per tornare in argomento finalmente ho capito la citazione riferita a Miles 😂😂😂 cercavo una versione di embraceable you ed ascolto marsalis botti Chet e tutti la suonano su tonalità diversa rispetto a quella scelta dal mio amico trombettista per la serata che abbiamo a breve . Infine trovo la versione del citato h j e finalmente capisco il vibratone . Strano che sul real book sia questa la versione di riferimento in sol . Ora ascolto qualche orchestra dell’epoca dell’autore. Stando al discorso di Norman per rispettare lo stile Di Harry James dovrei imparare anche il vibratone .... ora ci provo e vi dico

Offline eugeniovi

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Re: Quale vibrato ?
« Reply #39 on: August 09, 2020, 06:29:40 PM »
Ehehe se un musicista sa suonare come Parker tanto di cappello , un sassofonista Che riesca a suonare come Trane e sappia replicare le striscie di suono ancora non lo ho sentito.
Ho scritto......con le scale....con le sheets of sounds e non come....ciao

Offline eugeniovi

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Re: Quale vibrato ?
« Reply #40 on: August 09, 2020, 06:34:07 PM »
......io credo che sia un problema di aspettative sbagliate, perché con ogni probabilità non ci sono più le condizioni perché nasca quel tipo di artista lì. Come ho già accennato, non esiste più il contesto storico, sociale, culturale e musicale che ha prodotto quella musica in quel momento storico e che ha reso possibile che quella musica e quei musicisti lasciassero una traccia così profonda. I trombettisti che suonano oggi suonano sulla scia di un momento e di maestri che temo siano irripetibili, e credo che lo stesso valga per il jazz come per il rock.........

Penso che sia la sintesi esatta. Ciao a tutti

Offline fcoltrane

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Re: Quale vibrato ?
« Reply #41 on: August 09, 2020, 07:04:47 PM »

Per Eugeniovi    pollices    Non avevo capito intendevi scimmiottare , perché per suonare le strisce di suono È necessaria una tecnica strumentale straordinaria ed un gusto per l improvvisazione altrettanto fuori dal comune . E mi interessava capire a quali sassofonisti facevi riferimento . Coltrane non suona delle scale sempre alla stessa maniera e neanche sempre le stesse scale  Quando suono le strisce di suono ha una tale varietà di fraseggio ed una grande capacità di Inserire cromatismi che non è facile da imitare.

Offline Zosimo

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Re: Quale vibrato ?
« Reply #42 on: August 11, 2020, 08:25:13 PM »
Se guardi le foto, Monk suonava con le dita molto spesso diritte, invece che ad arco. Come facesse a fare quello che faceva suonando in quella maniera è un mistero, ma ripeto, il talento se c’è trova il modo di uscire. Basti pensare a cosa è riuscito a fare Michel Petrucciani...

Ancora una volta, la tecnica evolve, come gli strumenti. Oggi siamo nel 2020, e sarebbe un errore sclerotizzarsi nella contemplazione del passato in merito a questi aspetti, sarebbe come rifiutarsi di usare il computer per progettare un ponte...

Quanto alla musica oggi, prima di aprire una discussione apposita invito a sgomberare il campo da un equivoco, che già ho visto affiorare: in tanti si domandano perché non si vedano più all’orizzonte dei Miles e dei Clifford. Beh, io credo che sia un problema di aspettative sbagliate, perché con ogni probabilità non ci sono più le condizioni perché nasca quel tipo di artista lì. Come ho già accennato, non esiste più il contesto storico, sociale, culturale e musicale che ha prodotto quella musica in quel momento storico e che ha reso possibile che quella musica e quei musicisti lasciassero una traccia così profonda. I trombettisti che suonano oggi suonano sulla scia di un momento e di maestri che temo siano irripetibili, e credo che lo stesso valga per il jazz come per il rock. Forse vale addirittura per la musica tout court, perché mi sembra che la musica abbia perso la sua posizione di preminenza tra le forme d’arte che ha avuto indiscutibilmente nel secondo dopoguerra. Se penso a grandi artisti che hanno realmente lasciato una traccia negli ultimi 25 anni mi vengono in mente pochissimi musicisti e molti artisti figurativi e videomakers. Forse i nuovi Miles e Clifford li cerchiamo in un posto dove non possono essere, quantomeno qui ed ora.


Infatti, non voi che siete tutti preparati, ma molti non capiscono che la musica si evolve ( come tante altre cose) con la società. Nel jazz sarebbe controproducente analizzare solo la musica e non vedere cosa succedeva in politica, economia ecc ecc. Poi su Monk si può aprire un capitolo, tecnicamente è sempre stato avversato come una pippa. Monk suonava bene anche la classica, ma non gli interessava perchè non era un mero esecutore, ma un Musicista , ma qui entreremmo in un altro discorso.
Tromba Bb:  Holton Revelation ('23)  Cinesina, Carol Brass 5000, Martin Committee ('48)
Cornetta: York Baronet ('55)
Flicorno: Couesnon Monopole Conservatorie ('60)
Bocchino: ideatore della penna Bar Rocco, Bris Bois e della tazza V6 Turbo