... credo che chi dice "impossibile" ha già un handicap che rimarrà tale in tutti gli "impossibili" che pronuncerà! una parola è molto potente sulla nostra psiche e può fare sia miracoli che danni!
Io non sarei così lapidario...
Dal vocabolario Treccani:
"Impossibile: agg. [dal lat. tardo
impossibĭlis, comp. di
in- e
possibĭlis «possibile»].
Che non è possibile, sia in senso assoluto sia in relazione a determinate persone o circostanze."
Volevo semplicemente dire che molto difficilmente nella vita reale (nei sogni tutto è possibile) quello che si pensa si possa tramutare in realtà.
Se io volessi imparare il
Concerto per Tromba di Rafaèl Mendez, so già che sarebbe un'impresa impossibile (parlo sempre per le
mie capacità); viceversa, se volessi imparare a suonare "
Trumpet Blues" di Harry James, potrei riuscirci (l'ho già fatto in passato), ma il che non vuol dire che io
suono come Harry James (magari!...), ma che, come diceva Norman, io mi posso
ispirare ad Harry James e lasciare che venga fuori la mia interpretazione di quel brano.
Ragione per cui (ribadisco che si tratta sempre della mia personalissima opinione), penso che invece sia molto costruttivo avere
sempre coscienza dei propri limiti, oltre che delle proprie capacità.
Qualsiasi insegnante degno di tale nome dovrebbe essere in grado di capire non solo se lo studente è dotato di talento e se è in grado di poter eccellere nello studio, ma dovrebbe anche indirizzarlo al meglio delle sue possibilità.
Come dicevo nel post precedente, perché non devo accontentarmi di quello che faccio, se ciò mi soddisfa?...
Non credo che in Italia (o altrove) ci sia una sovrappopolazione di Ferguson, Bosso, Morrison, André, Nakariakov, Smedvig, ecc., ma sicuramente ci sono molti e bravi (anche se non eccellenti) trombettisti.
Non capisco quindi perché ci si dovrebbe precludere l'accesso al "ceto medio" musicale: non ci può essere un esercito composto solo da generali!
Non vorrei uscire dal topic, ma posso dire che dalla musica ho avuto molte soddisfazioni: quando ero giovane, a cavallo degli anni '70 e '80, ho fatto di tutto: serate, concerti, spettacoli all'aperto e al chiuso, tournée nazionali ed estere, turni in sala di incisione, big-band, ecc..
Come ho detto più volte in precedenza nei vari post che ho inserito nel forum, quando frequentavo le sale d'incisione e i locali di spettacolo, tutto quello che facevo si riduceva a poche cose: breve riscaldamento prima di iniziare, intonazione col diapason e la massima precisione possibile durante la lettura delle partiture.
Non sono mai stato un
lead player (la mia estensione arrivava al massimo al "fa" un'ottava sopra quello al 5 rigo) e neanche un grande improvvisatore; però ho sempre trovato lavoro fino alla fine degli anni '90, quando per problemi vari sono stato costretto a smettere di suonare.
Ma questa è un'altra storia...