Author Topic: Marchi Italiani  (Read 4257 times)

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Offline toro

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Re:Marchi Italiani
« Reply #30 on: September 26, 2017, 01:54:06 PM »
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Tony ha scritto:Conosco buona parte dei produttori "indipendenti" di strumenti musicali ed accessori, nessuno di questi naviga nell'oro, neanche lontanamente, Monette incluso.
Senza piangersi addosso,questo capita anche in altri settori.....però se stanno sul mercato e' perché lo stimato profitto aziendale ha avuto il risultato previsto:in caso contrario l'imprenditore che vale questa parola ,esce dal mercato,oppure e' un po' fessacchiotto. salut
La bicicletta somiglia, più che ad ogni altra macchina, all’aeroplano, essa riduce al minimo il contatto con la terra e soltanto la sua umiltà le impedisce di volare....

Offline Mar

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Re:Marchi Italiani
« Reply #31 on: September 26, 2017, 03:40:04 PM »
L'imprenditore, se ha investito tempo e denaro, non esce dal mercato pur essendo in perdita perché spera che con il tempo possa ammortizzare al meglio l'investimento fatto per ottenere il suo prodotto. E di solito, il vero imprenditore, piccolo o grande che sia, appena riesce a rientrare dell'investimento fatto si tuffa in un'altra avventura, investendo nuovamente il capitale. 

Offline toro

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Re:Marchi Italiani
« Reply #32 on: September 26, 2017, 05:03:49 PM »
L'imprenditore, se ha investito tempo e denaro, non esce dal mercato pur essendo in perdita perché spera che con il tempo possa ammortizzare al meglio l'investimento fatto per ottenere il suo prodotto. E di solito, il vero imprenditore, piccolo o grande che sia, appena riesce a rientrare dell'investimento fatto si tuffa in un'altra avventura, investendo nuovamente il capitale. 
Il tempo stimato e' fatto di esercizi economici con profitti da rispettare,aldilà dei quali ,se il risultato d'impresa e' negativo,il soggetto imprenditore nel continuo della sua opera non può più ritenersi tale.
Saluti
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Offline gigispermaloso

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Re:Marchi Italiani
« Reply #33 on: September 26, 2017, 05:36:57 PM »
Questo topic è passato da "Marchi Italiani" a "Pillole di Imprenditorialismo"   felicissim felicissim felicissim


E per fortuna non è diventato "Lire Tedesche"!!  sbellicars sbellicars sbellicars
Tromba? Si, grazie

For those who like this kind of music, this kind of music they will like...

Offline anrapa

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Re:Marchi Italiani
« Reply #34 on: September 26, 2017, 07:03:11 PM »
Senza piangersi addosso,questo capita anche in altri settori.....però se stanno sul mercato e' perché lo stimato profitto aziendale ha avuto il risultato previsto:in caso contrario l'imprenditore che vale questa parola ,esce dal mercato,oppure e' un po' fessacchiotto. salut


Io penso che spesso, soprattutto quando l’impresa è piccola, è più probabile vedere la situazione prospettata da Mar: una volta che sei in ballo (e che non hai alternative) continui a ballare anche quando non stai facendo i soldi o quando ne stai facendo appena appena per campare. Ne ho viste diverse di situazioni così in questo campo ed è abbastanza deprimente. La differenza fra esistere o non esistere più è spesso una questione di 5-10 trombe in più o in meno all’anno.
Certe attività non se lo possono neanche permettere un business plan, viaggiano a vista barcamenandosi fra le tasse e la produzione, figurati se ragionano in termini di investimenti a lungo termine. Un produttore che conosco particolarmente bene compra uno o due blocchi pistoni per volta, una barra da 28mm per volta, due stracci per volta, una punta di trapano per volta. Altro che FIAT e common rail! :D

C’entra forse poco ma questo discorso mi ha fatto venire in mente uno dei mille messaggi simili che ricevo principalmente da trombettisti italiani (che pensano che io sia americano)

Good morning, I'm an italian trumpet player.
I need some of your accessories. I was thinking to a collaboration/endorsement. I don't know how you do in these cases.
Let me know,

È una questione culturale, non se ne esce...
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Offline toro

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Re:Marchi Italiani
« Reply #35 on: September 26, 2017, 08:18:49 PM »
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Tony ha scritto:Io penso che spesso, soprattutto quando l’impresa è piccola, è più probabile vedere la situazione prospettata da Mar: una volta che sei in ballo (e che non hai alternative) continui a ballare anche quando non stai facendo i soldi o quando ne stai facendo appena appena per campare.....
Ok Tony,sono situazioni all'ordine del giorno,però la disciplina imprenditoriale non le prevede come logica di comportamento aziendale per avere successo.
Solo questo intendevo dire. salut
La bicicletta somiglia, più che ad ogni altra macchina, all’aeroplano, essa riduce al minimo il contatto con la terra e soltanto la sua umiltà le impedisce di volare....

Offline anrapa

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Re:Marchi Italiani
« Reply #36 on: September 26, 2017, 08:35:59 PM »
Lo so, lo so. ;)
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Re:Marchi Italiani
« Reply #37 on: September 28, 2017, 04:01:36 PM »
Sul discorso "made in Italy", dato che non abbiamo una tradizione di grande artigianato di qualità, come ad esempio quella degli archi, di per sé per me non è un plusvalore. Lo diventa però nella misura in cui avere degli artigiani in Italia mi permette, almeno a parità di livello qualitativo, di avere qualcosa di più a livello di servizio, per esempio per quanto riguarda le customizzazioni. Di conseguenza per me è un valore accessorio.

Non credo che debbano essere i clienti a "premiare" il prodotto locale in quanto tale, penso che siano i produttori a guadagnarsi il mercato con la qualità dei prodotti.

Va detta però anche un'altra cosa, che Tony ha spesso sottolineato: che per avere dei produttori di qualità in Italia bisogna anche avere dei consumatori in grado di apprezzarla la qualità, e su questo onestamente ho forti dubbi.
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Re:Marchi Italiani
« Reply #38 on: September 28, 2017, 04:46:26 PM »
Non mi pare che la Spagna abbia chissà quale tradizione nella costruzione di ottoni. E poi VICENTE HONORATO IBÁÑEZ fondatore della Stomvi a quanto pare era un orafo.
Poi qui in Italia avevamo validi produttori (per l'epoca) visto che compositori del calibro di Verdi si rivolgevano a loro per realizzazioni particolari ( vedi le trombe egiziane...).
Forse si sono fermati lì, non hanno tirato fuori nulla di nuovo. Ma anche questo potrebbe essere confutato con l'esempio di Mario Corso. A me sembra più che altro che si sia voluto avere il massimo profitto col minimo sforzo, strategia che però ha portato un clamoroso declino dello standard, più che altro perché la concorrenza si è portata avanti.
E purtroppo ormai è una strada senza uscita. Non avremo forse mai un prodotto di serie di alto livello?
-Tromba sib: CONN Constellation 38B; Stomvi Combi
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-trombino: lo sto ancora cercando;)
-Pocket: Jupiter JTR-416
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-Flicorno Soprano: Elaborato Frankenhorn
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Offline anrapa

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Re:Marchi Italiani
« Reply #39 on: September 28, 2017, 05:21:49 PM »
È difficile “educare” la clientela quando il mercato converge verso una produzione standardizzata e di massa, se siamo quello che mangiamo e mangiamo pane e xxx per forza il nostro metro sarà xxx.
Quello che noto io è che gli strumenti “esotici”, quelli artigianali, sono molto ricercati fra musicisti di alto livello. Non so se accada perché sono curiosi, perché  insoddisfatti o perché sanno cosa vogliono e non possono averlo da ditte votate ai grandi numeri ma ogni volta che pubblico una novità i primissimi a contattarmi sono quelli forti. C’è molta richiesta per quello che è fuori dai canoni, per i colori accesi, per i pezzi unici.
Il rischio è di creare qualcosa che appare ma non ha sostanza ed è difficile raggiungere un equilibrio. Sono anch’io dell’idea che ormai è impossibile che qualche artigiano faccia il salto verso la produzione di massa, troppa concorrenza orientale, margini troppo bassi, troppo know how richiesto. Molto meglio investire i soldi in una capanna di palme su un’isola sperduta. :)
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Re:Marchi Italiani
« Reply #40 on: September 29, 2017, 09:39:28 AM »
Non mi pare che la Spagna abbia chissà quale tradizione nella costruzione di ottoni. E poi VICENTE HONORATO IBÁÑEZ fondatore della Stomvi a quanto pare era un orafo.
Poi qui in Italia avevamo validi produttori (per l'epoca) visto che compositori del calibro di Verdi si rivolgevano a loro per realizzazioni particolari ( vedi le trombe egiziane...).
Forse si sono fermati lì, non hanno tirato fuori nulla di nuovo. Ma anche questo potrebbe essere confutato con l'esempio di Mario Corso. A me sembra più che altro che si sia voluto avere il massimo profitto col minimo sforzo, strategia che però ha portato un clamoroso declino dello standard, più che altro perché la concorrenza si è portata avanti.
E purtroppo ormai è una strada senza uscita. Non avremo forse mai un prodotto di serie di alto livello?

Come dice Tony, di serie la vedo molto dura. Di certo se uno vuole entrare nel mercato delle trombe di serie allora la strada giusta non è certo quella dell'artigianato o del prodotto custom, ma fare sostanzialmente una copia delle Bach o delle Yamaha, farla meglio possibile e riuscire a venderla ad un prezzo accettabile, e provare a prendersi parte del mercato delle bande, ma non è per niente facile. Ci vuole qualcuno che abbia conoscenza del mercato, del prodotto e soldi da investire, onestamente non una combinazione facile da trovare, e comunque devi entrare in un mercato già parecchio agguerrito.
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