Concordo su tutto quello che hai scritto, ma aggiungo un fattore che per me distingue la tromba da molti altri strumenti (sicuramente da piano e chitarra): per me la tromba è uno strumento difficilissimo da insegnare, più che da imparare. È difficile perché la stragrande maggioranza di quello che serve per suonare è complesso da spiegare e da percepire. Banalmente, le cose importanti non si vedono ad occhio nudo. Se a questo aggiungiamo che ogni insegnante ed ogni allievo sono unici ed irripetibili, il quadro è veramente complesso.
Per me un bravo insegnante ovviamente deve saper suonare bene, ma soprattutto deve essere bravo a capire come comunicare con ogni singolo allievo in modo tale da dargli solo le informazioni che gli servono in quel particolare momento, e niente di più, per non creare confusione ed ottenere i risultati migliori possibili. Non è assolutamente facile.
Ma a mio parere per la tromba è anche particolarmente importante l’attitudine dell’allievo, perché proprio la difficoltà di questa comunicazione esige massima attenzione, concentrazione ed apertura mentale. Spesso mi è capitato di vedere gente presentarsi ad insegnanti bravissimi quasi volendo dire a loro come dovevano insegnare... Insomma, con uno strumento con il quale è difficile dimostrare chiaramente cosa sia giusto e cosa no la predisposizione dell’allievo ad ascoltare e “fidarsi” è importantissima.
Entrando un po’ più nel tecnico, come molti per anni sono andato alla ricerca del “sacro graal” dell’impostazione, per poi convincermi alla fine che le vere fondamenta di tutto consistano nel respirare bene, il che è molto meno scontato di quanto si pensi.