Sicuramente il passare del tempo cambia il nostro approccio alla musica. Sicuramente la musica che ascoltiamo da giovani si fissa alle emozioni forti tipiche di quella parte di vita, ad una fase di scoperta, piena di cambiamenti e di tumulti. Penso che quello che dici capiti un po’ a tutti noi, questa associazione tra musica, emozioni e ricordi crea una potenza smisurata, difficile da eguagliare in fasi diverse della vita, caratterizzate da altri ritmi, altre priorità...
Onestamente nulla di quello che ascolto oggi mi suscita le stesse emozioni di quello che ascoltavo da ragazzo, ma devo anche dire che, salvo rari casi, anche quello che ascoltavo da ragazzo non mi suscita più le stesse emozioni di allora. Ascolto cose molto diverse, ed ho cambiato molto i generi di riferimento. Da adolescente ascoltavo il rock classico, da ventenne il pop/rock inglese ed americano degli anni ‘90, poi ho scoperto il jazz ed ho iniziato con la tromba... Ma poi anche il jazz l’ho “digerito”, ed è stato il momento di cose diverse, la “scoperta” di Frank Zappa, la riscoperta della musica classica, la black music in generale... Oggi ascolto molta più varietà di generi, anche se complessivamente ascolto meno musica di un tempo.
Ecco, se dovessi darti un consiglio, caro Eugenio, se vuoi provare a stupirti di nuovo, prova ad uscire dai confini del jazz, potresti scoprire nuovi mondi altrettanto affascinanti. Non necessariamente mondi nuovi in assoluto, ma nuovi per te.