quando studiavo il sax proprio per la ragione che hai enunciato ho provato a studiarlo .
Per me rappresenta una delle basi per una evoluzione della improvvisazione jazz.
(ed in parte quella di Trane)
Il problema è che devi avere una buona tecnica e consapevolezza per poterlo studiare al meglio.
Io ad esempio solo ora comincio ad avere un certo grado di consapevolezza sul linguaggio tradizionale.
(che storicamente viene prima)
Se ascolto un qualsiasi musicista da Coltrane ad Harrel suonare un accordo di settima con la nona bemolle ed eccedente e la sesta alterata mi capita di riconoscerlo. (per Coltrane faccio riferimento al periodo prestige o giù di li)
Se ascolto un blues e sulla quarta misura il musicista propone una alterazione dell'accordo con una sostituzione di tritono è possibile che io la senta .
La costruzione della frase la sento melodica .
Quando invece affronto un testo come questo citato, o anche altri su presupposti simili (penso a qullo di Garzone o a quelo di Bergonzi) mi perdo, perché
non sento più la melodia .
E' solo una questione di studio ed abitudine e di prospettiva.
Ha senso dividere una ottava a metà e cercare la melodia all'interno del risultato di tale divisione?
Coltrane ci è riuscito ma lui aveva una tecnica di suono ed una consapevolezza del linguaggio tradizionale ed una attitudine alla melodia davvero straordinaria.