Preciso il mio pensiero: io penso che cercare un certo suono in un blocchino sia una chimera. Al limite un bocchino può permetterti di ottenere con meno fatica il suono che vuoi. A mio parere la cosa importante è trovare un bocchino con cui ci si trova bene a suonare quello che ci serve. Per me la differenza di suono tra un B6 ed un B4 è talmente sfumata che davvero non vale la pena di andarci a cercare rogne. Sfido chiunque in un blind test a riconoscere che tipo di bocchino sta suonando il trombettista... Vi è mai capitato che qualcuno sentendovi suonare indovinasse che bocchino stavate usando? Penso che sia, scusate la franchezza, una pippa mentale che siamo portati a farci perché la vulgata continua a perpetuare questo genere di idee e perché chi suona tende comunque ad essere molto più sensibile a certe cose di quanto mai potrà essere anche il pubblico più competente del mondo.
Faccio un altro esempio: i trombettisti che conosco che usano più di un blocchino normalmente ne hanno uno “all around” ed uno da lead, che gli serve semplicemente a fare meno fatica a suonare certe cose. Quello che conta per i professionisti è che l’equipaggiamento li aiuti a suonare bene, al suono ci pensano loro.
Un ulteriore esempio: la tradizione vuole che in orchestra si debbano usare bocchini molto larghi. In realtà sono sempre di più i trombettisti sinfonici che utilizzano bocchini più stretti per avere più sicurezza e far meno fatica. Parlo di prime trombe di fama mondiale. Non risulta che alcun direttore d’orchestra abbia mai fatto problemi...
Già con la tromba il suono è determinato con ampia prevalenza dal trombettista, se poi ci aggiungete il fatto che chi ascolta non è assolutamente in grado di distinguere sottigliezze del genere, nemmeno gente che campa di musica, è evidente che ci si sta facendo un problema che non esiste.
Per me il bocchino deve avere tre caratteristiche: essere di buona qualità, essere ben accoppiato con lo strumento ed essere confortevole per chi suona. Punto.