sisi, lo ho visto proprio qualche giorno fa, apparsomi per caso. Lui se non erro ha studiato proprio al conservatorio di Parigi comunque. Riguardo la lingua, io non ci penso, mi rendo conto che si alza sola e basta. L'unico caso in cui la penso, è sui trilli dove diventa fondamentale. Ma se pensi alla lingua (almeno per quando riguarda me), non riesci molto. Per quanto mi riguarda, flessibilità ecc. le faccio pensando a fluidità e suono. Un trucco invece per quanto suono qualcosa di normale, è usare le vocali delle note stesse, indipendentemente se acuto o meno. Non so cosa succede, ma la lingua in continuo movimento a me aiuta su articolazione (sia staccato che legato) e su tutto. La maggior parte delle cose che faccio, sinceramente parlando, mi vengono quasi naturali senza nemmeno impiegarci chissà tanto studio. Molte cose non so nemmeno come riesco a farle e mi sorprendo di me stesso. L'unica cosa che mi preoccupa è sta benedetta resistenza nel corso dello studio stesso, e ste note acute, che secondo me sono diventate nel tempo un problema "mentale" e da allora, pur di prendere qualcosa, avrò sicuramente iniziato a pressare sul labbro sputtanandomi tutto. Non a caso, il mio maestro, e credo che molti (leggendo altri argomenti inerenti al forum), cercano di sviluppare nei nuovi allievi l'estensione fin da subito. Io purtroppo ho iniziato con l'apparecchio e con gli insegnamenti di mio papà (clarinettista). E la cosa che fa ridere, è che i suoi insegnamenti sono molto più vicini a quelli del mio attuale maestro, rispetto al primo maestro che ho avuto in conservatorio e con cui non condivido praticamente nessun principio. (Crescendo, non trovo nessuna scuola vicina MINIMAMENTE ai suoi principi).
Gola chiusa sulle note acute, attacco respirando ed entrando in "apnea", ovvero aspettare 1 o 2 secondi prima di attaccare e per prendere le note acute, studiare sui "fischi". Quindi vi lascio immaginare che lavorone nel corso di 3 anni per cercare di rimuovere cose sbagliatissime (almeno dal mio punto di vista).