Il mio lato imprenditoriale nel campo della musica non è il motivo della mia opinione ma certo non ha fatto altro che rinforzarla nel corso degli anni.
Onestamente non credo nei "fondi perduti", non credo in questo tipo di aiuti, perché non fanno crescere le attività in modo sano.
Chi ne beneficia non capisce il vero valore del lavoro, dell'impegno, del mettersi in gioco. Le ditte che ne hanno fatto uso (e ne conosco alcune) sono tutte al livello del galleggiamento in attesa del prossimo contributo.
Lo si vede primariamente nella ristorazione che, per molti versi, è simile al campo delle arti: tutti possono essere cuochi e camerieri, tutti sappiamo fare qualche buon piatto a casa (soprattutto grazie al COVID...).
Altra cosa è essere chef, artisti del cibo, imprenditori e tutto quello che c'è di contorno. Il paragone calza alla perfezione perché, come nella musica, il posto in cui apri il ristorante, come lo arredi, la qualità dei tuoi piatti, il prezzo, la competenza e la gentilezza influiscono in modo diretto sul successo della tua attività.
All'inizio, soprattutto se papà ha pagato per aprire l'attività, tutto sembra facile: nuova attività, c'è curiosità, c'è entusiasmo da parte della gestione.
Poi bisogna vedere se hai voglia di lavorare 14 ore al giorno, tutti i giorni, senza potersi permettere il lusso di mandare a cagare il cliente. Poi vediamo se puoi cucinare solo i piatti che piacciono a te o se magari è meglio fare pizze a tonnellate perché costano poco e fanno guadagnare tanto.
I Sipiagin, i Nakariakov, hanno fatto una gavetta che spesso non riusciamo ad immaginare. Alcuni accettando concerti poco interessanti e poco pagati, altri studiando infinite ore nella speranza di sfondare.
Alcuni hanno un dono, e forse questi meritano più di altri, altri sono meno dotati ma sanno sopperire con le altre qualità necessarie per sfondare nel proprio campo.
Così come penso che ci sia un motivo per cui il 90% dei ristorante fa fallimento in meno di un anno, così penso che lo stesso valga per i musicisti. La differenza grossa è che nessun ristoratore penserebbe mai di lamentarsi col governo perché non gli garantisce un tot al mese se i clienti non lo apprezzano.