Author Topic: Sax nel Jazz  (Read 266 times)

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Offline eugeniovi

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Sax nel Jazz
« on: February 17, 2021, 01:18:07 PM »
Con la venuta di Trane su Itf spesso si parla di Sax.  Io sono del '53 per cui nel periodo che ti formi un po' le idee era circa il '68, anno importantissimo specialmente in Europa e soprattutto in Italia per l'aria di rinnovamento che tirava e che spingeva tutto il mondo dell'arte verso importantissimi cambiamenti. Va da se che pur amando ed ascoltanto gli ancor oggi insuperabili ed insuperati  grandi  del passato (Prez, Bean, Ben...ai quali tutti devono piu' di qualcosa com'è nella tradizione Jazzistica) il fascino irresistibile dei nuovi linguaggi mi attraeva molto. Si, c'erano le trombe come ci sono sempre state ma il sax in quel periodo la faceva da padrone (Coltrane era nella mente di tutti), meglio si adattava il timbro alla modernità del linguaggio fatto di frasi lunghe , note sul registro alto che poi sfociavano, in certe esperienze, in effetti sonori quasi a sottolineare il profondo solco che si voleva tracciare col passato. Mi ricordo che Archie Sheep mi ha folgorato in On this night , Albert Ayler in Love Cry mi ha fatto venire i brividi. Poi c'erano Marion Brown, John Tchicai, Sam Rivers,  (piu' attivo in Italia), Yuseef Lateef..Certamente linguaggi non facili ma all'epoca tutti guardavamo al messaggio di nuovo che proveniva da questa musica forte dell'esperienza Free ma che pero' aveva un'anima. Per caso ne avete ascoltato qualcuno? Cosa dite? Ciao a tutti
 

Offline fcoltrane

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Re: Sax nel Jazz
« Reply #1 on: February 17, 2021, 02:45:04 PM »
quoto ogni parola , i miei ascolti per anni sono stati gli stessi di Eugeniovi.
Posso aggiungere che a tuttoggi non ho risolto una antinomia.
Da una parte penso che alcuni periodi sono e rimarranno irripetibili come alcuni artisti    dall'altra che ogni periodo può offrire musica eccezionale.
Mi viene in mente il film su Parigi di Woody Allen ed il desiderio e l'assenza di consapevolezza del contemporaneo che di volta in volta torna indietro nel tempo per trovare il momento "perfetto " per l'arte.

Parlo di antinomia perchè io stesso non ho risolto (a volte penso alla musica jazz solo riferendomi al passato con  particolare preferenza per gli anni 50 e 60) altre volte invece fino a i giorni nostri.


Tra i sassofonisti  tenoristi oltre ai nomi citati aggiungo Shorter Rollins Gordon sempre di quegli anni, e poi Brecker Berg Grossman Bergonzi  Garbarek tra  nostri contemporanei  ed infine  le ultime ed ultimissime generazioni  S. Blake Potter Bedetti Turner

Questi sono i miei ascolti

Offline eugeniovi

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Re: Sax nel Jazz
« Reply #2 on: February 17, 2021, 02:59:36 PM »
Hai detto giusto, ogni periodo offre musica eccezionale e qui si potrebbe aprire un discorso sulla 'storicità' di un brano, di un genere musicale che poi va scemando col passare del tempo. Ho appunto citato quei nomi perchè appartengono al mio 'vissuto' (insieme a tanti altri naturalmente) non ad ascolti del passato che seppur storicamente fondamentali non hanno il 'valore aggiunto' del 'vissuto'. Vedere dal vivo per la prima volta in Italia George Adams in Umbria nel 1974 con Mingus me lo fa ricordare come un 'gigante' ma forse è il 'vissuto' che mi da' questo valore. Ciao....e complimenti per come suoni la tromba senza bocchino, col bocchino dovresti fare faville.

Offline Zosimo

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Re: Sax nel Jazz
« Reply #3 on: February 17, 2021, 03:00:47 PM »
Beh la storia, la sai meglio di me. con le grandi orchestre il sax come la tromba
avevano un ruolo da sezione ( soli brevi o le registrazioni erano accelerate?) sarà con Bean
che il sax cambierà aspetto sonoro , diventando qualcosa di ''nuovo'' ovviamente anche Prez
contribui a questo sdoganamento. Credo che il bop sia l'epicentro di tutto e Gordon credo sia stato
colui che ha fuso insieme la visione di Bean e Prenz , facendo fare un passo gigante al sax come strumento di riferimento nel jazz.
Archie Sheep anche io lo adoro in on this night e come diceva lui non suono jazz, ma musica afro americana.
Brecker , Bergonzi e Garzone mi piacciono, ma li ascolto poco anche se sono dei fenomeni nel suonare
out.
Tromba Bb:  Holton Revelation ('23)  Cinesina, Carol Brass 5000, Martin Committee ('48)
Cornetta: York Baronet ('55)
Flicorno: Couesnon Monopole Conservatorie ('60)
Bocchino: ideatore della penna Bar Rocco, Bris Bois e della tazza V6 Turbo

Offline eugeniovi

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Re: Sax nel Jazz
« Reply #4 on: February 17, 2021, 03:08:02 PM »
Infatti quelli che ho citato erano tutti sul genere 'orgoglio musica Afroamericana. Ricordiamoci nel 1968 il gesto sul podio olimpico di Tommie Smith che non lascio' indifferente la comunità Afroamericana anche nella loro espressione artistica. Ciao

Offline fcoltrane

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Re: Sax nel Jazz
« Reply #5 on: February 17, 2021, 06:50:39 PM »
Hai detto giusto, ogni periodo offre musica eccezionale e qui si potrebbe aprire un discorso sulla 'storicità' di un brano, di un genere musicale che poi va scemando col passare del tempo. Ho appunto citato quei nomi perchè appartengono al mio 'vissuto' (insieme a tanti altri naturalmente) non ad ascolti del passato che seppur storicamente fondamentali non hanno il 'valore aggiunto' del 'vissuto'. Vedere dal vivo per la prima volta in Italia George Adams in Umbria nel 1974 con Mingus me lo fa ricordare come un 'gigante' ma forse è il 'vissuto' che mi da' questo valore. Ciao....e complimenti per come suoni la tromba senza bocchino, col bocchino dovresti fare faville.

George Adams una forza della natura  , io purtropo molti dei musicisti da te citati non li ho conosciuti  ed ascoltati dal vivo .
Condivido anche il discorso che facevi sui musicisti "orgoglio musica afroamericana" ed in una certa misura per lungo tempo ho ascoltato soprattutto questo genere di musica che indichi .
Poi è capitato di conoscere un musicista italiano che mi ha aperto un mondo fatto di suoni ed in quel periodo è capitato anche di conoscere ed ascoltare da vicino Liebman Lacy Garzone Lovano ecc...)
prima ero integralista oggi dopo anni mi emoziono anche con un solo di un musicista come Warne Marsh o Getz .
ps. grazie per le belle parole ma con la tromba ed il bocchno purtroppo non sono faville
oggi provavo a studiare il primo studio del clarke n 26 e la prima ottava andava mediamente bene quando sale sino al do acuto il disastro.
vediamo se ora va un po meglio
mi sa che per i prossimi mesi devo studiare dal 22 al 25 . :'( :'( :'( :'(



Offline fcoltrane

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Re: Sax nel Jazz
« Reply #6 on: February 17, 2021, 07:00:00 PM »
Beh la storia, la sai meglio di me. con le grandi orchestre il sax come la tromba
avevano un ruolo da sezione ( soli brevi o le registrazioni erano accelerate?) sarà con Bean
che il sax cambierà aspetto sonoro , diventando qualcosa di ''nuovo'' ovviamente anche Prez
contribui a questo sdoganamento. Credo che il bop sia l'epicentro di tutto e Gordon credo sia stato
colui che ha fuso insieme la visione di Bean e Prenz , facendo fare un passo gigante al sax come strumento di riferimento nel jazz.
Archie Sheep anche io lo adoro in on this night e come diceva lui non suono jazz, ma musica afro americana.
Brecker , Bergonzi e Garzone mi piacciono, ma li ascolto poco anche se sono dei fenomeni nel suonare
out.



e si.... quelli sono musicisti che trattano gli accordi un po come gli pare sono fenomeni  .....solo recentemente ho intuito  che se conosci davvero come suonare in  puoi suonare out.
cosa significhi suonare "in" ancora  non lo so  ;D ;D ;D.

Molti anni fa sullo stesso argomento ho sentito Liebman mettere in difficoltà il suo allievo migliore Garzone.



Offline Zosimo

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Re: Sax nel Jazz
« Reply #7 on: February 17, 2021, 07:05:25 PM »
dai metti qualche videino  8)
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Offline Zosimo

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Re: Sax nel Jazz
« Reply #8 on: February 17, 2021, 07:12:12 PM »
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Re: Sax nel Jazz
« Reply #9 on: February 17, 2021, 07:24:52 PM »
questo trittico credo alla fine degli anni novanta  a Roma mi ha fatto  capire come la tecnica di emissione del suono rappresenti la parte più importante per un sassofonista.
Liebman fisicamente è piccolino (ed in più con una malattia invalidante ) Lovano un omone Brecker più o meno pure un po più magro.
In quella circostanza Liebman suonava anche il tenore come i suoi due amici ,.........un suonone da paura sia per volume che per presenza di armonici (dal confronto il suono del grandissimo Lovano e lo stesso straordinario Brecker sembravano "mancanti di qualcosa "  .

Offline fcoltrane

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Re: Sax nel Jazz
« Reply #10 on: February 17, 2021, 07:39:56 PM »
Parliamo di musicisti che sono "oltre"  lo straordinario ed ah poco senso parlare di livello tecnico inteso in senso ampio .
Sono convinto che la musica tranne rarissime eccezioni nasce dall'incontro di grandissimi musicisti.
Lo stesso Trane che considero il più grande avrebbe potuto fare ben poco senza i suoi compagni di avventura da Davis a Elvin Jones Tyner Garrison ecc...
inserisco qui un disco dove il grande Lovano si esprime al suo meglio accompagnato da musicisti che tutti vorremmo avere come compagni di avventura
(nel mio sogno più sfrenato)
https://www.youtube.com/watch?v=4gTzj1EicAU

il secondo video che inserisco invece i riferisce ad alcuni musicisti citati e segna il rapporto del maestro con gli allievi (quando l'allievo supera il maestro o comunque ci prova ma il vecchio leone vende cara la pelle  ;D)
https://www.youtube.com/watch?v=f8dq_IJ79XU