mi sono dimenticato un'altra cosa che all'inizio è uno studio faticoso e può essere esasperante (per la lentezza della esecuzione se lo fai senza leggere)
e ti può capitare di farlo ad orecchio velocemente trasportando la frase da un accordo all'altro per poi capire dopo quello che hai suonato.
(a me ad esempio capita così)
ma quando poi c'è coincidenza e consapevolezza tra quello che suoni e a cosa corrisponde (sai chiamare per nome le note ) sarai in grado di costruire un "fraseggio solido".
c'è anche un secondo aspetto che ritengo utile.
ragionare sempre a coppie
come ho scritto in un precedente messaggio ogni V ha un suo II
in questo caso se il V è sol settima il II è re minore.
che significa ragionare a coppie nella costruzione della frase?
presto detto
la stessa frase che abbiamo preso come riferimento.
sol fa diesis fa la mi re.
se la consideriamo rispetto a re minore
stiamo partendo dalla undicesima scendiamo cromaticamente alla terza minore dell'accordo
quindi saliamo alla la quinta scendiamo alla nona e poi la tonica.
se la rapportiamo al sol settima
parto dalla tonica intervallo cromatico discendente fino alla settima dell'accordo quindi nona sesta (la contrapposizione) ed arrivo sulla quinta.
Perché complicarsi la vita?
vi dirò quello che mi disse Barry Harrys a volte i grandi pensano al II a volte altri al V.
io che non sono grande per nulla ma che ho maggiore dimesticazza con le scale minori ho più facilità a suonare e pensare al II all'accordo minore rispetto al V.
in questo caso credo che nella sostanza non ci sia alcuna differenza le note sono quelle .
(e non ci sono tensioni perchè a parte il cromatismo tutte le note corrispondono indistintamente ad entrambe le scale Minore dorica di re o misolidia di sol........
il gioco si complica quando si inseriscono le tensioni e qui il modo di ragionare è interessante .
(perché il tempo per ragionare è pochissimo quasi un istante e se è possibie è meglio risparmiarlo ........)