Sì, non pretendo di avere la verità in tasca, ho solo una personale comprensione delle cose che ho sperimentato. Lingua e aria forniscono la pressione necessaria. Il controllo arriva con la comprensione, la padronanza del gesto e il rilassamento, che nel mio caso sono arrivati dopo aver trovato i dosaggi giusti, che hanno aperto la strada a nuovi limiti e nuove sfide.
Poi sicuramente ci sono altri modi.
Non sto parlando di diventare paonazzi per suonare una nota acuta, sto dicendo che la consapevolezza di cosa serve per salire non basta e che i limiti sono (fino a un certo punto) semplici convinzioni psicologiche che portano tensioni inutili, da eliminare, ma che fino a che non le incontri non hai modo di lavorarci.
Faccio un esempio. Avete msi visto il viso in primo piano di un atleta che corre i 100 metri? Sembra un molosso, con le guancia rilassate che balzellano ad ogni passo.Quanti di questi atleti hanno imparato a correre fin dalla tenera età in questo modo? Credo pochi. Credo che man mano che arrivavano i risultati, i tempi, le vittorie nei tornei giovanili, gli allenatori hanno cominciato a cercare difetti da eliminare e centesimi da limare, passando in rassegna il gesto atletico fin nei più piccoli dettagli. Poi c'è qualcuno che corre così rilassato già in tenera età, che già a 11 anni ha una consapevolezza del gesto che la porta a suonare in alto senza forzare mai