Author Topic: scala cromatica  (Read 347 times)

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Offline fcoltrane

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scala cromatica
« on: August 08, 2022, 10:45:56 AM »
stamattina ho deciso di sciogliere le mie dita e fare un po di warm up sulle scale cromatiche.
credo che esistano tantissimi studi sulle cromatiche mi viene in mente il clarke .
provo a studiarle partendo dal basso arrivo alla ottava quindi scendo sino alla nota di partenza e ripeto il tutto  con una unica emissione.
poi faccio l'inverso parto dall'alto scendo salgo scendo salgo.

ed ecco la domanda che sollecita la vostra memoria , perchè credo che molti di voi hanno affrontato le cromatiche nella preistoria.
come è possibile che la scala di do diesis sia più difficile della scala di do ma anche di re?

è solo una questione psicologica ? o c'è qualche ragione ?

Offline engel_valter

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Re: scala cromatica
« Reply #1 on: August 08, 2022, 03:29:19 PM »
Ciao,

Io, avendo sempre suonato in banda, parto dal fatto che normalmente si suonano più bemollizzati che diesizzati.

A me è capitato una sola volta di suonare un brano in mi maggiore perché il maestro lo aveva arrangiato per delle cantanti.

Esercitandomi con l'Arban le scale in bemolle, a fatica, vengono tutte mentre quelle con i diesis faticano.

Da notare che quella in la maggiore non mi riesce proprio, neanche molto lenta mentre la do diesis lentissima riesco a farla.

Mentalmente il mio problema e pensare a tutte le note con i diesis, facendo i bemolli le note mi riescono più naturali senza doverle pensare.

Per concludere direi che è principalmente un fatto di pratica ma mentalmente c'è un po' di blocco.

Un amico trombonista mi diceva che, suonando sempre con almeno un bemolle (in banda) dover suonare in do maggiore gli crea dei problemi con il si bemolle.

Valter

Offline fcoltrane

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Re: scala cromatica
« Reply #2 on: August 08, 2022, 03:54:55 PM »
ciao Valter
alcune delle cose che dici le capisco altre meno.
Immagino tu ti riferisca alle scale maggiori?
questo aspetto che dici è singolare , perchè la scala di la è più semplice di quella di do diesis.
(dal punto di vista delle alterazioni).
E' vero però che ciascuno di noi ha un suo modo di ragionare che ti porta a determinati risultati.
(proprio ieri discutevo di questi aspetti con un amico Contrabassista che mi chiedeva alcuni consigli sull'improvvisazione ed io gli spiegavo che più velocemente "ragioni"
meglio è.

l'aspetto che evidenziavo è lo studio della scala cromatica che per definizione è costruita su intervalli cromatici.
Per questo motivo appare strano quello che mi capita la scala di do cromatica differisce da quella di do diesis solo per la nota di partenza e quella di arrivo perché poi gli intervalli sono sempre gli stessi.
per questo motivo non capisco questa maggiore difficoltà della seconda rispetto alla prima o a quella di re.
forse l'unica differenza è l'utilizzo della pompa di intonazione nei passaggi dove è richiesta , o forse è come dici tu è un aspetto psicologico

Offline engel_valter

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Re: scala cromatica
« Reply #3 on: August 09, 2022, 02:27:12 PM »
Ciao fcoltrane,

Probabilmente è perché io leggo le note, non seguo gli intervalli.

E' vero che gli intervalli sono gli stessi ma le note sono tutte diesizzate ed è una sequenza di note che in banda non capita assolutamente mai.

Lo stesso succede sia per le maggiori che per le minori dove però c'è il problema che suonano "strane".

Se noti nell'Arban la maggior parte degli studi non raggiunge mai i quattro accidenti con l'eccezione di scale, salti e studi caratteristici.

Perfino il Gatti II ha gli studi solo fino a quattro accidenti e per le altre tonalità mette esclusivamente le scale.

Io sono dell'opinione che è principalmente una questione di utilizzo.

Se non ti servono non le studi/pratici e quindi fai più fatica.

Di norma i cornisti hanno pochissimi problemi con tonalità e trasposizione perché capita di frequente di dover suonare in tonalità diverse e dover anche trasporre cosa che in banda alle trombe non capita mai.

Valter