La penso anch'io così...
Per "sbrigare le proprie faccende" dal punto di vista tecnico, Gatto intende saper suonare lo strumento ed uno lo può, anzi lo DEVE fare, da solo (non nel senso di procedere autodidatticamente, attenzione, ma nel senso di un tu per tu con l'insegnante che ti faccia progredire in modo personalizzato e ottimizzante).
Per questo ritiene che solo la musica d'insieme si possa "insegnare" (o meglio, praticare) in una scuola di musica.
Attenzione, quindi, lui non parla di imparare DA SOLI lo strumento, ma di ASSIMILARE DA SOLI il linguaggio jazzistico, una volta che sei a posto con lo strumento ("sbrigare le proprie faccende").
Il jazz, inteso come linguaggio, non si impara, lo si assimila!!
E' vero che ci sono degli accorgimenti prettamente tecnici (articolazione e timing, soprattutto) che hanno a che fare con la tecnica e quindi sono legati a doppio filo con l'approccio strumentale, ma il resto è tutto un ascoltare ed assimilare dai grandi, anche dal vivo.
Per il resto, anch'io sono scettico sulle scuole di musica, perché le trovo dispersive e livellanti.
Hanno una loro importanza dal punto di vista della diffusione della cultura musicale e jazzistica e dal punto di vista di stimolo di incontro tra musicisti (musica di insieme), ma per il resto ritengo anch'io che il percorso di acquisizione del linguaggio jazzistico sia prettamente personale...
Forza... THE CAT (grandissssssimo batterista)!!!
Francesco