Ciao!
Per riprendere il discorso della settimana passata, non posso fare a meno di constatare che Maynard, in tutta la sua carriera più che sessantennale di musicista, è passato attraverso ogni forma di genere musicale e di formazione orchestrale: lo troviamo, infatti, nelle grandi orchestre, nelle big band, nei vari ottetti, sestetti e quintetti spaziare dal jazz al funk, dal pop al rock, dal jazz-rock al blues, facendo spesso anche una capatina tra le colonne sonore e i grandi temi della musica classica.
Si è sempre contornato di ottimi arrangiatori e di valenti musicisti, tanto che solo il tentare di farne un elenco vorrebbe dire creare un database anagrafico di qualche migliaio di voci...
Un valido esempio di quanto appena detto lo possiamo trovare nel CD The Blues Roar del 1971 (e non del 1964, come avevo erroneamente riportato), in cui la formazione è particolarmente esagerata: oltre alla dotazione di base di una classica big band (6 sassofoni/clarinetti/flauti, 6 trombe/flicorni, 5 tromboni, piano, basso, chitarra e batteria), troviamo anche un'arpa, 2 corni francesi, un basso tuba e un percussionista (!), il tutto per presentare 8 classici del blues in pompa magna.
Basti dire che la metà dei titoli sono opera del genius Ray Charles, e che gli altri furono portati al successo da gente come Count Basie, Jimmy Forrest, Joe Williams e Buddy Johnson. Gli arrangiamenti sono di Mike Abene, Willie Maiden e Don Sebesky.
Il disco si apre con un classico di Count Basie: Every Day I Have The Blues. Si parte con un tipico fraseggio walking del contrabbasso, accompagnato solo dal charleston, in cui si incastra un assolo molto "blues" di Maynard col trombone a pistoni che, crescendo, incoraggia l'entrata degli altri strumenti fino a sfociare nel pieno orchestrale. Su tutti, dopo un assolo di sax tenore, svetta la tromba del boss che, dopo un paio di chorus acrobatici, lascia l'ultima parte ad un delicato intervento di piano, per poi concludere con un pieno orchestrale molto corposo e definito.
Secondo brano, Night Train di Jimmy Forrest: in questo notissimo brano il caratteristico giro di basso è proposto dal basso tuba, che alterna anche un assolo con il contrabbasso.
Molto particolare.
Poi seguono tre brani di Ray Charles: Mary Ann, I Believe to My Soul e What'd I Say.
Semplicemente magici. Sembra di sentire il genius quando suonava il suo pianoforte, con l'aggiunta di una piccantissima band...
Segue Baltimore Oriole, una piccola gemma di Hoagy Carmichael (il compositore di Stardust), in cui un'atmosfera vagamente dark all'inizio del brano si stempera gradualmente in un delicatissimo assolo in cui la tromba di Maynard si incastra con le frasi della sezione dei sax.
Dopo un climax di pieno, il brano decresce in intensità fino a terminare con un quasi "sussurro" del flicorno del boss.
Poi è la volta di un classico di Buddy Johnson, Alright, OK, You Win, qui espresso in versione prettamente strumentale, che termina con una breve frase affidata al basso tuba.
La tracklist si esaurisce con un altro classico di Ray Charles, I've Got a Woman, che alterna tutta una serie di bellissimi assolo da parte di Maynard e Charlie Mariano (sax contralto) e termina con un crescendo favoloso fino a coinvolgere tutta l'orchestra.
Concludo riportando un pensiero di John Gottlieb, che aveva curato le note di commento del disco:
"Una delle cose che mi ha sempre impressionato di Maynard è la sua semplicità ed onestà nel modo di suonare.
Il jazz non ha mai significato essere complicati. Esso è la musica del popolo oppresso, e la semplicità lo esprime appieno".
Piccola nota a margine: di questo CD pubblicato dalla Mainstream nel 1991, esiste anche un'edizione restaurata della Mobile Fidelity Sound Labs, un'etichetta specializzata in prodotti per audiofili ora non più in attività.
Se mai vi dovesse capitare di trovarne una copia, prendetela al volo: vale ogni centesimo del suo prezzo (circa 70 $)!
