Author Topic: Perché la Scala Maggiore non (sempre) funziona sul II-V-I?  (Read 3485 times)

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Offline Rubino

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Ragazzi è stato recuperato un altro articolo da questi che ci hanno rovinato ehm... che stanno rifacendo il sito  pollices.
L'articolo riguarda l'improvvisazione su un II–V–I usando la scala maggiore della tonalità della progressione, commenti, critiche, suggerimenti, idee, vostro approccio alla cosa? L'articolo lo trovate qui.

Buona serata a tutti,

Alessandro
« Last Edit: June 18, 2015, 08:22:15 PM by Rubino »
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Offline Norman

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Re:Perché la Scala Maggiore non (sempre) funziona sul II-V-I?
« Reply #1 on: June 18, 2015, 08:20:51 PM »
Grazie Alessandro, ho letto l'articolo, ma ci sono arrivato dalla homepage, perché il link che hai messo non funziona!
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Re:Perché la Scala Maggiore non (sempre) funziona sul II-V-I?
« Reply #2 on: June 18, 2015, 08:22:56 PM »
Grazie Alessandro, ho letto l'articolo, ma ci sono arrivato dalla homepage, perché il link che hai messo non funziona!

Ho visto, credo d'aver corretto, grazie mille Norman!

Alessandro
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Re:Perché la Scala Maggiore non (sempre) funziona sul II-V-I?
« Reply #3 on: June 18, 2015, 08:46:56 PM »
 pollices
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Re:Perché la Scala Maggiore non (sempre) funziona sul II-V-I?
« Reply #4 on: June 19, 2015, 10:30:29 AM »
Io non vedo nessun link
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Offline Norman

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Re:Perché la Scala Maggiore non (sempre) funziona sul II-V-I?
« Reply #5 on: June 19, 2015, 10:43:47 AM »
Il link è "qui".  sbellicars
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Re:Perché la Scala Maggiore non (sempre) funziona sul II-V-I?
« Reply #6 on: June 19, 2015, 11:06:58 AM »
Pardon non avevo visto quel qui col link ... troppo piccino
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Offline Norman

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Re:Perché la Scala Maggiore non (sempre) funziona sul II-V-I?
« Reply #7 on: June 19, 2015, 03:07:13 PM »
Si, era un po' nascosto! ;-)

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Re:Perché la Scala Maggiore non (sempre) funziona sul II-V-I?
« Reply #8 on: June 19, 2015, 03:59:25 PM »
Eh scusate ragazzi, ma è il forum che lo mette in quel colore, la prossima volta ve ne metto uno grosso COSI
 felicissim
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Offline fcoltrane

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Re:Perché la Scala Maggiore non (sempre) funziona sul II-V-I?
« Reply #9 on: June 20, 2015, 10:36:12 AM »
interessante articolo .
il mio approccio è un po diverso .
per anni la mia linea melodica su questa progressione era studiata in maniera orizzontale.
quindi studiavo il dorico sul due ed il misolidio sul cinque.
da un po di tempo studio l'accordo e le sue estensioni e comincio a chiamare le note con il loro nome  (9  11 13 ecc..)
già questo semplice diverso approccio mi mette in condizione di costruire linee melodiche che rispondono al mio gusto musicale più di prima.



Offline Norman

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Re:Perché la Scala Maggiore non (sempre) funziona sul II-V-I?
« Reply #10 on: June 20, 2015, 12:00:37 PM »
Io invece penso che il passaggio di cui parla questo articolo diventi realmente efficace solo nel momento in cui comincia a funzionare quello di cui parla l'altro articolo, e cioè l'interiorizzazione a livello di "orecchio" dell'effetto sonoro di ogni singola nota su ogni singolo accordo, per cui smetti di ragionare in termini di nomi delle note, qualunque essi siano, e cominci a pensare solo suoni ed insiemi di suoni. Poi, ovviamente, bisogna che la tecnica strumentale ti porti a produrre i suoni che hai in mente ed a farlo nella maniera migliore possibile. Insomma, secondo me il vero salto di qualità si ha quando passi dal concetto di "significato" ed "importanza" delle note, di cui parla questo articolo, a quello di "effetto", di diverso risultato sonoro, che è quello di cui parla il primo articolo postato da Alessandro. Ovviamente i due passaggi sono necessari e consequenziali: prima si deve imparare a livello razionale quali sono le note "giuste" e quelle "sbagliate", e tra quelle "giuste" quali funzionano meglio in un determinato contesto armonico, poi tutto questo, come spesso si suol dire, deve essere "dimenticato", e deve subentrare la sensibilità musicale. E secondo me è in questa seconda fase che davvero si comincia a suonare.
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Offline fcoltrane

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Re:Perché la Scala Maggiore non (sempre) funziona sul II-V-I?
« Reply #11 on: June 20, 2015, 12:25:08 PM »
e si quello che dici è vero (per lo meno per me) ma quel gradino successivo non so se in questa vita sarò in grado di raggiungerlo. :-[
per ora mi accontento di un percorso che mi ha aiutato sia nella comprensione e nell'ascolto di quello che fanno gli altri sia per costruire le basi per la mia improvvisazione.
in pratica se passi il tempo a suonare i modi della scala maggiore sul ii v I rischi di abituare l'orecchio non solo
alle note che suoni ma anche alla successione. ( e il peggio che ti può capitare è di suonare meccanicamente , suoni quello che ti capita non scegli nulla).

c'è una scuola di pensiero  americana che prevede la costruzione della frase ancorando la stessa ai corners .
 e pensando ad alcune note come obbiettivo da raggiungere.







Offline Norman

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Re:Perché la Scala Maggiore non (sempre) funziona sul II-V-I?
« Reply #12 on: June 20, 2015, 12:39:27 PM »
Su questo concordo, anche io penso più in termini di accordo che di scala, penso che sia anche questo un passaggio naturale. Anche quando penso alle note della scala (o a quelle fuori dalla scala, a maggior ragione) le penso "intorno" a quelle dell'accordo.
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Re:Perché la Scala Maggiore non (sempre) funziona sul II-V-I?
« Reply #13 on: June 20, 2015, 07:17:07 PM »
Ragazzi, i vostri commenti sono molto interessanti e mettono parecchia carne sulla brace come si suol dire. Ci vorrebbe un bel post lunghissimo per affrontare tutti i punti :)

Quello che dite è ben oltre lo scopo dell'articolo che riguarda il II–V–I (che è scritto avendo in mente un approccio iniziale alla progressione) ed è in effetti la cosa finale. Come dice Normann, bisognerebbe "ragionare" in termini di suoni anziché gradi, un po' come quando parliamo, non ci mettiamo a pensare a quale posto occupano le lettere nell'alfabeto ne alla struttura grammaticale delle frasi che pronunciamo. E' uno stadio di maturazione musicale in cui la "ratio" non esiste più e il nostro pensiero non ha un controllo cosciente sulle strutture e le etichette, semplicemente perché il pensiero è in se già tutte quelle cosa. Prima di arrivare a questo però (e credo che ci si arrivi comunque per vari gradi, come fanno i bambini, in un processo che non ha mai arrivo) è necessario però appunto passare per quello che diceva fcoltrane nel primo suo post. Quanto al secondo, perfettamente d'accordo sul fatto di abituare l'orecchio, ma è un rischio che dipende da quanto tu vuoi spingerti. Da un lato devi avere coscienza dei suoni, dall'altro sapere come collegarli, solitamente con scale e arpeggi. Mi fermo qui tralasciando moltissimo volutamente per motivi di organizzazione e spazio, ad ogni modo spero di poter scrivere un articolo (anzi più) su queste cose interessantissime ed eccitanti che avete sollevato.

Devo dire che frequento anche altri siti e forum e non ho trovato una partecipazione e un interesse come vedo qui. La cosa però non mi sorprende poi tanto, in generale i trombettisti mi piacciono (a parte mio fratello) perché, per suonare devono farsi il culo, scusate il francesismo, e quindi se scelgono questo strumento lo fanno lo fanno sempre con impegno e serietà massima e in generale si vede.

A presto e grazie per i vostri contributi,

Alessandro
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Re:Perché la Scala Maggiore non (sempre) funziona sul II-V-I?
« Reply #14 on: June 20, 2015, 07:46:38 PM »
interessante articolo .
il mio approccio è un po diverso .
per anni la mia linea melodica su questa progressione era studiata in maniera orizzontale.
quindi studiavo il dorico sul due ed il misolidio sul cinque.
da un po di tempo studio l'accordo e le sue estensioni e comincio a chiamare le note con il loro nome  (9  11 13 ecc..)
già questo semplice diverso approccio mi mette in condizione di costruire linee melodiche che rispondono al mio gusto musicale più di prima.

Il tuo approccio è di un passo successivo rispetto a quello trattato nell'esercizio. L'articolo è scritto tenendo in mente un approccio iniziale alla progressione, che solitamente (e non dico che sia d'accordo) viene fatto attraverso le scale. Sicuramente ragionare sugli accordi e le estensioni rende più cosciente e lineare il tuo discorso melodico. La situazione ha una sua dualità intrinseca. Da un lato sappiamo che, accordo di base + estensioni = modo maggiore relativo all'accordo e quindi in qualche misura ti stai comunque muovendo sulla scala per collegare i gradi con cui suoni. Viceversa usando i modi e relazionandoli all'accordo costruirai frasi che vanno ad evidenziare i gradi dell'accordo e le sue estensioni. Molto dipende dal background del singolo e dalla sua scelta, ma ancora di più dipende da quanto proficuo è uno dei due approcci per ogni singola persona.

Spero di essere stato chiaro in questo poco spazio,

Alessandro
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