Interessante il discorso sugli obiettivi non realistici. Io non credo che sia un male avere obiettivi anche non realistici. Più volte il mio insegnante mi ha detto che è invece importantissimo aspirare a diventare il trombettista dei nostri sogni, perché solo questo ci può spingere a dare il massimo ed a lavorare con la migliore dedizione e qualità possibili. Poi quello che diventeremo in realtà lo determineranno il talento innato, le contingenze della vita e via dicendo, ma a mio modesto parere è sbagliato pensare ad obiettivi "realistici".
Dove invece lo studente deve essere sempre ben ancorato alla realtà è sulla valutazione della sua condizione nel presente, e qui, soprattutto all'inizio, è fondamentale il lavoro dell'insegnante. Mi spiego meglio. Uno dei grandi problemi è che il principiante fatica a comprendere l'esatta misura della distanza tra quello che realmente fa e quello che vorrebbe fare. All'inizio il solo fatto di emettere dei suoni vagamente ascoltabili ci riempie di entusiasmo, ed è giusto così. Il problema è che questo può portare l'allievo a sopravvalutare quello che fa, facendo nascere il desiderio di bruciare le tappe. Invece il percorso non prevede scorciatoie, e bisogna avere la pazienza di percorrere una per una tutte le tappe necessarie. Prima bisogna imparare a produrre dei suoni correttamente, suoni belli da ascoltare. Già imparare a distinguere un suono corretto da uno non corretto è molto, molto meno scontato di quanto si pensi. Se questo lavoro iniziale non è fatto correttamente, tutto il resto sarà mediocre e traballante. Anche in questo caso deve essere bravo l'insegnante a far comprendere all'allievo la necessità di avere pazienza, ma se l'allievo è cocciuto finirà per mollare il colpo e si andrà a cercare insegnanti più "accomodanti", che magari transigono sulla tecnica di base e sono più propensi a dare l'illusione che esista un metodo più sbrigativo, che ci si possa accontentare di un livello "da dilettante". Beh, per chi ascolta non esistono il livello da dilettante e quello da professionista, esiste musica che è piacevole ascoltare e musica che fa schifo... Non importa chi sta suonando. Tutti noi suoniamo per fare musica bella e gradevole da sentire. Quindi è in questo ambito che non bisogna porsi obiettivi non realistici, nel non voler fare qui ed ora quello che il nostro livello tecnico non permette di fare con la necessaria qualità.
Ma quando invece una cosa la si sta facendo ed è alla nostra portata, o quando la si studia, bisogna sempre puntare a farla esattamente come la farebbe il nostro trombettista dei sogni.