Ciao Cesco, di quelle che citi l'unica che non ho mai sentito è quella dell'ombelico, che però mi torna, perché tempo fa, quando mi sono reso conto di avere un riflesso di contrazione degli addominali quando salivo, mi aiutava concentrarmi sul tenere l'ombelico "in fuori". Quindi ancora una volta penso che siamo di fronte ad un'immagine funzionale a "combattere" un vizio piuttosto diffuso, quello di dare la "spinta" di pancia per salire.
Il mio maestro in effetti lavora molto sulle immagini, entra nello specifico dei meccanismi solo se risulta essere assolutamente indispensabile, e comunque ama molto "guidare" l'allievo verso la strada giusta usando, in ordine di importanza, tre metodi: l'esempio musicale, l'immagine mentale, e solo come extrema ratio l'analisi cosciente di un meccanismo.
Per quanto riguarda l'aria, per esempio, a me è stato molto utile quando mi disse di immaginarla come un flusso rettilineo, che parte da dietro la testa, attraversa la bocca e le labbra, ed entra diritto nello strumento per uscire, sempre diritto, dalla campana.
Quello che tu descrivi con l'esempio della pallina da tennis lui me lo ha descritto con la palla da basket, in maniera molto simile.
Quella della candela l'ho sentita da Fabiano Maniero, e penso sia un grande classico.
Per non parlare dello staccato... Non ho MAI sentito Giuffredi dire ad un allievo come usare la lingua per fare lo staccato, se non pronunciando le famose sillabe. Quando qualcuno glie lo chiede, di solito risponde con frasi che evocano l'autoerotismo maschile...
In ogni caso la logica è quella di portare l'allievo a fare le cose nella maniera giusta, e quando questo accade l'allievo deve "fissare" la sensazione acustica e fisica, per cercare, con l'esercizio, di imparare a replicarla a piacimento. Tutte le volte che un meccanismo ha cominciato a funzionare, per me è stata una sorta di epifania, la sensazione è sempre stata chiara, e tutte le volte mi sono reso conto che neanche mille parole avrebbero potuto descrivere la complessità di quelle sensazioni. E' per questo motivo che le immagini mentali sono uno strumento fondamentale tanto quanto l'effettiva conoscenza della realtà fisica.
E' importantissimo, però, distinguere tra quello che è immagine mentale e quello che non lo è! Altrimenti si rischia di ingenerare confusione.