Bene.
Come già detto io ho un lavoro.
Quando devo suonare negli orari di lavoro non chiedo permessi, visto che il datore di lavoro sono io
. Quindi di volta in volta valuto. Esempio: se a suonare mi chiama il mio vecchio maestro, che mi ha fatto lezione per anni
gratis , vado gratis (gratis ho ricevuto, gratis restituisco). Per me i soldi se li può prende tutti lui!
Se vado a suonare per un BIG che viene pagato, ma a me non dà una lira, valuto se ho un altro tipo di tornaconto. Potrebbe essere di curriculum, o di prestigio, per esempio. E' ovvio che agli inizi ti sfruttino. In fondo non sei nessuno, e hai poca esperienza, e il tuo guadagno sta proprio nell'esperienza,che non è poca cosa. Dopo però viene lo sfruttamento. E bisogna essere un pò svegli e capire il giusto equilibrio tra farsi curriculum/farsi sfruttare, ovvero tra umiltà/coglionaggine.
Ancora, se devo suonare per un farabutto di impresario che conosco
, o per qualche lisciarolo, sempre di mia conoscenza, e per farlo devo rinunciare ad un lavoro per conto della mia società
... allora o mi fai guadagnare di più o ... cuccuruccù
, visto che i soldi lì girano!
Mi sento molto libero da questo punto di vista.
Io non devo rendere conto a nessuno del mio operato "musicale". E sono ben conscio del fatto che esso dovrebbe essere pagato.
Ma il mercato è così:
Se vendo un prodotto, posso decidere di guadagnarci il 50, 100, 150, 10000000000000%. Dipende un pò da quanto valuto il prodotto e da quanta necessità c'è nel mercato. L'onestà c'entra fino ad un certo punto, perchè se vendo un bicchiere d'acqua a 100€ in piazzetta sarei scemo, se lo vendo nel deserto a quel prezzo sono un disonesto.
Quindi, come musicista quanto mi valuto? E' generoso Tony quando rinuncia a servizi remunerati a favore di professionisti, pur essendo migliore di molti di loro. Però pure una capra di trombettista, che fa solo quello di professione (senza indagare sul perchè), ha diritto di sopravvivere. Ne conosco pure qualcuno.
Io ripeto c'ho provato, i miei primi contributi sono ENPALS, ma senza esserne veramente convinto. E alla fine mi stressavo solo,non amavo più quello che facevo, e ho provato a cambiare. E' stato un salto nel buio.
Altri questo salto magari non hanno il coraggio di farlo, o magari neanche ne vedono la necessità
... purtroppo molti si sentono dei Mozart o Miles redivivi, che nessuno capisce (se nessuno ti comprende forse sei tu che non sei bono a parlà
). Non si può pretendere di cambiare le capocce, e soprattutto ci vuole molta, molta, mooolta umiltà, ma di quella vera.
Di contro alcuni professionisti bravi, oltre che bravi sono pure scaltri, si sanno vendere, e sanno tenersi il posto stretto! E pure quì si aprirebbe tutto uno scenario dove fare mille distinguo su quanto siano onesti alcuni, molto pochi per fortuna, di questi nel fare ciò. Ma tanto di cappello comunque! Perchè campi la famiglia.
Detto questo, quello che mi sento di aggiungere è che siamo tutti liberi di fare quello che vogliamo (questo è anche il libero mercato). Però cerchiamo di non svenderci!
La pianista che mi ha accompagnato al diploma mi telefono il giorno prima dicendomi che, è sbagliato vendere l'arte,ma visto che doveva arrivare a l'Aquila voleva più soldi, sennò non veniva! Io glieli ho dati, dicendole che non è sbagliato vendere l'arte. Sennò l'artista di che campa? Però mi sono inc422ato perchè m'ha preso per il collo all'ultimo momento! E dimmelo prima!
In generale, per fortuna non di tutti, c'è un rincoglionimento degli artisti!
Boh forse dovuto alla loro insicurezza! Per cui si svendono!
Quindi ripetiamoci, tutti i giorni: quanto valgo io(musicalmente parlando)?