Sono perfettamente d’accordo con tutti voi per i principi generali, ma allora occorre considerare un paio di cose:
1) Da un punto di vista tecnico, non è vero che il digitale rimane sempre digitale. Come più volte riportato su tutte le pubblicazioni specializzate e dedicate, ogni forma di compressione equivale ad una perdita del contenuto che avviene sacrificando la parte di spettro sonoro meno sensibile all’udito umano. Per fare una copia 1:1 di un CD o DVD originale occorrono apparecchiatura professionali; quindi, neanche la masterizzazione casalinga è sufficiente. Ovviamente, i formati compressi sono qualitativamente molto al di sotto, altrimenti non potrebbero occupare circa 1/10 delle dimensioni delle tracce sorgente…
2) Da un punto di vista giuridico, in Italia il Diritto d’Autore è tutelato in maniera molto circostanziata; quindi, chi ne abusa commette reato. E questo è insindacabile. L’unica cosa legalmente garantita è il Diritto di Copia: se io, regolare detentore dell’opera/supporto originale ne ho necessità, posso produrre delle copie ad esclusivo uso personale (e mai per fini di lucro). Se si attendono 75 anni dalla morte dell’autore (non dalla data della composizione), allora il Diritto d’Autore termina i suoi effetti e la composizione diventa liberamente fruibile. Infatti, se cercate in rete, ci sono dei siti dedicati (imslp.org, musopen.org, ecc.) che raccolgono e mettono a disposizione gratuitamente tutte le opere non coperte da Diritto d’Autore.
Quindi, per tornare all’argomento, va benissimo l’idea del sapere libero e universale, ma poi attenzione alla provenienza perché non ci sarebbe più garanzia di autenticità. Non a caso, recentemente sono circolati in rete articoli che parlavano dell’opera altamente meritoria di Wikipedia, ma che – allo stesso tempo – mettevano in guardia sul fatto che moltissime delle sue voci (soprattutto riguardanti la scienza medica) non potevano essere considerate del tutto attendibili. Ovviamente, il paragone non è applicabile linearmente: se sento/vedo una brutta copia di un concerto, al massimo rischio qualche colica (!)…