ok, ok...
Non credo che dagli anni '70 ad oggi sia cambiato granché. Io pure ho cominciato verso la fine degli anni '70...
Ho capito. C'è un fraintendimento tra quelli che sono i nomi delle note e il suono reale.
Prendiamo un DO in chiave di violino e analizziamo (trascuriamo per quale strumento sia la parte):
Il pianoforte legge DO e suona DO
La tromba legge DO e suona SIb
Lo stessa nota, letta in chiave di contralto si chiama RE, che sulla tromba suona DO, giusto?
Ci troviamo quindi all'unisono col pianoforte. Ma solo come suono, i nomi sono diversi. Una nota nel terzo spazio in chiave di contralto è RE e credo che su questo siamo tutti d'accordo.
Quindi è vero, "applicando" la chiave di contralto i SUONI coincidono. Ma i NOMI no.
Ragionando quindi in termini di notazione musicale, il trombettista sta suonando un RE ma, in termini pratici (sapendo che il suo è uno strumento traspositore) è consapevole di stare suonando un DO. Anche la tonalità "teorica" quindi non è quella giusta.
Analizziamo lo stesso DO in chiave di violino stavolta per tromba in SIb (in tonalità SIb maggiore):
Un pianoforte... beh, il pianoforte qui non suona...
una tromba legge DO e suona SIb.
Immaginando di leggere in chiave di tenore, aggiungiamo i primi due bemolle in chiave (restando quindi in SIb), la tromba legge SIb e suona SIb in tonalità di... SIb!
Quello che cambia è la posizione dei pistoni con cui si prendono le note.
Concludo (veramente....) dicendo che per suonare nella giusta tonalità sia come nome che come suoni reali, i trombettisti devono avere la consapevolezza della trasposizione effettuata dal loro strumento e, partendo dalla partitura specifica, essere in grado di rapportarsi al pianoforte (ad esempio usando l'accorgimento della chiave di tenore).
Leggere con la tromba una partitura per strumenti in DO, obbliga il trombettista a cambiare le posizioni dei pistoni.
Ma qui diventa complicata la spiegazione. si fa più presto a fare che a dire.
ciao