Scusate, ma mi sembra una polemica abbastanza sterile e piena di banalità. L'errore sta nel pensare che l'industria musicale oggi sia peggiore di prima... E' esattamente uguale nel suo funzionamento e nelle sue finalità. La vera differenza è che è sempre più con l'acqua alla gola, per il fatto che oggi gli artisti, quelli veri, quelli col talento, non ne hanno più bisogno, perché oggi un disco te lo produci da te con un investimento relativamente moderato, ed i soldi non li fai vendendo i dischi, ma suonando dal vivo, che poi forse è come dovrebbero essere le cose. Anzi, è come sono state le cose per secoli. Paradossalmente a me pare che invece oggi i musicisti abbiano più opportunità che mai per farsi conoscere con la loro musica e senza essere spremuti come limoni dall'industria musicale.
Ve lo dico perché io da sempre sono appassionato di musicisti che, per varie ragioni, in televisione o alla radio non ci vanno mai. Il modo dei reality è legato a doppio filo con quello della televisione, ed è il mondo della televisione ad essere fatuo, è una colossale finzione. Ed è più finzione che mai nell'era dei "reality", che con la realtà non hanno niente a che vedere, e che a dispetto di quello che vogliono far credere sono costruiti a tavolino nei minimi dettagli per dare allo spettatore delle belle storie a cui credere. Non c'è niente di casuale in quello che vedete, e quello che chiamano televoto è una grandissima presa in giro.
Red Ronnie, che è un prodotto della televisione esattamente come i reality, è vittima di questo equivoco, anche lui crede che la musica per esistere debba andare in televisione, ma non è così. Al contrario la musica vera esiste a prescindere dalla televisione. Magari ci va, magari no. Così come esiste, ed è esistita per secoli, senza bisogno dell'industria musicale.
Faccio un esempio molto concreto, un artista che tutti noi conosciamo: Fabrizio Bosso. A tutti piacerebbe che uno come Fabrizio Bosso potesse godere della fama di cui godono i cantanti dei reality, ma questo è semplicemente impossibile, perché i cantanti dei reality non godono della fama di musicisti, ma di quella di personaggi televisivi, perché questo sono, prima che musicisti. Sono personaggi televisivi che ricoprono, in televisione, il ruolo di musicisti. Se Fabrizio Bosso volesse realmente diventare un personaggio televisivo dovrebbe, sostanzialmente, smettere di fare il musicista, un po' come ha fatto Morgan dei Bluvertigo. Anche Morgan come musicista è nato fuori dalla televisione: si è costruito una fama con una carriera da musicista prima con la sua band, poi da solo, facendo musica di tutto rispetto. Poi, complice anche la relazione con un personaggio pubblico come Asia Argento, è diventato anche lui un personaggio mediatico. Da quando è entrato nel mondo della televisione il personaggio televisivo ha prevalso sul musicista, ed infatti lui come musicista è praticamente finito.
Ma Fabrizio Bosso, nonostante non goda della fama (e del conto in banca...) di un Morgan o di un cantante dei reality, si è comunque costruito una carriera ed una credibilità, in funzione di un talento che è incontrovertibile. Non diventerà mai una popstar per il semplice motivo che ha scelto un genere di nicchia come il jazz. Se facesse rock sarebbe ugualmente bravo, e riempirebbe i palazzetti o gli stadi...
Chi ha talento viene fuori, poche balle.
Sia chiaro, il talento non è solo saper suonare bene e saper suonare cose belle, è anche avere la sensibilità e l'abilità di saperle e sapersi proporre al pubblico. Diffidate di quelli che si lamentano che il pubblico non li apprezza o che il mondo gli è nemico: nella stragrande maggioranza dei casi o non sono bravi come credono, oppure non si sono fatti il culo come avrebbero dovuto per farsi vedere.
Penso che il vero problema sia che si parla troppo di quello che succede in televisione. E la si guarda troppo: ho letto anni fa una statistica secondo la quale l'Italia è il paese con il maggior numero di ore passate davanti alla televisione per persona... Bisognerebbe spegnere un po' di più la televisione, smettere di guardare la (presunta...) vita altrui e vivere un po' di più la propria.