Ne ho parlato un po' con Steven Mead, ne è entusiasta e ne consiglia l'uso anche se bisogna sapere dove e quanti metterne.
Non avendolo provato posso fare solo delle speculazioni:
1) dipende dalla forma dello strumento perché il concetto sarebbe quello di creare un ponte in zone "sfortunate" dello strumento, una specie di bypass dei punti critici.
2) migliore è lo strumento (saldature fatte senza tensioni residue, geometrie migliori, materiali migliori?) e meno si dovrebbe avvertire la differenza
3) ci sono sistemi simili che si usano da anni con ottimi risultati (i braccetti regolabili come posizione e tensione) quindi sono portato a pensare che il principio sia altrettanto ragionevole
4) in mano a "labbra inesperte" serve a poco o a niente: la difficoltà spesso risiede nel saper cogliere e quindi sfruttare certe finezze. È come quando fai provare un Prana a qualcuno che "non ce la può fare" e ti dice che i Monette sono tappati o che non funzionano o che non valgono i soldi spesi.
5) se il principio è valido perché il costruttore della tromba non applica le dovute correzioni allo strumento invece di obbligare il suonatore a cercare degli aggeggi accessori?
A questa ultima domanda provo a dare una serie di risposte:
1) non gli interessa "tanto i trombettisti sono stupidi"
2) non è in grado di farlo
3) non è in grado di capire che si può fare
4) il cambio di un parametro fondamentale quale il bocchino vanifica tutti gli sforzi
5) ogni trombettista impara a cercare le note in punti diversi e quindi viene fuori un macello che non Val la pena di cercar di risolvere.
Questo discorso mi fa venire in mente le scorse settimane passate a far test selvaggi con chi immaginate su vari parametri dei bocchini giungendo spesso a conclusioni poco prevedibili.
Magari ne parlo più avanti in un topic apposta.
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