Terza puntata!
Il giorno dopo siamo finalmente riusciti a montare tutto sul tavolo Resonance™©® (non si sa mai...), avevo decisamente più cose rispetto all'anno scorso, tanto che non sono riuscito a mostrare tutto, ma non quanto mi sarebbe piaciuto portare. Se tutto va come spero (GROSSE novità in arrivo nei prossimi mesi...) o prendo 3/4 tavoli o prendo direttamente un salone solo per me, devo solo vedere il budget a disposizione.
E' stato bellissimo avere il tavolo alla sinistra di Smith and Watkins, amici di Taylor; Jager Brass, mio amico, l'anno scorso eravamo letteralmente schiena contro schiena, questa volta faccia a faccia; alla destra di Ken Larson, che già conoscevo da 3 anni e Michael Thomas delle trombe Burbank.
Insieme a Ken Larson c'era Roy Poper! Quello del metodo che spiega lo Stamp!!! E inoltre c'era anche la tromba degli Empire Brass, il collega del compianto Rolf Smedvig! Una settimana al loro fianco, già quello ti riempie il cuore, non potete immaginare quanto abbia sentito le registrazioni degli Empire e quanto abbia studiato il libro di Roy Poper!
Al tavolo di Smith and Watkins c'era anche Mike Lovatt, il trombettista che ha preso il posto di Derek Watkins, potete immaginare che mostro sia!
Tutti quanti sono stati estremamente cortesi e disponibili, il clima che si respirava era particolarmente sereno ma parlerò di questo in una prossima puntata.
Fra le persone che sono passate in zona posso citarvi Rashawn Ross, Chris Tedesco, Gianni Marinucci, Andrea Giuffredi, Nick Mondello, Mark Schwartz, Chuck Findley, Arturo Sandoval, Jens Lindemann, Wayne Bergeron, Alex Sipiagin e tantissimi altri che ora non riesco a ricordare. Oltre ovviamente a tutti i produttori che giravano tranquillamente fra i vari tavoli facendo chiacchiere con tutti.
La cosa che mi ha stupito una volta di più è il livello medio dei trombettisti: sebbene ci fossero parecchi... "amatori", mediamente il livello dei musicisti era straordinariamente alto, soprattutto fra i jazzisti, in particolare i ragazzini erano stupefacenti. Saranno pure stati "la crema" ma le cose che riescono a suonare a 14-15 anni erano semplicemente incredibili, il paragone con l'Italia purtroppo è impossibile farlo, sono avanti anni luce.
Questo significa da una parte che siamo messi male ma dall'altra conferma la mia idea che per suonare jazz lo studio fa più della predisposizione. Diciamo che magari non diventerai Marsalis se "non ce l'hai" ma sicuramente puoi aspirare ad un livello che qui da noi penso ben pochi, anche fra i professionisti, abbiano.
Mi piacerebbe potervi fare una lunga recensione su TUTTI gli strumenti ed i bocchini esposti ma sinceramente non ho quasi mai potuto lasciare la stanza, Paolo mi ha aiutato tantissimo ma oggettivamente sarebbero servite almeno 4 o 5 persone per star dietro a tutti. Immaginate la fatica di cercare di "catturare" i passanti mentre stai già parlando con un altro trombettista, ci sono 10.000 decibel di acuti che rimbombano nella stanza e tu vorresti stare su una spiaggia alle Maldive col cocktail in mano...
Insomma, sono potuto scappare per pochissimi minuti forse una decina di volte, la maggior parte delle quali non mi sono spostato di più di una o due stanze dalla mia. Solo una volta sono riuscito ad andare nell'altra torre dell'albergo. Insomma, mi sono mangiato le mani!!!
Questa è la breve lista di quello che ho provato:
lDel Quadro, lui è un bravissimo ragazzo, molto alla mano, umile e competente. I suoi strumenti sembrano pesanti ma in realtà non lo sono. Predilige il rame ma i suoni non sono scuri, le trombe sono facili da suonare, direi che si meritano un bel voto!
Raw Brass Trumpets: sta facendo diversi passi in avanti, alcuni nomi cominciano a suonare i suoi strumenti, non sono male come timbro e abbastanza facili. Hanno ancora però l'aspetto di trombe vecchie alle quali hanno aggiunto delle piastre, anche se non è più così: ora comprano i pezzi da varie ditte e le assemblano aggiungendo qualche motivo decorativo. Pure per lui un bel voto!
Getzen/Edwards: l'unico nuovo prodotto che hanno presentato, la serie X, è oggettivamente strabiliante! La X13, ARGENTATA, è una tromba VERAMENTE notevole. Il layout è parecchio corto, la pompa d'intonazione è molto vicina alla campana, la meccanica è nuova e non la offrono per l'acquisto ad altri produttori.
Ho avuto l'impressione, che poi mi hanno confermato/confidato, che il grosso del miglioramento sia dovuto proprio alla meccanica. L'emissione è parecchio uniforme così come l'intonazione, DECISAMENTE migliore rispetto al resto della loro produzione. Hanno anche una piccola vite che si può aggiungere vicino alla pompa d'intonazione, che dovrebbe cambiare in meglio il feeling (secondo me peggiora).
L'unica cosa che mi ha lasciato perplesso è che di tre strumenti che avevano due erano laccati e non valevano quella argentata neanche lontanamente. Il ragazzo che lavora da loro mi ha detto che l'argentata è il primo prototipo, le altre sono di produzione. Io avrei comprato l'argentata ad occhi chiusi, non avrei comprato le laccate.
Adams: anche loro stanno migliorando la qualità con gli anni, la maggior parte degli strumenti è salita di uno step eccetto la A8 (quella col bocchino che sembra integrato nel cannello) che secondo me non è uno strumento azzeccato.
Non ho provato le copie di Connstellation e Martin mentre la A4 sembra molto più uniforme rispetto all'anno scorso. Trent mi diceva che hanno avuto molte critiche dai clienti e sono corsi ai ripari: è bello quando un'azienda sa ascoltare la propria clientela.
Apro una parentesi riguardo Trent: è un trombettista STRAORDINARIO!!!! L'avevo sentito nelle registrazioni ma non ho mai colto il suo vero valore fino a quando non ha suonato alla prima Jam Session. Una cosa dell'altro mondo, non solo per il livello tecnico ma soprattutto per le sue doti improvvisative. Sta anni avanti a vere e proprie leggende del Jazz! Difficilmente suona in modo scontato, ha una facilità nel variare il ritmo impressionante, fa frasi complesse, lunghe e che filano a meraviglia. Difficilmente hai l'impressione di sentire lick triti e ritriti!
Van Laar: non sono riuscito a fare una prova come si deve ma qualche suo cliente è passato al mio tavolo e ho colto l'occasione per farmi prestare lo strumento qualche secondo. Già conoscevo la qualità delle sue trombe e confermo il giudizio.
Yamaha: ho provato le nuove Chicago e New York. Sarò strano io ma a me sembrano sempre le solite trombe, non riesco a cogliere differenze sostanziali (in meglio o in peggio) rispetto alle vecchie 6335, 4335 o 8335. Mettendole a confronto fra loro si riesce a sentire qualcosa ma se poco poco provi la serie X della Edwards o la Burbank 3X Plus immediatamente cogli un suono, uno stile ed una suonabilità DECISAMENTE diverse. Meglio o peggio che siano, sia chiaro!
Best Brass: mamma mia che belle!!! Confermo quello che dico da anni, insieme ad altri due o tre marchi fanno categoria a parte. Sebbene il creatore di queste trombe sia un famosissimo designer della Yamaha che si è staccato 10-15 anni fa, non c'è nulla in questi strumenti che le possa ricordare. Il timbro è in generale chiaro, maledettamente facili da suonare, pronte ed uniformi. Il figlio continua a chiedermi di distribuire il marchio e lo farei immediatamente se non costassero un occhio della testa e non avessi già Taylor.
Anche i bocchini non sono male, devono aver cambiato qualcosa ultimamente perché li sento parecchio diversi dai primi che avevo provato alcuni anni fa.
Bob Reeves: ho fatto un salto alla veloce più che altro per cercare di capire il livello tecnico delle lavorazioni, perché il genere di bocchino non incontra il mio gusto. La scelta di poter cambiare il bordo e non l'intera tazza, come faccio io, mi lascia perplesso: se monti un bordo che non sia quello che hanno lavorato insieme al bocchino si vede una grossa riga nella giunzione e in alcuni modelli le curve non combaciano. Sono rimasto molto perplesso anche perché non lucidano l'interno e non ha un bell'aspetto. Qualcuno di voi li suona? Mi può confermare che anche i vecchi modelli sono così?
Frate: ci siamo finalmente conosciuti e siamo andati un po' in giro insieme, i bocchini seguono un po' l'impostazione "classica", ho trovato dei modelli che mi piacevano come timbro e feeling, altri un po' meno. Interessante il fatto che offra un trattamento criogenico dell'ottone prima della lavorazione. Curiosamente preferisco di gran lungo l'ottone non trattato e mi sembra che lo stesso valga anche per lui ma non sono sicuro.
Gard e Protec: marchi molto validi entrambi, ritengo però che la maggiore qualità del design e dei materiali della Gard non possa competere con la maggiore robustezza e protezione che offre la Protec.
Purtroppo non ho potuto guardare tutto ma mi fido a prescindere di entrambi, ormai sono una sicurezza.
Krinner: i suoi strumenti sono semplicemente MERAVIGLIOSI come aspetto, purtroppo non li ho potuti suonare
Stomvi: era nella stanza con Mike Thompson, non ho potuto provare nulla, ho solo dato un'occhiata ai bocchini per la curiosità di vedere il livello della lavorazione. Spero stiano mantenendo l'alto livello che ho riscontrato un anno e mezzo fa in Portogallo.
Ultra Pure: ho comprato qualche boccetta, quando mi arriva la spedizione dagli USA vi faccio sapere. Ultimamente sto avendo problemi con Hetman e cerco un'alternativa.
Warburton: il padrino! Mi sta aiutando TANTISSIMO! Gli voglio troppo bene! Ciononostante non ho avuto l'occasione di provare neanche UN bocchino... cose da non credere!!!
Will Spencer: ho provato tre trombe, una mi è piaciuta abbastanza. Lui rimane fedele allo stile Bach/Yamaha, nulla di stravolgente, ben assemblate. Mi dovrebbe venire a trovare a Luglio, se mi porta qualcosa vi faccio una recensione più avanti.
Torpedo: ho visto il prototipo della Volpe Velox (o come si chiama), incredibilmente minuscola e leggera ma particolarmente rigida. Devo vedere se effettivamente protegge come i ben più ingombranti "tubi", che però mi piacciono da morire!
Fine terza puntata!