Sull'intonazione io concordo con Tony, Tricarico completamente stonato, e la Pravo a tratti, però concordo anche con MON!, perchè talvolta la stonatura non è completamente da incriminare, hanno un certo fascino, che può anche non piacere... a me tricarico non mi è piaciuto assolutamente. Comunque il cantare stonati può essere considerato come uno stile, pensate a Jovanotti, discutibile il suo modo di cantare, può piacere o meno, eppure piace. Secondo me quello andrebbe considerato sono altri fattori, che attirano e fanno apprezzare un artista: il carisma e la scenicità. Perchè questo si tramuta in un messaggio, in comunicazione quindi.
Come nel blues e nel jazz la dissonanza che si crea suonando le 'blue notes' fa parte di un certo linguaggio e/o discorso che può piacere o meno. Io se mi metto a parlare di qualcosa usando un linguaggio e un espressione particolare posso piacere o meno e qui mi riallaccio a quello che dicevo prima, ad alcuni la stonatura stilistica può piacere ad altri no. Quello che importa è il comunicare, trasmettere emozioni e sensazioni, che non è facile... Ieri la Pravo secondo me ha avuto altro tipo di difficoltà, non riusciva ad aprire la voce salendo, non so se ci avete fatto caso, appena andava in alto la voce sembrava uscire schiacciata, forse per via della mancanza di estensione?? boh non so....
MON! è assolutamente come dici tu. D*o nella sua magnificenza ha voluto che il dono, o il potere (dipende dai punti di vista), dell'assolutezza nella giustezza delle cose non appartenga agli individui di questo mondo. pertanto io sono sempre felice e attento ad approfondire le opinioni di chiunque soprattutto di chi la pensa in modo diverso dal mio.
ecco quando mi trovo di fronte a un post così ben argomentato come il tuo dove giustamente si sottolineano l'una e l'altra cosa, dove giustamente si evidenziano i limiti tecnici ma si riconoscono anche altre doti che attengono al fascino carisma o classe o comediavolosichiami, io mi sento ampiamente soddisfatto.
è anche vero che il background influisce sulla sensibilità di ciascuno riguardo determinati argomenti. io che a 15 anni mangiavo panini e bebop magari non trovo vergognosa una stonatura al punto da non meritare un palcoscenico se e sottolineo se si è in grado o si possiedono gli strumenti per rendere l'imperfezione elemento di comunicazione e di espressione; l'amico tony che invece possiede un solidissimo background classico (a differenza mia che non ne capisco una sega) invece è più attento alla cura degli aspetti squisitamente tecnici. un approccio forse diverso ma altrettanto corretto, ritengo.
quello che mi sforzo di dire è che non esiste un'idea del giusto o del bello, nessuno tranne D*o possiede la verità pertanto chi vuole crescere bene fa a confrontarsi con chi ha un approccio diverso (che non necessariamente significa che la si pensi in modo diverso, spesso sono le conclusioni a essere diverse, una stonatura è una stonatura c'è poco da fare) perché questo è uno dei modi, certamente non l'unico, per crescere e migliorarsi.
io non volevo tirare in ballo l'esempio di ornette coleman perché avrei rischiato di chiudere troppo presto e in vantaggio il bello e costruttivo scambio di opinioni con tony, tuttavia, visto che l'argomento mi sembra concluso ne possiamo parlare.
ornette si presentò da ragazzino a una jam a chicago.
suonava art blakey, come spesso succedeva, completamente strafatto ma alla batteria una macchina da guerra.
ornette caccia fuori un sax (non di plastica come molti amano colorire questo aneddoto) e inizia a suonare. completamente a cazzo e totalmente stonato.
art blakey svita il piatto e glielo lancia contro, se non ricordo male questo aneddoto addirittura lo colse e gli fece anche discretamente male.
ornette non si vergognò e non volle abbandonare il palcoscenico tanto che la sera successiva era ancora lì a rompere le balle come la sera prima.
quando ornette arrivò a new york trovò in miles davis uno dei suoi più accaniti detrattori.
addirittura miles mise in giro la voce che era pazzo, stordito, un po' suonato, screwed up dicono da quelle parti. e nessuno voleva suonare con lui.
ornette non se ne vergognò e non lasciò la città.
una sera max roach gli diede un pugno in faccia durante una gig.
e come se non fosse bastato la mattina successiva alle 4 stava sotto casa di ornette a bussare come un dannato invitandolo a uscire perché aveva dimenticato di dargli il resto.
ornette di nuovo non se ne vergognò e quella volta non uscì... e fece bene.
ornette coleman è uno dei musicisti artisticamente più vilipesi dai suoi contemporanei di tutta la storia del jazz. se avesse ceduto ai loro amichevoli suggerimenti probabilmente non ci avrebbe lasciato la grande musica che ha prodotto. e tutti noi saremmo oggi un po' più poveri.
è uno dei più grandi geni della storia del jazz. ornette è quanto di più jazz ci sia nell'improvvisazione ed è riuscito a dare un senso e una logica a quello che è un flusso continuo di emozioni che si traduce in pura melodia. ornette è il blues.
ornette è totalmente stonato, non è per niente a posto.
so what?
don tonino