In pratica è un cono che, spinto contro lo spigolo vivo del cannello (lato ricevitore del bocchino) lo smussa un po'.
Il concetto è che il gap (stiamo parlando di questo, alla fine) è funzione non solo della distanza fra la fine della penna e questo gradino ma anche e soprattutto dello spessore del gradino, dello spessore della penna e della forma (smussatura?) di queste superfici.
Picchiando lo smussi e quindi diminuisci l'effetto gap, quindi la turbolenza dell'aria. Aumenta la distanza media fra gli armonici e lo strumento risulta più libero.
Quando come e perché è tutto da vedere per un semplice motivo: se questo giochino è funzione, fra le altre cose, del bocchino che il trombettista userà come è mai possibile prevedere un setup "tweaked" ideale?
E' un po' come farsi mettere i lacci delle scarpe "play better!" su un paio di scarpe di un numero qualsiasi.
Non dubito che i lacci siano più belli e magari più leggeri e magari più performanti ma almeno il numero di scarpe giuste lo dobbiamo scegliere, no?
Sul fattore gap, l'altezza del gradino, lo spessore della penna, la parte cilindrica del cannello, la dimensione del foro del ricevitore e mille altre diavolerie ho speso centinaia di ore per i miei strumenti e, almeno spero, ho trovato un setup ideale per i MIEI bocchini.
Ciononostante offro 10 penne diverse, due fori diversi e 8 livelli di gap diverso perché... i trombettisti sono diversi.
Ritengo che martellare un ricevitore sia il minore dei fattori in gioco, se fossi Yamaha la prenderei persino male, è un po' come dire che la tromba base non funziona e ci vuole un esperto per farla funzionare, a colpi di martello.
Se c'è una ditta che fa le cose in serie per bene è Yamaha, se neanche loro riescono a saldare un cannello come si deve ci deve essere qualcosa che non va, e penso di sapere cos'è: il trombettista.