Ispirato dalla recensione di Mildav, faccio anche quella dei miei due Monette, a distanza di oltre un anno e mezzo da quando è arrivato il primo. Tenete presente che nel frattempo trombettisticamente per me è cambiato praticamente tutto: all'arrivo del B2S3 ero reduce da un cambio di impostazione radicale. Poi ho cambiato maestro, ed ho studiato prima con Fabiano Maniero, e poi con Giuffredi, passando per master con Tamiati, Tofanelli e Schlueter. Inutile dire che tra tutti mi hanno rivoltato come un calzino. Questo per dire che i Monette sicuramente mi hanno aiutato, ma i miei progressi sono dovuti a tanto studio, sotto la guida di tutto quel popò di trombettisti.
La prima cosa che colpisce dei Monette è il comfort: sia per l'appoggio, sia per la doratura. Gli appoggi generalmente sono arrotondati, ma molto comodi, rispetto al mio vecchio Schilke lasciano molto meno segno sul labbro.
Il suono del B2S3 è morbido, corposo, più scuro dello Schilke. Il foro largo non mi ha mai dato problemi, la transizione è stata molto facile in questo senso. Anche io ho avuto immediatamente una sensazione di maggiore facilità. Ma solo dopo molti mesi ho veramente capito quanto era cambiato il mio modo di suonare, ed è stato quando ho ripreso in mano il bocchino vecchio: mi sono subito reso conto di quanto lavoro muscolare in più avevo bisogno per suonarlo intonato. Insomma, non bisogna sottovalutare il cosiddetto periodo di acclimatazione: solo se li si asseconda si può godere appieno dei benefici dei bocchini Monette, e quindi bisogna essere disposti a fare del lavoro specifico in questo senso. Sono bocchini fatti per aiutare a suonare in maniera più efficiente e corretta, e per il mio modesto parere lo fanno egregiamente. Il B2S3 è un bocchino piuttosto grande, e quindi mediamente faticoso (equivale circa ad un Bach 1 e 1/4C), non adatto a bucare e per fare lead. E' però eccellente per tutto il resto. Gli armonici sono vicini, ma belli grossi.
Al contrario il B6LVS è un bocchino da lead, a tazza molto alta, con un suono tagliente ed incisivo, e grande facilità nel registro acuto. Nonostante questo ha una buona resa anche nelle basse, non ha il classico suono 'a papera' che spesso hanno i bocchini da lead. L'intonazione è perfetta, come di consueto, ma rispetto al B2S3 complessivamente alza l'intonazione generale: passando da uno all'altro quindi devo aggiustare la pompa di intonazione. La maggiore facilità si 'paga' un po' nel fatto che gli armonici sono un po' più 'scivolosi', e quindi ci vuole un po' di pratica per abituarcisi. Come tutti i bocchini da lead va suonato con molta leggerezza, pena il classico intoppamento del labbro nella tazza. Con questo bocchino la questione è particolarmente rilevante, perchè il volume della tazza è davvero ridotto. Insomma: occhio a pensare che la tazza alta renda le cose più facili: se non si è abituati a suonare senza forzare su un bocchino normale, la tazza alta ti sbatte in faccia i difetti in maniera impietosa. Se suonato correttamente invece questo bocchino rende davvero molto meno faticoso suonare nel registro acuto. Non aspettatevi però miracoli in quanto ad estensione, lì solo il lavoro dà risultati...
;-)