Quando ieri sera ho letto la notizia sul sito web di Repubblica, immediatamente il mio pensiero è andato a Woody Shaw: anche lui considerato musicista fuori dal comune, anche lui prematuramente scomparso.
A differenza di Woody, però, Roy ebbi occasione di conoscerlo e di scambiarci qualche parola qualche anno fa, quando venne ad esibirsi a Roma alla Casa del Jazz.
Se riuscite a trovarli, vi segnalo un paio di abum non particolarmente considerati dalla critica, ma che danno in pieno l'idea dell'attività di Hargrove negli anni:
"With the Tenors of Our Time" (Verve - 1994) e "Earfood" (EmArcy - 2008).
Fossi al posto dell'arcangelo Gabriele, comincerei a preoccuparmi: negli ultimi anni, parecchi trombettisti eccellenti stanno popolando le vie del cielo...
Buon viaggio, Roy!