Come promesso ecco l'intervista fatta ad Alessandro Presti. Buona lettura e spero vi piaccia.Come e perchè hai scelto la musica e soprattutto la tromba?
Mio padre, maestro di banda da più di 30 anni, mi portava sempre con sè a lezione e fu lì, all'età di quattro anni, che decisi di iniziare. Un giorno, mentre mio padre mostrava tutti gli strumenti ai nuovi alunni, vidi la tromba e dissi: «questa voglio suonare» fu amore a prima vista.
Dopo un po' di lezioni, venni subito buttato nella mischia e andavo in giro a suonare con loro. Avevo circa 6 anni. (ndr in Sicilia, la tradizione bandistica è molto forte ancora oggi ci sono paesini con bande composte da 50 elementi).
Come sempre viva la banda che ha sfornato un sacco di talenti. Quindi da questo inizio da piccolissimo, poi come scopri il jazz?
A 10 anni feci l'ammissione al conservatorio di Messina( indirizzo classico) e fino al compimento inferiore non avevo mai praticato jazz, non ne sapevo nulla. L'evento scatenante(a 15 anni) è stato quando un mio amico mi fece ascoltare Blues for Alice di Parker, all'epoca conoscevo al massimo Armstrong. Rimasi folgorato.
Completati gli studi classici, frequentai per un anno la scuola del brass group di Palermo. Nel 2008 mi iscrissi ai seminari di Siena Jazz, studiando con Marco Tamburini e Claudio Corvini.
Cosa studiavi principalmente? quando hai iniziato a frequentare questo mondo?
Il primo periodo principalmente trascrivevo soli. Chet Baker e Clifford Brown soprattutto.
Attualmente cosa c'è nel tuo lettore cd?
Negli ultimi anni mi sono avvicinato molto alla scrittura per orchestra. Ho una piccola orchestra qui a Palermo, la Tatum Art orchestra. Ascolto molta musica scritta per big band, musica sinfonica di fine 800 e 900. Ovviamente dedico tanto tempo all' ascolto dei trombettisti del momento, Ambrose Akinmusire, Adam O'Farrill solo per citarne alcuni.
Quali sono i tuoi progetti lavorativi attuali, covid permettendo?
Prima del covid stavo programmando la registrazione del mio secondo disco( il primo è Halaesa edito da cam jazz) ho scritto gran parte della musica.
Tu, insegni?
Sì, insegno al conservatorio di Catania tromba jazz e ho anche qualche allievo privato. Da un mese a questa parte, grazie anche alle dirette facebook che sto facendo, mi hanno contattato dei ragazzi che vogliono approfondire lo studio ed ho iniziato a fare lezione anche on-line.
Qual è la tua tipica giornata di studio?
La fase di riscaldamento è quasi sempre la stessa, solo bocchino, note lunghe, poi le faccio con lo strumento e poi inizio a lavorare sulla flessibilità . Questo nella prima parte della sessione di studio.
Una domanda che non si può non fare è quella da un milioni di dollari: gli acuti? Hai un'impostazione particolare?
Diciamo che il mio approccio si da bambino è stato molto naturale, avendo avuto soprattutto un ottimo insegnante di musica classica quindi non ho cambiato quasi nulla dalla classica al jazz. Anche perchè a 18 anni dopo il diploma ero ben formato strumentalmente e consapevole delle cose su cui dovevo lavorare. Per quanto riguarda gli acuti , io sono convinto che ogni giorno possiamo imparare qualcosa in piu' sullo strumento e scoprire delle cose che ci possono facilitare, nella pulizia del suono nei vari registri e nell' avere un suono omogeneo. Per quanto riguarda gli acuti, diciamo che io ho un registro acuto che mi soddisfa, anche se non mi presenterai mai come prima tromba in una big band.
Domanda di fcoltrane: Che bocchino e tromba usi? Nelle dirette fb, sembra un Monette.
Io ho sempre suonato con bocchini molto grandi. Dai 5 ai 20 anni con un uno e mezzo c bach, dopo vari cambi su misure larghe, tipo 1B, adesso da un annetto ho un Monette B2. E da 5 anni suono con una tromba Ripamonti di cui sono anche endorser che mi ha facilitato la ricerca del suono e che consiglio a tutti di provare.
Domanda di Toro: siccome la musica popolare siciliana ha radici che affondano negli inni sacri introdotti da arabi e greci e anche dalla musica normanna con riferimento anche alle elegie funebri( New Orleans insegna..),mi piacerebbe saper quanto può avere influito tutto ciò sulla musica jazz che proponi.
Diciamo che non sono un esperto della musica citata in questa domanda, secondo me nel mio modo di scrivere c'è molta musica che proviene dall'armonia classica che se vogliamo è un po' legata all'armonia della banda. Soprattutto ora che scrivo per big band o orchestre ridotte. Musica araba, normanna non direi. Domanda molto interessante, approfondirò.
Qual è il musicista che ti ha influenzato di più e se avessi a disposizione una macchina del tempo con chi vorresti voluto suonare?
I due trombettisti che più mi hanno influenzato sullo studio del jazz e della tecnica trombettistica sono stati Clifford Brown, Freddie Hubbard e ci metterei anche Armstrong se mi concedi il terzo. Per quanto riguarda la macchina del tempo, essendo un trombettista non avrei mai scelto di suonare con un trombettista e quindi avrei scelto Bill Evans( il mio pianista preferito) e Gil Evans.
Se non avessi suonato la tromba, quale strumento avresti scelto?
Suonando anche il contrabasso, avrei scelto il pianoforte. Anche se il pianoforte lo studio tutti i giorni.
E' la prima volta che sento un trombettista che suona il contrabasso, puoi approfondire?
Sì, ho iniziato da autodidatta e qualche sporadica lezione. non mi sento un contrabbassista. Mi ha dato una grandissima mano sulla tromba.
Spesso sul forum, il neo iscritto esordisce con: voglio studiare, jazz. Che metodo mi consigliate? come se si potesse impararlo come fosse un libro di storia. Qual è il tuo consiglio da didatta e jazzista?
Prima di tutto gli domanderei, quanto ti piace veramente?
E di evitare di farlo da autodidatta, ma farsi seguire da subito da un insegnante anche non trombettista, certo se è trombettista è ancora meglio, ma soprattutto quello che va studiato sin dall'inizio è l'armonia e riuscire a capire approfonditamente cosa si sta suonando quando si affronta un tema o un'improvvisazione, quindi studiare e non affidarsi solo all'orecchio. Importantissimo, soprattutto all'inizio, l'ascolto dei grandi. Ascoltare , ascoltare e infine ascoltare.
Come vedi la situazione del jazz in Italia?
Devo dire che girando un po' tutti i paesi europei negli ultimi 5 anni, mi sono reso conto (sono stato anche 3 mesi in America per studiare privatamente e a NY, ascoltavo 4 concerti a sera, credo che NY sia la città con il grado più elevato) tornando in Italia che il nostro livello è molto alto, siamo messi molto bene. Purtroppo in Italia, il jazz ha sempre meno visibilità come saprai e ci sono sempre meno festival. Ho la fortuna di suonare da quasi 6 anni con il gruppo di Roberto Gatto, insieme ad Alessandro Lanzoni e Matteo Bortone, Roberto spesso mi racconta come l'attività concertistica in Italia
non sia paragonabile con quella di 10/15 anni fa.
Però come ti dicevo il gap si è ridotto di molto, soprattuto grazie alle nuove tecnologie, abbiamo accesso non solo a miliardi di informazioni, ma si può far lezione anche con i grandi comodamente da casa. Io fino a 10 anni fa, studiavo con le cuffiette, a tirare giù i soli di Chet.
Secondo te chi è un musicista che presto farà strada?
Un nome su tutti Alessandro Lanzoni, anche se di strada già ne ha fatta parecchia. Pianista fiorentino, conosciuto nel mondo del jazz. E' uno dei miei musicisti preferiti e anche lui come dicevo prima suona con Roberto Gatto.
Ok siamo , arrivati purtroppo quasi alla fine, se ti va di raccontare qualche aneddoto simpatico.
Sì, più che un aneddoto ti vorrei raccontare l'episodio chiave della mia piccola storia musicale.
Nel 2010 ho conosciuto Toti Canistraro, pianista e tour manager di jazzisti americani in Italia con cui è nata subito una grande amicizia.
Nel 2011 Toti ha organizzato un piccolo tour con il quartetto di Eddy Gomez (contrabbasista per 13 anni di Bill Evans), con Ambrose Akimusire alla tromba. Ambrose non potè più partecipare ai concerti e Toti rimase senza un membro del gruppo. Un paio di settimane prima mi chiese se mi sentissi di sostituirlo. Io risposi «non me la sento, ma ci provo».
Insomma ci vuole anche una piccola dose di fortuna nella vita.
Andammo a suonare a Roccella jazz Festival nel gruppo c'era anche il grande batterista Nasheet Waits, figlio di Freddie Waits, batterista storico di Sonny Rollins, Ella Fitzgerald e McCoy Tyner. Alla fine del tour Eddie Gomez disse a Toti: «l'anno prossimo stesso gruppo.» Ero molto giovane e non sapevo bene se avessi continuato su questa strada. Questo stimolo cosi forte, mi diede la forza di credere in questo percorso. E grazie a Eddie l'anno dopo conobbi Roberto Gatto e iniziammo a collaborare. Con Roberto nel 2017 abbiamo anche registrato un disco, «NOW» edito per Abeat.
Tre dischi da portare sull'isola deserta?
Miles Ahead, Kind of Blue, Bill Evans Sunday at Village Vanguard.
Quando non suoni cosa fai?
Viaggiando per lavoro preferisco trascorrere il tempo libero con la mia famiglia ed i miei amici. Pratico anche molto sport.
Che consiglio daresti a chi vuole cimentarsi nella professione?
DI essere sinceri con se stessi e con gli altri. Non usare la musica per pompare il proprio ego.
Alla luce attuale di questo virus che ha scombussolato le nostre vite, purtroppo la categoria del musicista è una delle piu' colpite. Come vedi il ritorno sui palchi?
Dobbiamo aspettare e avere fiducia che tutto finisca al più presto. Non si può vivere senza la musica senza l'arte in generale
Abbiamo a disposizione anche la tecnologia con i concerti in streaming.
Per adesso stringiamo i denti e nel 2021 torneremo sui palchi, anche se prima del corona non è che le cose andassero proprio a gonfie vele.
Grazie Alessandro per la tua disponibilità e ti auguriamo una strada piena di successi.
Grazie a te, un saluto e un in bocca a lupo agli amici del forum, che seguo ormai da tanti anni.