Dunque, andiamo per ordine. Se fai un test con qualcuno che ti suona le stesse frasi con due bocchini diversi una dopo l’altra, la differenza è molto probabile che tu la senta, a meno che i due bocchini non siano molto simili.
Ma se invece ti si chiede di capire che bocchino sta suonando una persona solo dal suono, beh, siamo nell’ambito dell’impossibilità. Non ce la puoi fare.
La scelta del bocchino serve al trombettista per mettersi nelle condizioni migliori per ottenere il suono che vuole minimizzando le difficoltà. Questo dando per scontato che si parli di bocchini in grado di far suonare intonata la tromba in questione, sia chiaro, perché se l’abbinamento tromba/bocchino non funziona da quel punto di vista è tutta un’altra serie di problemi.
Quanto si bocchini dei grandi... la stragrande maggioranza dei grandi trombettisti usa bocchini che quanto a dimensioni e forma della tazza non hanno niente di speciale. La stragrande maggioranza dei professionisti usa bocchini Bach, Yamaha e Schilke delle misure più popolari. Il bocchino di Pierobon è fondamentalmente un 3C, con la particolarità del bordo asimmetrico, ma a parte quello è abbastanza standard. Chi usa più bocchini allo stesso tempo solitamente ne ha uno di misura standard ed uno più piccolo e/o con la tazza più alta quando ha bisogno di un po’ più di supporto nel registro acuto.
Non penso che il provare i bocchini dei grandi di per sé sia interessante, quello che è veramente utile è imparare come i grandi fanno queste scelte, come valutano il loro equipaggiamento, come utilizzano le varie opzioni disponibili per ottenere il miglior risultato possibile. Non è per niente detto che il setup del mio trombettista preferito debba o anche solo possa funzionare anche per me, anzi... Il più delle volte non è così.
Qui sul forum abbiamo parlato tantissimo di queste cose, e quello che si è sempre cercato di fare, con il prezioso supporto di Tony, è stato dare agli utenti tutte le nozioni possibili per capire realmente cosa un bocchino può dare e cosa no, e come valutare correttamente il risultato di diverse combinazioni, e che non c’è una soluzione buona per tutti e per tutte le occasioni. Il resto fondamentalmente è puro marketing delle varie case per vendere i loro prodotti, legittimo, ma questo è.
Concludo dicendo che anche se è indubbio che, con la tromba forse più che con molti altri strumenti, il fattore di gran lunga principale è il trombettista, ritengo che la scelta dell’equipaggiamento, e del bocchino più che della tromba, sia una cosa importante, una delle tante che è giusto e sacrosanto che un trombettista deve imparare a gestire. Ma è anche vero che per poter gestire questo aspetto è necessario un certo livello di tecnica strumentale e di affinamento dell’orecchio che non è propriamente banale. È del tutto superfluo preoccuparsi del suono che mi può dare il bocchino se io trombettista ancora non sono in grado di produrre un suono con la sufficiente qualità su un registro almeno decente, così come non posso pensare di valutarne l’intonazione se fatico a capire quando io suono intonato e cosa significhi valutare l’intonazione di uno strumento.