Premetto che non sono un esperto di rap, ma la mia curiosità verso tutta la musica afroamericana mi ha portato ad ascoltare varie cose, anche se non mi sono mai veramente appassionato. Però proprio il mio approccio da ascoltatore “di confine” penso possa essere utile a chi vuole avvicinarsi al genere.
Bella la lista di Rolling Stone. Ne ho tre su cinque... Interessante la scelta di album che sono vere e proprie collaborazioni tra artisti hip hip è jazzisti, perché questo può aiutare ad entrare in contatto con il mondo hip hop, ma deve essere chiaro che la genesi del rap non è questa, e che questi dischi rappresentano una nicchia, una produzione più “di confine”. Il rap nasce dalle feste da ballo improvvisate nei ghetti della New York dei primissimi anni ‘70, ed il suo brodo di coltura non fu il jazz, ma il funk, quindi per me per capire il rap è lì che si deve per forza passare: James Brown, O’Jays, Parliament Funkadelic e via dicendo, questi sono gli artisti più campionati in assoluto dai rapper.
Quanto a dischi rap non posso che consigliare quelli dell’età dell’oro tra la fine degli anni ‘80 e gli anni ‘90. Se dovessi fare il nome di un disco, direi senz’altro Fear Of A Black Planet” dei Public Enemy. Ovviamente importante trovarsi i testi... Come potete immaginare non è un inglese semplicissimo, ma anche se quello che conta nel rap è il ritmo delle parole, capire il testo è molto importante, soprattutto per un gruppo fortemente attivista come i Public Enemy.