Per me il talento non ha niente a che vedere con l’uso di qualsivoglia sostanza. Non credo che esista al mondo alcuna sostanza in grado di far diventare artista una persona che non lo è. Il mito è nato in merito all’eroina quando ancora era un po’ un oggetto misterioso, e poi è dilagato negli anni dell’LSD, che è una sostanza che ha moltissime capacità (oggi, dopo decenni di demonizzazione sono ricominciate le sperimentazioni sul suo utilizzo in psicoterapia, a quanto pare con risultati molto promettenti), ma non quella di far nascere il talento creativo dove non c’è. Sgombriamo il campo da questo equivoco. Parker sarebbe stato Parker anche da sobrio. Anzi, è lecito domandarsi se un Parker sobrio non avrebbe potuto avere una produzione molto maggiore di quella che ha avuto (anche solo perché sicuramente sarebbe campato di più...). E pensate cosa avrebbe potuto fare un Chet sobrio che avesse potuto abbinare una tecnica non compromessa dagli stravizi alla straordinaria maturità artistica che aveva raggiunto in tarda età... Io penso che sia straordinario il fatto che questi grandi artisti siano riusciti ad esserlo nonostante la pervicacia con cui hanno perseguito l’autodistruzione.
La domanda sul perché lo hanno fatto è la classica domanda da un fantastiliardo di dollari. Non credo ci sia una sola risposta. Di sicuro hanno vissuto nell’epoca in cui l’eroina era di moda ed in cui la conoscenza delle sostanze era molto vaga. Di sicuro avevano delle fragilità che non li hanno aiutati a gestire la dipendenza in maniera più equilibrata (come hanno fatto altri artisti, uno su tutti Keith Richards). Ma c’è un altro fattore spesso trascurato: lo hanno fatto perché gli piaceva. È una cosa che non viene detta spesso, ma è la vera ragione del successo dell’eroina insieme all’ignoranza sui suoi effetti negativi: l’eroina è una sostanza potentissima, in grado di dare un piacere che chi l’ha usata non ha parole per descrivere, e che per chi non l’ha provata probabilmente è impossibile da immaginare. La celebre descrizione che viene fatta nel film Trainspotting ce ne può dare un’idea, ma anche a leggere la pagina di Wikipedia la parte sugli effetti fa una certa impressione. Penso che qualcosa di simile sia accaduto con l’LSD per la generazione degli anni ‘60.
La cocaina credo sia tutto un altro affare, io la vedo come una specie di doping... È la droga di chi deve performare, che sia lavoro, socialità, sesso o altro non fa differenza. È una droga che paradossalmente mi spaventa più delle altre, perché gli effetti negativi sono più subdoli e meno evidenti, e perché dilaga in tutte le categorie sociali. Il mondo della musica non fa eccezione. La crisi di Miles degli anni ‘70 è un ottimo esempio di cosa può fare la dipendenza.
Ecco la parola dipendenza poi merita un discorso a sé: non è la droga a causare la dipendenza, ma una condizione di debolezza ed incapacità di gestire questa debolezza. Ci sono forme di dipendenza comunissime, come quella dall’alcol, dal fumo, dal caffè... Alcune possono sembrare quasi innocue. Allo stesso tempo con la stessa sostanza ci sono persone che la gestiscono ed altre che invece ci rimangono sotto tutta la vita. Così come le sostanze di per sé non ti rendono un artista, allo stesso tempo non ti rendono un drogato automaticamente, ma solo se trovano una personalità predisposta e priva di strumenti per difendersi.
Non credo che gli artisti che sono rimasti sotto la droga fossero diversi dalle persone comuni, è solo che avevano delle qualità che ce li fanno ricordare. Milioni di persone comuni loro contemporanee hanno vissuto esperienze simili, ma sono rimaste nell’anonimato. Forse è solo questa la differenza, ed ancora una volta non è la droga ad aver fatto la differenza.