Eh, quanto volte è capitato anche a me... Vedi lo spartito e dici: questo ce la posso fare. Poi provi e sbatti contro un muro... Penso capiti a tutti, soprattutto all’inizio è difficile avere piena coscienza dei propri limiti.
Sul discorso acuti bisogna fare dei distinguo, perché a me pare che ci sia un grosso equivoco, perché er moltissimi (ed anche per me per lungo tempo) suonare sopra il pentagramma è cosa ardua, faticosa e frustrante. Al di là di chi è proprio agio inizi, ha ragione Zosimo: l’estensione fino al do/re acuto è da considerarsi normale ed accessibile a chiunque, se non arriva nonostante lo studio vuol dire che c’è qualcosa che non funziona a livello di tecnica di base. Dove il discorso cambia è dal Mi acuto in poi, lì serve una tecnica di base molto efficiente ed uno studio specifico.
È anche vero poi quello che dice Mar, la tecnica di Miles per qualche ragione è molto sottovalutata, ma comunque una volta stabiliti i propri limiti c’è tantissima musica che si può suonare per ogni livello di studio, accanirsi su quello che è oltre la nostra portata non serve granché, mentre invece anche un pezzo tecnicamente facile permette di lavorare su cose come suono, dinamica, articolazione, musicalità...
In generale io penso che a molti appassionati di jazz farebbe benissimo cimentarsi anche con materiale classico, perché la musica classica è una palestra fenomenale per sviluppare il controllo dello strumento (e quindi la capacità di gestire dinamica, suono ed articolazioni) su tutta l’estensione e l’attitudine a curare la qualità di ogni singola nota. Per qualche ragione è diffusa l’idea che i due ambiti siano alternativi, se non addirittura in contrasto, invece la tromba si suona sempre nella stessa maniera, cambia solo lo stile, quindi perché non prendersi il meglio di due mondi?