Io invece questa volta sono poco d'accordo con Norman. Cominciamo da: "i jazzisti si preoccupano troppo del cosa e poco del come". Questa è una generalizzazione bella e buona. Posso al massimo venirti incontro affermando che lo studio eccessivo dell'armonia toglie spontaneità all'esibizione, e che lo studio eccessivo dell'armonia viene a torto venduto come unico modo per improvvisare come si deve.
Poi: "se pensiamo alla musica come una sequenza di note, è probabilmente vero che tutto è già stato suonato". Io credo che quando sarà finita la possibilità di creare musica nuova e originale sarà perché è finito il tempo degli esseri umani su questa terra.
Alla domanda: "ha senso anche solo tentare di improvvisare" la mia risposta è: certo che sì, senza alcun dubbio. Tiriamo giù dal piedistallo il mito dell'improvvisazione. Improvvisare è una cosa normale, è un modo per esprimere se stessi, e ne vale sempre la pena. Più lo fai, più non ti fai prendere dalla paura, e più migliori, fino a che sboccia la tua capacità, piccola o grande che sia (non tutti siamo dotati dello stesso talento ma se io non ho un talento non vado in giro a convincere gli altri che quel talento non esiste). Ho sentito l'altra sera il racconto di Pupi Avati che parlava di un giovane Lucio Dalla appena entrato nella big band dove suonava lui. Ogni sera aveva un paio di assoli, i vecchi gli davano consigli, e lui li seguiva senza strafare. Una sera in Germania non si è fermato, è andato oltre le sue battute, e quello che suonava era semplicemente straordinario, sorprendente per tutti quelli della band, e forse anche per lo stesso Dalla. Nessuno si aspettava un'esplosione di quel tipo, non c'erano avvisaglie che stesse succedendo. Quella sera Dalla ha imparato a esprimere compiutamente il suo genio. Vale sempre la pena provare a esprimersi.
Sono d'accordo con te che suonare non è elaborare una sequenza di note ma dar loro vita. Ancora una volta generalizzi con "i jazzisti", ma io ho sentito parecchi concerti dal vivo di gente più o meno famosa che metteva l'anima in ogni nota. Ok, d'accordo, la loro anima non era quella di Billie Holiday, ma non è compito mio giudicare l'anima delle persone (e dei musicisti).
D'accordo con te su tutto il resto. Lo dico spesso, e spesso vengo frainteso: l'improvvisazione non può nascere dallo studio spasmodico dell'armonia. L'improvvisazione nasce nella testa. Si studiano i primi rudimenti di armonia per sviluppare meglio le idee. Poi andando avanti si può pensare alla musica in modo più complesso, e una crescente conoscenza teorica dell'armonia può darti più possibilità di espressione.
La didattica dell'improvvisazione (e non solo quella) è tutta sbagliata, crea paura in chi ci si vuole avvicinare e crea sterilità artistica in chi riesce ad avvicinarsi comunque nonostante le difficoltà.