Non è un segreto che ho cominciato per frustrazione: ho comprato una Monette e ho chiesto a Dave di fare un B6S1 con un foro ed una penna suonabili (chiesi un #19, 4.2mm).
Per tre volte mi ha mandato un bocchino con una penna ed un foro che voleva lui, perché "Dave decide che bocchino suonare sulle trombe Monette, non il cliente".
Potete immaginare quanto costi una tromba Monette, quanto costino i bocchini per le Monette, inclusa spedizione, IVA e dogana, e dopo un anno non ero ancora nelle condizioni di poter suonare la mia tanto agognata tromba.
Mi sono fatto un po' di conti valutando quanto mi sarebbe costato far produrre a Taylor un po' di prototipi, ho considerato che mai al mondo sarei riuscito ad ottenerne 2 uguali (uno di scorta, nel caso danneggiassi quello principale).
Le cifre necessarie per qualche viaggio in Inghilterra, le ore di lavoro, i mesi di purgatorio, insomma, qualche migliaia di euro. Non ne valeva assolutamente la pena.
Ho cercato su Ebay dei torni CNC "da banco" e ho avuto la fortuna di conoscere un signore della provincia di Potenza che con 2000 euro mi ha messo in condizioni di rovinarmi i successivi 6 anni della mia vita...
Lui è stato gentilissimo ma mai avrei immaginato quanto lavoro, quanta competenza, quanti soldi sono necessari per produrre dei bocchini.
Si parla di migliaia di ore di studio, lavoro, notti in bianco e decine di migliaia di euro di investimenti solo per produrre il primo.
Sia chiaro, si può andare in una torneria chiedere di farsi produrre un bocchino con il primo alesatore conico che trovi in una utensileria. Così fanno tutti alla fine, e infatti tutti i bocchini sono bene o male uguali. E tutti quanti questi "produttori" dichiarano di avere la verità in tasca, dicono di avere il bordo definitivo, la tazza con le curve che neanche Marylin Monroe.
La realtà è che la meccanica di precisione non è che l'1% della questione (e tuttavia ancora ci sono gli scienziati col trapano dell'ipercoop e la carta smeriglio che promettono la luna), la difficoltà vera sono le migliaia di test che devi fare, sono infinite ore di lavoro per cercare di comprendere qualcosa che gli altri pensano di aver compreso solo perché si fanno produrre il bocchino da qualche altra ditta.
Ogni volta che mi capita un Nakariakov, un Sipiagin, un Alan Kaplan, un Mark Bennett a casa mi rendo conto che c'è tanto ancora da affinare per cercare di avvicinarsi ad un prodotto di altissimo livello.
Quello che ho imparato fin dal primo giorno è che il concetto di bocchino intonato non ha alcun senso, è una colossale panzana che viene raccontata per vendere un prodotto. L'accoppiamento fra bocchino (la penna, soprattutto), strumento e musicista non è neanche lontanamente prevedibile e controllabile a priori.
La fisica acustica è altamente complessa ed il musicista è l'elemento più "dannoso" perché non è costante, non è prevedibile, e l'unico modo per "contrastarlo" è prevedere una miriade di combinazioni che, un po' con cognizione, un po' per culo, finiscono per soddisfare le richieste del trombettista.
Tornando alle domande che mi hai fatto: la competenza più difficile da acquisire, ne sono più che mai convinto, è la capacità di testare l'equipaggiamento in modo neutro.
Ogni singolo trombettista di questo mondo è convinto di esserne in grado ma l'esperienza di qualche migliaio di musicisti visti a casa o in giro per il mondo mi ha insegnato che ne ho incontrati meno di 5. I motivi sono i più vari e sarebbe interessante discuterli ma, per brevità (seeeeee) vi dico che è quasi impossibile trovarli.
E' invece molto comune incontrare persone che sono convinte di tante cose che non hanno alcuna attinenza con la realtà.
La grossa sfida per me è stato li percorso di studio dello strumento per giungere ad approcciare un test senza aver la pretesa di risultare intonato, ci sono voluti circa 2 o 3 anni, e penso che sia questo il motivo per cui ormai ci vuole molto poco per sviluppare un prodotto (che sia un bocchino o una tromba).
L'orecchio assoluto aiuta e non aiuta, quello che aiuta di più è la capacità di discernere un suono centrato da uno fuori centro. E anche qui, so che sembrerò esagerato, le persone che sono realmente in grado di farlo sono POCHISSIME.
La cosa che più mi lascia perplesso è che molti trombettisti sordi a queste differenze insegnano (inculcano) agli allievi che certi suoni sono accettabili e non è quindi strano sentire schiere di musicisti che in una scala di due ottave hanno 6 o 7 timbri diversi.
E' facile intuire come sia quasi impossibile far cogliere a chi si è abituato in questo modo, quando qualcosa suona uniforme o no.
Ricordo con notevole precisione i momenti chiave della mia esperienza in questo campo: il primo programma fatto al computer, il primo disegno al CAD, il primo alesatore fatto fare su misura (e quanto costano!!!!!!!!), il primo filetto delle penne...
Non ho mai pensato di essere in grado di costruire trombe di alto livello ma ero certo di saper cogliere quando qualcosa non funzionava. Non sapevo cosa cambiare per migliorare le cose ma sapevo che sarei stato in grado di cogliere le differenze.
Con molto, MOLTO, MOLTISSIMO tempo speso a fare prototipi sono alla fine giunto, come per i bocchini, ad una consapevolezza che mi permette di prevedere, con una certa approssimazione, quando una modifica andrà ad impattare un certo armonico, un certo timbro, una certa caratteristica della suonabilità.
Non è possibile prevedere tutto ma sicuramente ormai so in che direzione andare e, piano piano, so come affinare le cose.
Tutto sommato lo sviluppo iniziale delle trombe ha richiesto pochi mesi, molto meno del previsto, il grosso è stato "ingegnerizzare" la costruzione dei pezzi. Una volta che sai come farli puoi farne tanti con tante variazioni e poco a poco diminuisci le incognite.
Con il flicorno c'è voluto molto di meno della tromba, nonostante siano strumenti rognosi, perché l'esperienza del passato mi ha insegnato qualche trucchetto.
C'è anche da dire che utilizzo non solo sistemi non convenzionali, ma la geometria stessa, i parametri di base sono così lontani dalle tipiche Bach o dalle Monette che ero sicuro di fare qualcosa di nuovo e diverso dai soliti canoni. Poi la speranza è quella di non fare un buco nell'acqua.
Ultimamente mi sono dedicato tanto all'affinamento delle pompe d'intonazione e sto scoprendo cose interessanti che sto sperimentando con i top players, sta andando bene! (la Resonance 2.0???)
Negli anni ho compreso una cosa importantissima, che penso mi distingua notevolmente da Monette (visto che tanto, dieci volte al giorno, sono tutti lì a chiedermi se ho copiato Monette...): puoi giungere allo stesso risultato di intonazione e risonanza attraverso più strade.
La sua è sensata ma porta a dei problemi che io non sono mai riuscito ad addomesticare (fori troppo grandi, armonici troppo laschi, suoni troppo "Monette").
Io mi rivolgo ad un altro tipo di clientela che vuole una tromba che suoni come una tromba, magari più interessante di una Bach, ma pur sempre come una tromba. Ma la cosa più importante di tutte, voglio che il mio strumento o il mio bocchino siano FACILISSIMI per TUTTI e SUBITO.
L'idea di acclimatarsi, vista soprattutto dopo questi anni di sofferenza, mi fa rabbrividire. Non riesco a spiegarmi come per tanti anni abbia cercato di cambiare il mio modo di suonare per compiacere un equipaggiamento che non è fatto per il mio modo di suonare.
Non è un mistero che tantissimi miei clienti siano ex clienti Monette e tutti, invariabilmente, apprezzano il mio prodotto proprio perché ha caratteristiche di intonazione e risonanza di altissimo livello senza però essere difficili da suonare.
Se mi guardo indietro a 6 anni fa vedo una persona che faceva il suo turno al lavoro e poi andava a farsi il weekend al mare, a cena con gli amici, giocando magari con la Playstation
Ora vedo una persona che lavora tutto il giorno, paga una montagna di tasse, è conosciuta in tutto il mondo, vede i più grandi trombettisti della terra passare per casa ma non ha il tempo per mangiare una pizza con gli amici.
Ho oltrepassato di tanto gli obiettivi che mi ero posto 6 anni fa ma mi sono messo in un ginepraio. Mi chiedo quanto senso abbia lavorare così tanto per gli altri e avere così poco tempo per se stessi.
Obiettivi per i prossimi 3 o 4 anni? (mi faccio la domanda e mi rispondo da solo)
Assumere 2 o 3 persone, insegnar loro come fare le cose per me, passare un paio di volte a settimana in ditta a fare il lavoro che non affiderei mai ad un dipendente e passare il resto del tempo in giro con mia moglie a godermi i frutti di tanto lavoro.
Ormai ci sono arrivato, penso che manchi poco.
Ma lo dico da 3 anni...