Ciao Norman,
provare a ottenere questo effetto su tutto il registro (diciamo 2 ottave e mezzo) mantenendo il suono bello e omogeneo non è affatto facile.
Se non sei centrato e l'emissione non è a posto, difficilmente ci si riesce.
Mi è capitato di assistere a lezioni in cui è stato usato da alcuni grandi nomi della tromba come "cartina tornasole" e i risultati di chi ci provava erano tutt'altro che scontati.
@Francesco
Per eseguire il suono "frullato", prova a soffiare e pronunciare un suono onomatopeico tipo "frrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr". poi provi replicare nello strumento.
Ciao Tiziano, interessante quello che dici, onestamente non avevo mai sentito niente del genere. Sono d’accordo che farlo bene e controllato è difficile, ma la differenza fondamentale per me è stata che mentre il frullato in qualche maniera sono sempre riuscito a farlo, male, ma almeno mi veniva, il growl finché ero messo male non mi usciva proprio, neanche male: o vibravano le labbra, o la gola, insieme mai. Credo che la differenza sia che mentre la lingua anche in un contesto incasinato rimane abbastanza libera, la gola in tensione ti impedisce proprio la meccanica della cosa, non so se mi spiego. Per questo penso che il growl sia un test ben più probante del frullato.
Quanto all’effetto in sé, neanche io lo trovo pacchiano, proprio per niente. È uno di quegli effetti che permette di imitare le innumerevoli sfumature del canto, giustamente citi Bubber Miley che lo usava con Duke Ellington, che è la quintessenza dell’eleganza... Altro che pacchiano! Solo che tutto questo fa parte di una tradizione jazzistica che in Italia ad un certo punto è stata un po’ trascurata. Purtroppo qui da noi sembra che il jazz che conta è che merita di essere conosciuto sia solo quello degli anni ‘50 e ‘60... E neanche tutto per giunta.