Pur apprezzando e invidiando la dedizione del tuo amico sassofonista non mi sento di condividere la sua "strategia": nella musica non esiste un limite, si può sempre migliorare e, per inciso, una volta arrivati "quasi in cima" ogni metro richiede un impegno molto maggiore del metro precedente.
Per questo motivo si devono fare delle scelte, pur mantenendo salda una sana attitudine al costante miglioramento personale: o ci si ritaglia del tempo per le attività collaterali (sia inerenti il lavoro di musicista, sia inerenti la normale vita oltre la musica, come la famiglia e gli hobby) o si sublima al livello degli asceti, ai quali basta soddisfare le esigenze basilari quali il cibo, il riparo e, se proprio dobbiamo, la riproduzione.
Voglio intendere: se vuoi essere il migliore allora non vuoi fare i soldi a palate (poi magari arrivano di riflesso, non si sa mai!).
E se sei arrivato così in alto, da un punto di vista musicale, fatico a credere che non arrivi a fine mese. E se l'arrivare a fine mese non ti basta allora torniamo punto e daccapo: devi trovare il tempo per sviluppare quelle altre qualità che un musicista moderno deve avere: sapersi promuovere in primis, altrimenti si rimane nella cameretta.
Anche nei secoli scorsi il grande musicista non era solo quello che romanticamente ci fanno credere i libri o i film, erano comunque persone che in un modo o nell'altro erano entrati nelle grazie di un Pigmalione riuscendo nel sogno di qualunque persona: fare quello che ci piace fare senza doversi preoccupare delle incombenze della vita quotidiana.
Al giorno d'oggi ci sono tanti esempi di musicisti di questo calibro, alcuni dei quali per inciso suonano i miei prodotti.
Non a caso sono musicisti straordinari, letteralmente fuori dall'ordinario.
Alcuni vivono o hanno vissuto grazie a donazioni di mecenati, altri grazie a supporti di altro genere (casa, organizzazione di concerti, a volte persino semplici vestiti da concerto), altri sono letteralmente stipendiati dallo stato sotto forma di "grants" per NON dover suonare normali concerti, dovendosi dedicare allo studio del loro strumento.
Io stesso sostengo alcuni ragazzi con donazioni, a volte sono bocchini, altre volte sono soldi o premi per concorsi.
Mi sembra la cosa più normale del mondo, quando il musicista merita. E chiaramente non si parla solo di ragazzi/ragazze che suonavano, suonano o suoneranno i miei prodotti, è una questione che trascende il lato commerciale e quindi non sarebbe onesto pretendere qualcosa in cambio.
Ma per uno che merita un trattamento speciale ce ne sono 1000 o 10.000 che dovrebbero rimboccarsi le maniche e considerare la musica come un lavoro, con tutto quello che ne consegue.
Anche a me piacerebbe costruire trombe senza l'assillo di dover rispondere alle email dei clienti, alle telefonate, alle visite da me in laboratorio, i viaggi all'estero, le fatture, le pratiche burocratiche, le spedizioni, il commercialista, la banca etc etc.
Ahhh, quanto mi piacerebbe! Mi sveglio alle 9:30, mi guardo 3 ore di video di trombettisti su YouTube, posto due messaggi sul forum, è ora di pranzo, poi la pennica, due saldature (fredde, mi raccomando) su una campana, altre 2 ore su YouTube perché c'è il COVID, altri 3 messaggi sul forum, un paio di bocchini al tornio, tanto lo fa in automatico il CNC, e a fine mese voglio pure 50.000 euro in più sul conto corrente.
Purtroppo non funziona così: non basta aprire una bottega di calzolaio perché sia piena di clienti che vogliono che gli rattoppi le scarpe.
Se poi diventi il più figo calzolaio del mondo allora si che puoi fare una scarpa per 20.000 euro.
I sindacati, il governo, le associazioni, gli statuti, le corporazioni non contano nulla, se non per quelli che ne tirano le fila.
Dietro una persona che pretende si nasconde immancabilmente una persona che non merita.
Purtroppo è anche vero che dietro una persona meritevole spesso non si nasconde un'adeguata remunerazione.
L'unico modo per uscirne è fare quel passetto in più: non limitarsi ad essere i migliori strumentisti, bisogna rimboccarsi le maniche in tutte quelle attività collaterali che ti permettono di avere più chances di lavorare.