Author Topic: Sulla competenza ed il lavoro  (Read 1102 times)

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Offline Zosimo

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Re: Sulla competenza ed il lavoro
« Reply #30 on: December 28, 2020, 11:48:54 AM »
Esatto, purtroppo uscire dalla logica tutto cioè che non è produzione  è superfluo la vedo ardua. (i centri commerciali non possono chiudere , ma i teatri, beh quelli fino al 20393 sticazzx)
Mi ricorda un personaggio storico che diceva: quando sento la parola cultura, metto mano alla pistola.
Come dici tu giustamente , non è che esiste solo la seria A, la formula 1 o se non sei Miles vi buttiamo dalla rupa tarpea.
Anche perchè molti artisti non è che aspirano a guadagnare come Picasso o Vasco Rossi, ma molte volte si va sotto la soglia minima
della decenza. Però questo discorso come dicevo prima, apre la porta ad altri 2000 che porta inevitabilmente alla storia politica/culturale di un paese. Sarebbe troppo facile dire: eh tizio non merita, vada a vendere le banane, lo stato non ti campa... però campa tutti gli altri.
Purtroppo finchè esisterà il lavoro in nero, l'evasione e altre piaghe i garantiti saranno sempre i soliti garantiti.
Se non erro i jazzisti in America già ai primi del novecento  avevano la carta del sindacato per lavorare. qui no, il primo scemo che si alza con la '' pianola'' può fare serate a due lire.
Tanto la cultura non produce nulla, il fine è che  consumino la birra. Poi, si potrebbe fare un un excursus sul pensiero liberare , ma mi fermo qui.
Ps: per non aprire il capitolo scuola/università. Conosco gente con la maturità fatta nel 1959 che se gli dai un passo di Cicerone con un po' di tempo per carburare te la traduce
rispettando anche la metrica, alcuni laureati si impanicano a compilare una raccomandata in posta. Certo di tutta l'erba non si può fare un fascio, ma guardate la luna non il dito.
« Last Edit: December 28, 2020, 11:54:40 AM by Zosimo »
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Offline anrapa

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Re: Sulla competenza ed il lavoro
« Reply #31 on: December 28, 2020, 11:53:32 AM »
In risposta a Mauro e Solaris.
Non fraintendete le mie intenzioni: non penso che non di debba campare di musica, tutt'altro!
Mauro stesso dice, e io ho vissuto situazioni simili, stavo pure partendo per un paio di turni in crociera quando avevo 20 anni, che all'epoca si poteva campare dignitosamente di musica e che con gli anni la cosa è diventata più un hobby che a volte svolge anche gratuitamente.
Insomma, sta seguendo quello che il mercato offre, offrendosi sul mercato e intercettando quello che riesce.
Fin qui tutto bene, proprio perché non c'è la pretesa di essere sostenuti dal governo.
Per me il punto nodale è questo: il trincerarsi dietro "stiamo facendo arte" non va bene, ci sono milioni di italiani che piuttosto che far il turno di notte in fabbrica preferirebbero intagliare posaceneri in legno che non venderebbero a nessuno, se il governo li sostenesse economicamente.
E poi ci sarebbe pure da vedere se li farebbero questi posaceneri... Così come mi chiedo come si potrebbe commisurare il lavoro di un musicista che non fa mai concerti, che magari non si sbatte per trovarli.
Si calcolano le ore di studio al giorno?
Ah, quanti soldi mi dovrebbero dare se mettessi in conto (che poi le metto, è evidente) le ore passate a studiare i macchinari che devo usare, i computer che devo programmare, le mani che devono imparare a lavorare i metalli etc etc
Insomma, continuo a pensare che dietro il velo della cultura ci sia TANTA paraculaggine da parte di TANTISSIMI che sarebbe meglio si adattassero a trovare un altro lavoro, quando il mercato del lavoro non offre abbastanza opportunità per tutti gli aspiranti musicisti.

Poi magari vi narro come si comportano molti di questi quando approcciano i produttori di strumenti musicali.
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Offline fcoltrane

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Re: Sulla competenza ed il lavoro
« Reply #32 on: December 28, 2020, 12:31:21 PM »
Tony per me tu consideri il fenomeno soprattutto dal punto di vista di un produttore che si scontra con la burocrazia dello Stato
con tutto quello che comporta per chi vuole fare attività di impresa , con  l'ignoranza degli interlocutori perché ti può capitare di parlare con Sipiagin che la tromba la conosce profondamente e di interlocutori  come me che non la conosco quasi per nulla  ed in più ti può capitare di avere a che fare con il "pregiudizio e la maleducazione"  che per me sono diretta conseguenza di quell'aspetto che evidenziavo "dare il giusto valore alla musica"
Pensa per un attimo ad uno Stato che promuova l'attività dei sui migliori artigiani costruttori sovvenzionando con congui finanziamenti tutta quella attività di pubblicità esposizione ecc... presso conservatori ecc.. in modo da consentire a tutti gli studenti di apprezzare la differenza delle tue creazioni.

E stendo un velo pietoso sulla funzione dello Stato  per ciò che riguarda l'insegnamento della musica.

Offline anrapa

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Re: Sulla competenza ed il lavoro
« Reply #33 on: December 28, 2020, 12:44:49 PM »
Il mio lato imprenditoriale nel campo della musica non è il motivo della mia opinione ma certo non ha fatto altro che rinforzarla nel corso degli anni.
Onestamente non credo nei "fondi perduti", non credo in questo tipo di aiuti, perché non fanno crescere le attività in modo sano.
Chi ne beneficia non capisce il vero valore del lavoro, dell'impegno, del mettersi in gioco. Le ditte che ne hanno fatto uso (e ne conosco alcune) sono tutte al livello del galleggiamento in attesa del prossimo contributo.
Lo si vede primariamente nella ristorazione che, per molti versi, è simile al campo delle arti: tutti possono essere cuochi e camerieri, tutti sappiamo fare qualche buon piatto a casa (soprattutto grazie al COVID...).
Altra cosa è essere chef, artisti del cibo, imprenditori e tutto quello che c'è di contorno. Il paragone calza alla perfezione perché, come nella musica, il posto in cui apri il ristorante, come lo arredi, la qualità dei tuoi piatti, il prezzo, la competenza e la gentilezza influiscono in modo diretto sul successo della tua attività.
All'inizio, soprattutto se papà ha pagato per aprire l'attività, tutto sembra facile: nuova attività, c'è curiosità, c'è entusiasmo da parte della gestione.
Poi bisogna vedere se hai voglia di lavorare 14 ore al giorno, tutti i giorni, senza potersi permettere il lusso di mandare a cagare il cliente. Poi vediamo se puoi cucinare solo i piatti che piacciono a te o se magari è meglio fare pizze a tonnellate perché costano poco e fanno guadagnare tanto.
I Sipiagin, i Nakariakov, hanno fatto una gavetta che spesso non riusciamo ad immaginare. Alcuni accettando concerti poco interessanti e poco pagati, altri studiando infinite ore nella speranza di sfondare.
Alcuni hanno un dono, e forse questi meritano più di altri, altri sono meno dotati ma sanno sopperire con le altre qualità necessarie per sfondare nel proprio campo.

Così come penso che ci sia un motivo per cui il 90% dei ristorante fa fallimento in meno di un anno, così penso che lo stesso valga per i musicisti. La differenza grossa è che nessun ristoratore penserebbe mai di lamentarsi col governo perché non gli garantisce un tot al mese se i clienti non lo apprezzano.
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Offline fcoltrane

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Re: Sulla competenza ed il lavoro
« Reply #34 on: December 28, 2020, 01:23:29 PM »
purtroppo scrivere a riuscire a spiegare non è semplice anche perché io stesso non ho una idea chiara della soluzione:
"Attribuire il giusto valore alla musica ".
Non intendevo "fondi perduti" ma un mondo ideale dove un studente di conservatorio magari siciliano può un giorno andare dentro il proprio conservatorio e provare una Resonance una G&P una   Bach una Yamaha ecc... ..... e magari con un insegnante che è in grado di spiegarti la differenza e anche è a conoscenza di diverse tecniche di apprendimento. e tutto questo con un importante  contributo dello Stato.
o addirittura tutto ciò rapportato alla scuola dell'obbligo insieme alla matematica alla storia anche la musica e l'insegnamento della tromba del sax del piano ecc con insegnanti "competenti " ma pagati adeguatamente

Offline Mauro 58

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Re: Sulla competenza ed il lavoro
« Reply #35 on: December 28, 2020, 02:06:55 PM »
Ciao!

Lungi da me il voler creare fraintendimenti: io apprezzo moltissimo il lavoro imprenditoriale, soprattutto se aiuta lo sviluppo del settore musicale.
Anche io non sono idealmente favorevole agli aiuti "a pioggia", ma qualche aiuto a chi è rimasto senza lavoro lo hanno dato tutti i Paesi colpiti dalla pandemia.

Il vero problema, secondo me, è che nel nostro "belpaese" negli ultimi decenni c'è stata una continua e sistematica demolizione della cultura.
Non voglio entrare in disquisizioni politiche, perché il discorso prenderebbe altre strade; ma se facciamo un paragone con gli Stati Uniti, dove la musica è regolarmente insegnata nelle high school (e dalle quali escono in gran parte gli artisti che poi scalano le classifiche) o, peggio ancora, con i Paesi dell'Est, dove le forme artistiche assumono valori sociali e culturali altissimi, forse è più facile comprendere perché in Italia ci sia una così scarsa considerazione di tali attività.

Un piccolo aneddoto e poi non vi affliggo più: circa 20 anni fa, quando le mie figlie frequentavano le scuole medie, ebbi occasione, durante uno dei tanti colloqui che si facevano periodicamente con gli insegnanti, di sentire il professore di musica (ben 2 h a settimana!) che consigliava al papà di uno studente di intraprendere gli studi al conservatorio perché molto dotato.
Risposta del padre dello studente: "ma che lavoro potrà mai fare una volta terminati gli studi?"...

... e non aggiungo altro...

:(
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Offline toro

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Re: Sulla competenza ed il lavoro
« Reply #36 on: December 28, 2020, 06:37:57 PM »
Io la penso come Tony,in fondo avendo lavorato per 45 anni a provvigioni,non potrei pensarla diversamente.....a volte mi chiedo quanti meno problemi avrei avuto infilandomi in qualche lavoretto pubblico e facendomi sovvenzionare dallo stato....però poi a consuntivo ,tirata la riga finale della mia vita lavorativa,avrei avuto uguali soddisfazioni e raggiunte  solo con le mie forze?.....è anche vero che non tutti hanno la stessa visione di ciò che è il lavoro,e non per tutti il lavoro è una priorità.
A me è stato insegnato che tutto ciò che ottieni te lo devi meritare.....ma questi sono valori,che se spiegati a certi personaggi,ti dicono che sei passato di moda....può essere vero ,in fondo sono un anziano e l’unico diritto che ho ora è fare il vaccino COVID prima di altri  ;D ;D
La bicicletta somiglia, più che ad ogni altra macchina, all’aeroplano, essa riduce al minimo il contatto con la terra e soltanto la sua umiltà le impedisce di volare....

Offline anrapa

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Re: Sulla competenza ed il lavoro
« Reply #37 on: December 28, 2020, 07:16:25 PM »
Ti dirò di più, io da 20 anni sono dipendente e (molto ben) pagato da una ditta prima semi statale, ora semi privata. (Non chiedetemi che significa...)
Potrei tranquillamente evitarmi tutte le fatiche dell’essere imprenditore e artigiano, non lo faccio certo per i soldi (che però non mi disgustano affatto, sia chiaro).
15 anni da dipendente non mi hanno fatto cambiare l’idea che avevo prima ancora di iniziare a lavorare e l’aver iniziato un’attività aggiuntiva la dice lunga su quanto penso che l’impegnò in prima persona sia uno dei modi più sani per avere e raggiungere degli obiettivi nella vita.

Gli aiuti di stato sono sacrosanti e moralmente dovuti a chi fatica per colpe non sue.
Semplicemente mi domando quanti siano gli “innocenti” e quanti i furbi.
Quanti gli artisti di spessore che il COVID ha rovinato e quanti invece galleggiavano per vocazione fra una sovvenzione e l’altra.

Purtroppo si rischia di sfociare nella politica, ed è sempre un rischio, ma par di capire che le posizioni che abbiamo espresso siano fondate più sulla nostra visione della cultura e del ruolo dei cittadini, che sull’appartenenza a qualsivoglia bandiera.
E meno male, altrimenti sarei il primo a chiudere il post.

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Offline Mauro 58

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Re: Sulla competenza ed il lavoro
« Reply #38 on: December 28, 2020, 09:36:04 PM »
- - - Purtroppo si rischia di sfociare nella politica, ed è sempre un rischio, ma par di capire che le posizioni che abbiamo espresso siano fondate più sulla nostra visione della cultura e del ruolo dei cittadini, che sull’appartenenza a qualsivoglia bandiera.
E meno male, altrimenti sarei il primo a chiudere il post.

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... sagge (e sacrosante) parole...

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