Beh, chiunque ha un'opinione, la differenza sta nel quanto si è convinti della propria non sostanziata opinione al punto da propagandarla come verità assoluta.
Il problema è che la verità è spesso difficile da acclarare persino quando veri esperti di un settore si uniscono per decidere.
La fisica, che dovrebbe essere una delle materie più "a prova di opinioni" rappresenta la verità solo fino alla prossima scoperta, che potrebbe ribaltare completamente secoli di conoscenza.
Figuriamoci se a far fisica ci mettessimo persone che non hanno alcuna competenza: la probabilità di venir fuori con un'infinità di teorie prima strampalate e infine sbagliate sarebbe altissima.
Concordo sulla sindrome del nonnismo che è in parte sovrapposta a quella del nonno: 50 anni fa si faceva così? Allora per il resto della vita si deve fare così, anche se arrivano nuove tecnologie o competenze. Ho imbottito lastre fino a perdere l'udito e la ragione? Non importa, si deve andare avanti così perché anche gli altri devono soffrire.
Questo è il tipico humus su cui germogliano le credenze popolari.
Concordo anche sul discorso dello scarso musicista in mala fede: tanto minore è la competenza, tanto minore è il successo (al netto di botte di culo clamorose).
Tanto minore è il successo e tanto maggiore è il risentimento. Tanto maggiore il risentimento e tanto maggiore è la sindrome del complotto.
Dalla sindrome del complotto di passa con un'agilità straordinaria a: tutti quelli che hanno successo non lo meritano, rubano, non capiscono niente etc etc
Sono sindromi come quella di svenire per lo stress, gli attacchi di ansia e panico, la rabbia improvvisa, la logorrea sui forum
Ieri ho fatto un'ora di chiacchiere con Ewan Divitt (mi chiedeva aiuto per una serie di problemi che ha con il tornio e le campane).
Siamo amici da anni e non smetto di notare che dietro il successo di certe persone c'è sempre un impegno, una passione, un dispendio di energie che ha dell'encomiabile.
Le nostre storie sono molto simili: è un "dopolavorista" come me (lavora come dipendente nel reparto riparazione ottoni della Long and MacQuade, in una delle sedi in Canada), dove rimane dopo l'orario di lavoro per mettere insieme gli strumenti che produce sfruttando l'attrezzatura del negozio (lode al negozio che lo aiuta in questa sua attività privata).
Lavora in parte anche in casa nelle poche ore che rimangono libere, magari il sabato e la domenica.
Ha una bambina di due anni, si spacca la schiena, studia, sperimenta, chiama i colleghi, viene chiamato dai colleghi e collabora con uno spirito di corporazione che qui in Italia, onestamente, non ho praticamente mai visto (un plauso Dario Frate lo merita).
In ogni caso, Ewan ieri mi chiedeva come programmare il suo mini tornio Sherline per fare un mandrino per un nuovo cannello per tromba. Da lì siamo finiti a parlare di mille altre cose, alcune di queste faranno notizia fra qualche settimana, se tutto va bene.
Perché racconto questa cosa? Ah, si, la malafede: ne conosco tanti di piccoli e medi artigiani come Divitt, li senti poco, lavorano a testa bassa, 14-18 ore al giorno, e non si sognerebbero mai di criticare il lavoro di un collega che lavora altrettanto duramente.
Qui in Italia invece le cose stanno in un modo diverso, in mala fede non sono solo quelli che la parola lavoro l'hanno solo letta nello statuto del lavoratore al quale si aggrappano per il prossimo immeritato sussidio, sono spesso anche quelli che lavoricchiano ma non avendo successo spendono il tanto tempo libero per infangare il lavoro altrui.
E poi qualcuno si domanda ancora perché il mio sito è solo in Inglese e perché non scrivo mai sul (mio) forum.