Allora di domande me ne sorgono altre: quanti maestri insegnano quello che è stato insegnato loro senza pensare con la loro testa a cosa è giusto e cosa sbagliato ? E ancora, quanti trombettisti sono diventati bravi NONOSTANTE insegnamenti illogici e controproducenti, e che a loro volta continuano a insegnare e tramandare ai loro allievi?
Se è per questo ci sarebbero anche domande ben più inquietanti, tipo: quanti allievi sarebbero potuti diventare trombettisti anche solo decenti, se solo non avessero avuto la sfortuna di incappare in insegnanti non all'altezza?
Abbiamo parlato molto del problema della didattica della tromba in Italia. E' assolutamente vero che molti hanno la tendenza ad insegnare quello che sanno dandolo per verità assoluta, senza tenere conto del fatto che anche la tecnica strumentale progredisce (perché cambiano gli strumenti, cambiano i supporti tecnologici all'insegnamento, ecc) né delle innumerevoli variabili che possono influenzare la scelta del percorso didattico (banalmente: ogni studente è diverso, ogni insegnante è diverso). Allo stesso tempo manca pressoché totalmente un percorso di formazione accademica degli insegnanti: non basta saper suonare bene per insegnare altrettanto bene, alcune persone sono portate naturalmente a farlo, altre no. Di conseguenza manca pressoché totalmente la selezione: cattivi insegnanti rimangono una vita a fare danni nei conservatori, nelle bande, nelle scuole private e via dicendo.
Il che però non significa che "valga tutto": fermo restando che è giusto e sacrosanto essere critici e sempre pronti a cambiare i propri metodi se necessario, è anche vero che esistono delle conoscenze empiriche la cui solidità è invece dimostrata ampiamente dall'esperienza. Per fortuna i bravi insegnanti ci sono, e sono quelli che piano piano portano avanti il progresso a ragion veduta e nella direzione migliore per i loro studenti.
Questa storia dell'uncino è paradigmatica: quanti insegnanti insegnano a tenere il dito lì per partito preso? Tantissimi. Schiere di trombettisti imparano a farlo senza che nessuno si ponga la domanda: ma a che serve? Su questa cosa poi io ho una teoria, legata alla mia esperienza personale: io sospetto che il tenere il mignolo nell'uncino sia un'abitudine che viene facilmente consolidata quando si suona con troppa pressione (cosa che sappiamo bene essere diffusissima, grazie alla inadeguata didattica di cui sopra), perché aiuta ad esercitare questa pressione ed a tenere stabile il bocchino sulle labbra. Ma per molti altri è semplicemente una cosa insegnata "perché si", e perché all'inizio non stai lì a questionare quello che ti dice un insegnante quando tu non sai assolutamente niente.