Da quello che ho potuto capire, leggendo casualmente le caratteristiche della mia tromba Scodwell, e da lì ho approfondito, il gambo del bocchino può essere fatto con due tipologie di rastremazione, molto simili fra loro, ma leggermente differenti : la rastremazione Europea e la rastremazione MORSE ( quest'ultima adottata sui bocchini Bach ( e trombe , dalla Conn , dalla Scodwell, altre non so). Ed è a questo che mi riferivo.
Qualcosa è riportato qui (non sono riuscito a ritrovare quello che studiai la1^ volta, questo è in inglese ma il succo è quello che ho detto, e l'esempio riportato nel post di questo forum è un po' simile a quello che ti è capitato. Qua' si parla di "horns" questo termine a volte lo usano per le trombe a volte per i corni, ma mi ricordo di aver letto dei post in cui si riferivano sicuramente alle trombe. In passato fra Europa e America c'è stata qualche differenza, non so se è rimasta o se la produzione mondiale si è uniformata.) :
https://www.hornsociety.org/forum/3-instruments-Equipment/1456-european-shank-and-morse-shank-explained
Poi ci sta anche che abbia capito fischi per fiaschi
Quello che hai citato si riferisce ai corni francesi.
Nella tromba (e simili) il ricevitore è uno solo, la conicità (il taper) è uno solo.
Quello che varia (spesso sensibilmente, causando un'altra famiglia di problemi) è il diametro iniziale e la profondità finale, cosa molto fastidiosa, ma l’angolo non varia mai e viene fatto quasi sempre con un alesatore cono morse, più raramente con un macchinario a controllo numerico impostando l’angolo giusto nel programma.
Mi è capitato di leggere di alcuni produttori che hanno impostato male questo angolo anni fa e da allora hanno continuato per quella strada.
I due motivi più tipici per questo errore sono l’impostare il doppio oppure il convertire in gradi normali:
https://www.youmath.it/formulari/formulari-di-geometria-piana/636-gradi-primi-secondi-e-misura-degli-angoli-in-forma-normale.htmlCi sono almeno due marchi che (non so nemmeno se ne siano a conoscenza) fanno questo errore da sempre e i loro bocchini ballano la samba.
Ogni volta che mi chiedono di fare dei bocchini per quelle trombe mi rifiuto perché poi nascono discussioni.
Fra i più precisi nella produzione c’è Monette: l’errore massimo che ho rilevato negli anni è di 5 centesimi, che comporta un millimetro di differenza di inserzione (e quindi di gap).
Io punto a stare nel centesimo che non è affatto difficile con un macchinario preciso e, soprattutto, con un controllo qualità costante che compensi la deriva termica della macchina.
Semmai il problema è la lucidatura, quella è un po’ un’arte, ci vuole molta esperienza per farla per bene.
Partiamo dalle basi:
Prima di tutto bisogna tenere in considerazione la flessione del pezzo in fase di tornitura. Se lo sbalzo del pezzo è notevole, se lo spessore della barra è minimo e se la passata di finitura è troppo grande il pezzo stesso sarà sottoposto ad una forza eccessiva e si otterrà un pezzo con un angolo errato.
Immaginiamo di tornire una barra spessa 5mm lunga un metro (praticamente un filo). Se voglio portarlo da 5 a 3mm devo togliere 1mm (2mm sul diametro). La forza necessaria per permettere al tagliente di entrare di 1mm nella barra stessa farà piegare la barra stessa ne risulterà una barra non più cilindrica ma conica.
Allo stesso modo se il bocchino è troppo a sbalzo (i motivi per cui può essere necessario sono i più vari, non mi dilungo, ma in generale deriva dal non usare gli attrezzi/mandrini giusti per il tipo di lavoro) il cono risultante può essere sbagliato.
Per questo è cosa buona e giusta lavorare con il pezzo supportato da una contropunta (sperando che questa sia a sua volta allineata correttamente, ma questo è un altro paio di maniche).
Se si fa una produzione in grandi numeri si deve usare un tornio a doppio mandrino il quale non permette (normalmente, a meno di usare un tornio a doppia torretta, parliamo di 300.000 euro almeno) l'uso contemporaneo di una contropunta mobile.
Le due grandi famiglie di strategie per tornire un bocchino in un pezzo solo è partendo dal lato penna o partendo dal lato tazza.
Il primo caso è il più difficile ma il più rapido: partendo lato penna bisogna trovare un sistema per evacuare il truciolo durante l'alesatura, altrimenti fai scoppiare gli attrezzi e lì sono dolori.
Il secondo caso è quello che usa Bach nel famoso video che mostra come producono i bocchini. In quel caso l'alesatura viene fatta successivamente, a mano.
Questa seconda strategia è secondo foriera di una serie di problemi potenziali ed effettivi: se alesi la penna un bocchino già tornito esternamente finirai per deformare anche l'esterno, perché lo spessore della penna è troppo minimo per contrastare la spinta ad allargare dell'alesatore.
Il secondo problema è che quando rimetti un pezzo su un tornio non girerà mai in modo perfettamente concentrico, quindi escono fuori pezzi che nella penna non hanno uno spessore costante nei 360 gradi.
Infine c'è l'annoso problema del "quanto entro?". Se l'alesatura della penna viene fatta a mano non c'è modo di essere costanti e ripetibili, quindi il volume interno (l'intonazione, il feel, il timbro, lo staccato etc) saranno sempre diversi.
L'unica soluzione è alesare durante il ciclo di produzione, cosa che comporta tutta una serie di altri potenziali problemi.
Ma torniamo alla lucidatura: per ottenere qualcosa che sbrilluccica ci vuole poco, ti metti sotto la ruota e con varie gradazioni di pasta per lucidare ravani sul bocchino fino a portarlo a specchio.
Il problema è che avrai quasi sicuramente deformato il pezzo rendendolo non più perfettamente circolare in certe zone, cosa che ogni tanto porta a bocchini che ballano dentro ai ricevitori.
Mentre si può essere certi che un ricevitore sia perfettamente uniforme (non necessariamente perfetto come angolo!), siccome non è necessario lucidarlo a mano, non ci si può esimere dal lucidare la penna di un bocchino.
La prima variabile è la qualità superficiale dopo la tornitura, questa dipende da molti fattori, ne elenco qualcuno:
1) il tipo di inserto usato per la passata di finitura (ci sono quelli specifici per ottone, quelli con la punta diamantata etc etc)
2) la profondità della passata di finitura
3) lo sbalzo del pezzo
4) la rigidità della macchina
5) la rigidità dell'attrezzo che tornisce (e del suo inserto)
6) il raggio di punta dell'attrezzo
7) il numero di giri (che influisce sulla forza di serraggio del mandrino e sullo sbacchettamento del pezzo stesso)
l'eventuale uso di un "rullatore" che appiattisce le micro creste ma che tende a deformare il pezzo se è troppo sottile, come nel caso di una penna di un bocchino)
9) il peso della macchina, e quindi lo smorzamento delle vibrazioni indotte dalla rotazione del mandrino
10) l'avanzamento al giro
Alla fine si ottiene un prodotto con una rugosità di un certo livello, misurabile con un attrezzo chiamato rugosimetro.
Se questo valore e molto basso il bocchino viene fuori che riflette quasi come uno specchio. Con un certo orgoglio vi dico che nel mio caso con le tazze lo ottengo sempre, con le penne, per via del minore spessore, è più difficile, ma ora uso una combinazione di attrezzi e "trucchetti" che mi portano a questo risultato anche sulle penne.
Per darvi un'idea di quanto costa ottenere questo risultato immaginate che oltre ad un tornio che vale ben più di casa mia, ci vogliono degli attrezzi che costano diverse migliaia di euro. Sono super iper mega specifici per il tipo di lavorazione che faccio e richiedono uno studio specifico che ha senso solo se si producono migliaia di pezzi l'anno.
Considerate che la lucidatura a mano richiede più tempo della tornitura stessa, quindi è fondamentale trovare un sistema pratico, rapido e che porti ad un risultato estetico/geometrico di alto livello.
Se invece la rugosità superficiale è tale da non potervici specchiare tocca lucidarli per benino e qui iniziano i dolori.
Il primo scoglio è riuscire ad applicare la stessa forza in tutti i punti, cosa che si ottiene solo facendo ruotare molto velocemente il pezzo mentre lo si lucida.
Nei 7 anni che produco bocchini ho visitato molte fabbriche e laboratori e non ne ho visto neanche uno lavorare con il mio metodo, ma ora un paio di questi lo ha adottato sotto mio consiglio, con notevoli benefici in termini di qualità e di tempi di lavorazione.
Se non si adottano questi "trucchi" l'unica alternativa è lucidarli a mano sotto una ruota e quello che si ottiene è una serie di "valli e monti" che è facilmente misurabile con una DEA (una macchina di scansione).
Qualche tempo fa ne ho comprata una della Renishaw (mezzo appartamento anche questa...) e mi sono tolto lo sfizio di controllare due pezzi, uno lucidato a mano sotto la ruota e uno con "il trucco".
Le differenze sono a dir poco enormi, si parla di alcuni centesimi che con l'occhimetro non noti ma che nella pratica si sentono, perché il bocchino non calzerà mai alla perfezione nel ricevitore. Il bocchino non calza alla perfezione ci sono perdite di efficienza, vibrazioni spurie, una risposta non diretta etc etc.
Ed ecco perché per le mie trombe uso un ricevitore filettato, ma questa è un'altra storia.
Poi si potrebbe allargare il discorso a come si lucidano bordo e tazza dei bocchini, e li si apre IL ginepraio.