Io non posso far altro che ringraziare Monette, "grazie" a lui ho iniziato, grazie a lui sono diventato famoso quando ha avuto la geniale idea di scrivere Resonance sui suoi bocchini, grazie a lui c'è un mercato che lui ha creato ma che non copre, che è esattamente il mio mercato.
Mi spiego meglio: concordo pienamente con quello che scrive Norman, Monette ha avuto un'idea 30 anni fa che gli altri hanno tardato a capire. Bocchini con certe proporzioni offrono un miglioramento netto in termini di intonazione, timbro e facilità.
Il problema, secondo la mia modesta opinione, è che lui ha "esagerato", è stato troppo talebano, le sue proporzioni sono troppo difficili da suonare per quasi qualsiasi musicista al mondo.
O per lo meno richiedono un periodo di studio troppo lungo o addirittura infinito, quindi manca l'immediatezza che ti permette di andare in concerto e fare quello che sapevi già fare, oltre a quello che ti promette Dave.
Il problema non è tanto quello che ti viene promesso (quello c'è, indubitabilmente), il problema è che perdi quello che in anni avevi faticosamente acquisito: resistenza, facilità, staccato.
Sono cose che puoi ricostruire ma spesso a scapito di altro.
La mia attività nasce proprio da questa considerazione: va bene fare una cosa super figa, super intonata, super tutto, ma se poi io che la produco non sono in grado di portarla su un palco per farci 3 ore di fila con la big band o con l'orchestra, a che mi serve? Rischio di finire per frustrarmi al punto che dopo un bel po' decido o di venderlo in silenzio o di tenermelo nel cassetto come punizione psicologica.
La seconda considerazione, di conseguenza, fu quella di pensare a versioni intermedie giuste per tutti i palati. Oddio, per tutti tutti no, perché lungi da me pensare che produco qualsiasi tipo di combinazione di foro e penna giusti per chiunque. Copro però una fascia così ampia "fra Bach e Monette Prana" che la stragrande maggioranza dei musicisti preferisce pescare in quella terra di mezzo che sia Bach che Monette, curiosamente, hanno deciso di non considerare.
Certo ci sono dinamiche di mercato che spiegano facilmente quanto sia dura seguire un approccio del genere ma alla lunga secondo me paga.
Riguardo i kit io la vedo in questo modo: dipende da che impostazione dai ai tuoi prodotti. Puoi metterli sul mercato come gioielli inarrivabili, come prodotti di fascia alta o prodotti da banco.
Secondo me fa bene a trattarli come gioielli, la cosa paga da un punto di vista del fatturato, perché più costano e più li desideri e, soprattutto, quando li compri devi per forza farli funzionare, altrimenti devi dare la colpa a te stesso e la cosa è dura da digerire.
La logica funziona e i risultati parlano chiaro.
Il valore del prodotto (che secondo me è alto, sia chiaro) è secondario quando il marketing è ottimo.
Io la vedo in un modo diverso: prima di tutto i miei bocchini sono molto più difficili da produrre per una serie di motivi tecnici (che se volete vi enuncio...), poi impiegano materiali molto più costosi e quindi, per logica, dovrebbero costare molto di più.
Inoltre ho una sfilza infinita di pezzi combinabili, cosa che alza il costo di gestione notevolissimamente, e rende difficile presentarsi in un negozio, perché per loro tu sei solo un altro oggetto da mettere sullo scaffale che deve attrarre un cliente il meno rompipalle possibile e che dia un guadagno notevole.
Quando un kit BASE per tromba sono 200 pezzi diversi, da comprare a scatola chiusa nella speranza di venderne 1000 almeno è evidente che è molto dura rispetto a chi produce una trentina di misure e ha un blasone di un certo livello.
Ecco perché i miei bocchini costano meno ed ecco perché di solito i miei rivenditori sono clienti che hanno negozi: devono essere innamorati del prodotto a prescindere dal lato commerciale.
Il vantaggio di una strategia come la mia è che prima di tutto il cliente sa che si interfaccerà con un venditore competente, sa che fra le mille opzioni è probabile che troverà qualcosa di molto più vicino di quanto non si possa ottenere quando le scelte sono poche, inoltre aiuta molto il fatto di poter combinare i pezzi perché con (relativa) minore spesa puoi ottenere un numero di bocchini molto maggiore.
Questo aiuta ad affinare piano piano verso quello che risulterà essere la misura giusta.
Sapendo quante migliaia e migliaia di miei bocchini sono in giro per il mondo è notevole quanti pochi ce ne siano nei mercatini online. Questo è indice di una soddisfazione media molto alta.
Infine, la questione della scarsità di bocchini dai rivenditori: non me la spiego. E' vero che meno ce ne sono e più sono desiderabili ma il numero di vendite perse è altissimo, lo so per fonti certe perché alcuni dei miei rivenditori vendono Monette e lamentano non solo di perdere tante vendite ma soprattutto di far arrabbiare molti clienti che lasciano la caparra per 6 mesi e poi... si comprano uno dei miei!
Con quello che costa un tornio per fare in un colpo solo un Monette (fronte e retro, incisione completa) e con quello che costa un Monette, ci vogliono dai 4 ai 5 giorni di lavoro per pagarsene uno nuovo.
Ogni settimana, stando larghi, puoi aggiungere un tornio e ogni giorno puoi assumere 10 dipendenti in più con gli stessi soldi.
Io lavoro in un locale piccolo e non ci sta un altro macchinario ma appena mi sposto nel nuovo magazzino me ne compro altri due solo per non dover stare a cambiare attrezzi tutte le volte, come ha fatto Warburton.